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Caso Amara, l’ex pm Davigo condannato a un anno e tre mesi
Piercamillo Davigo, ex consigliere del Csm e pm di Mani pulite, è stato condannato a un anno e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio, nell’ambito del caso Amara sulla presunta esistenza della Loggia Ungheria e sui verbali secretati resi dall’avvocato alla procura di Milano. Il tribunale di Brescia ha deciso di accogliere la richiesta della pubblica accusa mentre era stato assolto in precedenza in via definitiva, al termine del processo abbreviato, uno degli altri protagonisti della vicenda, il pm milanese Paolo Storari. Davigo ha già dichiarato, insieme all’avvocato Francesco Borasi: «Faremo appello».
Davigo dovrà risarcire Sebastiano Ardita con 20 mila euro
Oltre alla reclusione, Davigo dovrà anche risarcire l’ex collega al Csm Sebastiano Ardita, che da Amara era stato indicato come appartenente alla Loggia Ungheria. Si parla di 20 mila euro più 5 mila di spese legali. All’ex pm, che non era in aula, sono state concesse le attenuanti generiche. La sentenza è stata letta nell’aula della Corte d’assise di Brescia dal presidente della prima sezione penale, Roberto Spanò, ed è arrivata dopo dieci udienze. La prima è stata oltre un anno fa, il 24 maggio del 2022. Nel corso dei mesi sono stati chiamati a testimoniare tutti i vertici della magistratura e del Csm durante il periodo compreso tra il 2018 e il 2022.
I legali di Davigo avevano chiesto l’assoluzione
Mentre la procura di Brescia aveva chiesto la condanna a un anno e quattro mesi, i legali di Piercamillo Davigo puntavano all’assoluzione. Con Francesco Borasi c’è stato anche l’avvocato Domenico Pulitanò, che durante la sua arringa ha parlato di «insussistenza» del presunto danno provocato dai verbali al magistrato Ardita. E inoltre ha parlato di «ricostruzione totalmente indiziaria e obiettivamente paranoica», riferendosi alla tesi secondo cui l’obiettivo di Davigo sarebbe stato quello di condizionare la nomina sul procuratore di Roma.