Cambiamento climatico, le profezie dei cyberpunk

Nel 1994 il mondo era decisamente diverso da oggi. Non c’era l’euro, Kurt Cobain cantava il disagio della Generazione X, i social vivevano ancora solo dentro le intuizioni degli scrittori cyberpunk, come del resto era già accaduto con internet e la virtuale tutto. Proprio in quell’anno usciva Atmosfera mortale (oggi in libreria in una nuova edizione dal titolo Atmosfera Letale), romanzo di colui che, insieme al matematico Rudy Rucker, è sempre stato considerato l’ideologo dei cyberpunk: Bruce Sterling.

Così Sterling nel 1994 raccontò l’emergenza climatica che stiamo vivendo oggi

Il titolo oggi suona quantomeno profetico. Si parla, lasciando da parte i meccanismi da thriller che erano tipici di un genere ormai divenuto un classico, di un clima impazzito per qualcosa di non troppo diverso dal riscaldamento del Pianeta che oggi fa sì che – per restare all’Italia – Milano venga devastata da un tornado con venti a 110 all’ora, grandine grossa come bombe a mano e alberi divelti manco fossero margherite lungo un sentiero, mentre il Sud sia circondato dalle fiamme, senza luce e acqua, e le coste dell’Adriatico, non esattamente il mare più aperto che il Bel Paese ha a disposizione, siano colpite da mareggiate in stile mini-tsunami – Hokusai dove sei? – che non hanno neanche la decenza di lanciare un minimo di preavviso: pochi secondi e il cielo si fa nero, il mare sale e si porta via tutto. Nella trama del romanzo, c’è ovviamente lo sviluppo di una azione – il cyberpunk era una sorta di costola rivoluzionaria e molto rock’n’roll della ormai calcificata fantascienza – si parla del Progetto Tempesta, un gruppo di simil ghostbuster all’inseguimento non di fantasmi ma di fenomeni atmosferici feroci a partire dal famigerato Tornado Alley, ma è lo scenario d’insieme a essere davvero aderente a quella che ormai è la cronaca quotidiana con cui ci troviamo a fare i conti. Esattamente come era capitato a William Gibson con Neuromante, capitolo della sua trilogia dello Sprawl che comprende Giù nel ciberspazio e Monna Lisa Cyberpunk nei quali si profilava appunto un futuro non troppo diverso dal nostro presente, fatto di rapporti a distanza, connessioni, virtualità.

Cambiamento climatico, le profezie dei cyberpunk
Bruce Sterling (Getty Images).

Il futuro raccontato da Gibson è una versione appena rivista del presente

Del resto, Gibson ha nel corso degli anni, e delle trilogie – dopo quella dello Sprawl è arrivata quella del Ponte, poi quella di Bigend e ora, sembra, sia in corso quella di Jackpot, Inverso (al momento anche una serie su Prime Video) e Agency – provato a mappare la contemporaneità giocando sempre su un futuro che tanto futuro non era, quanto piuttosto una versione appena rivista del presente, mettendo in campo di volta in volta l’ingresso nelle nostre vite dell’Intelligenza artificiale, dello straripante potere delle multinazionali, del marketing che si fa via via sempre più pervasivo e arrogante. Per questo parlare di lui come di un autore di fantascienza potrebbe quasi risultare sviante. Come è sviante farlo per Sterling, suo compare sin dai tempi di Mirrorshades, l’antologia con Mozart in occhiali a specchio in copertina, che raccoglieva un manipolo di autori del tutto intenzionati a raccontarci il domani usando una lingua nuova.

Cambiamento climatico, le profezie dei cyberpunk
William Gibson.

I visionari a cui bisognerebbe dare ascolto: da Alan Moore a Ridley Scott

Se pensiamo agli States devastati dalla guerra civile di Caos USA, balcanizzazione scoppiata dopo l’innalzamento degli oceani a causa dei cambiamenti climatici, il romanzo è del 1998, o alla pandemia che ha cambiato gli equilibri del mondo in Fuoco Sacro, del 1996, solo per fare un paio di titoli, è chiaro come gli scritti degli autori cyberpunk andrebbero letti con attenzione, e non solo dai nerd assoldati dalla Nasa per spulciare tutti i romanzi di fantascienza, visto mai che qualcuno di questi pazzi visionari non intuisca qualcosa di utile. Del resto, proprio a proposito di pandemia, Contagion di Soderbergh, film che se non fosse stato girato nel 2011 potrebbe essere tranquillamente un documentario sulla storia del Covid 19, ci dice molto di come i visionari che immaginano mondi altri rispetto al nostro svelandoci però grandi verità sull’esistenza andrebbero presi sul serio, volendo anche alla lettera. Penso a romanzieri, fumettisti come Alan Moore, registi come le sorelle Wachowski o Christopher Nolan, o cantanti, da Grimes a Janelle Monae, fino alla stessa Lady Gaga. Del resto già nel Blade Runer di Ridley Scott, tratto dal romanzo iconico di Philip K Dick padre putativo proprio del cyberpunk e cyberpunk ad honorem Anche gli androidi sognano le pecore elettriche, l’atmosfera è satura di piogge acide e le intelligenze artificiali, spauracchio dei giorni nostri, si credono al pari degli umani e il presente è quasi sempre oscuro e privo di orizzonti. Uomo avvisato…

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