OMS: «Entro il 2050 metà della popolazione mondiale sarà miope»

La miopia è ad oggi il difetto visivo che colpisce il maggior numero di persone al mondo: soltanto in Italia, ad oggi, sono ben 15 milioni le persone che non riescono a vedere bene da lontano. Si tratta di numeri che, a quanto pare, sono destinati ad aumentare in maniera significativa, secondo quanto riporta l’OMS.

L’Organizzazione Mondiale della Salute avverte: «Entro il 2050 metà della popolazione mondiale sarà miope»

L’organizzazione internazionale ha dichiarato che le cifre relative alle persone che convivono con la miopia vivranno un incremento considerevole da qui ai prossimi 25 anni. Nello specifico, secondo le ultime stime, si prevede che il disturbo interesserà il 50% della popolazione mondiale, in pratica la metà di noi.

Oggi, due terzi delle persone in giro per il mondo hanno un qualche tipo di difetto visivo e di queste già il 40/50% soffre di miopia. Ci sono, a proposito, dei fattori di rischio che possono portare più probabilmente un soggetto a vivere questa condizione: tra gli altri, la predisposizione genetica e l’influenza dell’ambiente circostante e degli stili di vita. Non c’è dubbio, inoltre, che il costante utilizzo di dispositivi elettronici possa portare più facilmente un soggetto a soffrire particolari problemi alla vista, ovviamente compresa la stessa miopia.

Come si cura la miopia: le opzioni possibili

Non si tratta, fortunatamente, di una condizione con cui si è per forza costretti a convivere a vita. Al di là del classico paio di occhiali da vista, una delle soluzioni più utili e comuni è rappresentata dall’intervento con il laser, un’operazione chirurgica molto semplice della durata di pochi minuti in grado di risolvere il problema in forma definitiva. Esistono, attualmente, anche altre possibilità per risolvere la miopia: un esempio è rappresentato dalle lenti intraoculari, microlenti che vengono posizionate da esperti fra il cristallino e la pupilla, e il cui inserimento (proprio come l’intervento laser) richiede in realtà pochi minuti, in anestesia locale.

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