Kundera, con D’Agostino e Venditti L’insostenibile leggerezza dell’essere divenne cult

La morte di Milan Kundera, scrittore di origine ceca scomparso a 94 anni, ha scosso l’editoria e i social. In poche ore, l’hashtag con il nome dell’autore è salito in cima ai trend topic di Twitter con numerosi post di fan che ricordano il suo pensiero e le sue opere. Fra queste, spicca L’insostenibile leggerezza dell’essere, considerato il suo capolavoro. Eppure, quando nell’ottobre 1984 Adelphi lo scelse per inaugurare la collana Fabula, passò in sordina. Quasi inosservato per sei mesi, ottenne l’attenzione generale solo grazie alla televisione. Roberto D’Agostino lo lanciò infatti il 29 aprile 1985 all’interno della trasmissione di Renzo Arbore Quelli della notte. Personaggio-spalla del noto conduttore, al fianco di Nino Frassica e Riccardo Pazzaglia, iniziò ad aprire ogni intervento con le parole «Come scrive Milan Kundera ne L’insostenibile leggerezza dell’essere…», creando un tormentone capace di cambiare la promozione televisiva dei libri.

Citato da Roberto D'Agostino, protagonista nei brani di Venditti e Bollani. Così il romanzo di Milan Kundera divenne famoso anche in Italia.
Lo scrittore Milan Kundera in una foto del 1973 a Praga (Getty Images).

Da Venditti a Bollani, il romanzo di Milan Kundera nella musica italiana

Pur senza mai parlare della trama né approfondire alcuni passi del libro, D’Agostino contribuì in maniera inequivocabile alla sua ascesa, facendolo diventare di moda. Tanto che nel 1986 Antonello Venditti ne prese in prestito il titolo per una traccia del disco Venditti e Segreti. Questa insostenibile leggerezza dell’essere offre uno spaccato degli Anni 80. «Che ti succede amico estetico», canta Venditti, «rincoglionirsi non conviene, non leggi manco La Repubblica, non ti solleva Milan Kundera…». Poche ore dopo la morte, lo stesso Venditti ha voluto ricordare lo scrittore sui propri canali social, condividendo un estratto live del brano e un cuore nero accanto al nome.

Quando Bollani cantava «Ku-ku-ru-ku-ku…Kundera»

Fra le canzoni impossibile poi non citare Hai mai letto Kundera?, con cui Stefano Bollani ha creato una parodia di Franco Battiato. «Ku-ku-ru-ku-ku…Kundera», canta a un certo punto l’artista, in chiaro riferimento a Cuccurucucù. Come Roberto D’Agostino ad Antonello Venditti, però, non ha mai spiegato cosa intendesse lo scrittore con l’espressione L’insostenibile leggerezza dell’essere. Per capirlo bisogna aprire le pagine del libro e leggere le parole dello stesso Kundera: «L’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato».

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