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Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: aveva fatto battute a sfondo nazista
A soli 10 giorni dall’insediamento si è dimesso il ministro dell’Economia Vilhelm Junnila, esponente del partito di estrema destra Veri Finlandesi (Perussuomalaiset). Nel giro di pochissimo tempo si era ritrovato nell’occhio del ciclone per due motivi: una battuta a sfondo nazista e una dichiarazione sulla necessità di «aborti climatici» in Africa, entrambe risalenti al 2019.
La battuta sul numero 88
Mercoledì 28 giugno Junnila è uscito per un soffio indenne dal voto di sfiducia, dopo che erano saltate fuori immagini risalenti a un evento a Turku nel 2019. In quell’occasione, Junnila aveva sottolineato come il numero elettorale del presidente della sezione locale del partito fosse l’88, lo stesso che lui aveva avuto alle elezioni: «Innanzitutto congratulazioni per l’ottimo numero. So che è una carta vincente. Questo 88 si riferisce, ovviamente, alle due ‘h’, ma non soffermiamoci su questo». Negli ambienti di estrema destra, il numero 88 simboleggia il saluto “Heil Hitler”, in quanto la lettera acca è l’ottava dell’alfabeto. «Spero sia chiaro a tutti che condanno fermamente e in modo assoluto l’Olocausto, l’antisemitismo e tutti gli atti antisemiti», ha detto una volta che l’infelice battuta è diventata di dominio pubblico.
La dichiarazione sull’aborto climatico
Giovedì 29 giugno, poi, c’è stata un’altra interrogazione parlamentare riguardante alcune affermazioni sempre risalenti al 2019, “ripescate” da un verbale ufficiale. «Nelle società sottosviluppate dell’Africa, il numero di bambini può essere enorme e il problema si aggrava ulteriormente quando il cambiamento climatico li spinge, a causa della carestia, delle malattie e delle condizioni meteorologiche estreme, a cercare un posto migliore la vita in aree con un’impronta di carbonio ancora maggiore», aveva dichiarato Junnila. «Sarebbe giusto che la Finlandia si assumesse le proprie responsabilità promuovendo l’aborto climatico, un grande balzo in avanti per l’umanità». Le dimissioni di Junnila, finito al centro della bufera, rischiano di destabilizzare il fragile governo di coalizione guidato da Petteri Orpo, nato dopo settimane di trattative.