Zaia contro i negazionisti del clima: «Mi fanno paura»

È un attacco diretto ai negazionisti del cambiamento climatico – che popolano anche il suo partito e quelli alleati – quello che lancia Luca Zaia dalle colonne di Repubblica. Il governatore del Veneto, che già aveva lottato contro i No vax durante la pandemia, non ha dubbi: siamo di fronte a una vera emergenza: «Per vincere questa sfida serve un movimento ampio. Che vada oltre gli steccati politici», sottolinea il leghista. «Non possiamo lasciare soli i ragazzi che combattono l’ambiente». Gli eventi estremi che hanno colpito negli ultimi giorni il Nord Italia e il Veneto rischiano di diventare la normalità. E davanti a questa evidenza, dice Zaia,  «qualche domanda dobbiamo pur farcela».

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«Credo che il cambiamento climatico sia nell’ordine delle cose», continua il governatore. «Non esiste l’immobilità nel clima: i dinosauri scomparsi, i fossili marini in montagna, l’innalzamento della crosta terrestre. Non sono uno scienziato ma questi sono dati oggettivi. E l’uomo preme sull’acceleratore». A pesare sono soprattutto «i modelli produttivi seguiti e l’antropizzazione del territorio»: «Abbiamo costruito, interrato i canali, piombato gli argini. Senza contare ovviamente l’inquinamento».

Zaia: «È sbagliato lasciare ai ragazzi la battaglia sul clima: dobbiamo fare insieme questo percorso»

Zaia mette in chiaro di non essere un «estremista» ma, ammette: «Il negazionismo mi fa paura». Perché «così si rischia di generare alibi. Se diciamo che possiamo lasciare tranquillamente il motore dell’auto acceso per tutta la notte, finisce che tutti lo fanno. Insomma, non possiamo far finta di nulla. Al di là dello scontro ideologico, servono soluzioni: affrontiamo il problema per quello che è». Per invertire la tendenza secondo il governatore veneto occorre «un investimento culturale. Puntare ancora più forte sulla transizione energetica, quando purtroppo ci sono alcuni Paesi come la Cina che inquinano senza regole». Per questo è sbagliato lasciare ai ragazzi – gli stessi che spesso il suo segretario Matteo Salvini definisce «ecovandali» – «la battaglia sul clima, dobbiamo farlo insieme questo percorso. Altrimenti creiamo pure un conflitto generazionale che non aiuta». Ma evitando, e Zaia lo sottolinea, l’approccio di Greta Thunberg che «non è condivisibile». Sul climate change però non si scherza: «Dobbiamo creare una no fly zone, un posto dove non scontrarsi, dove si possa collaborare senza posizioni precostituite. Anche perché questo problema tocca da vicino il nostro modello sociale ed economico. Se cadono grandinate come quelle di questi giorni, se ti va bene ti rovinano una macchina, ma se ti va peggio ti compromettono un’attività economica. Oppure finisci in ospedale. È una sassaiola, cento persone sono finite al pronto soccorso. Per favore, non dividiamoci su questa emergenza».

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