Riparte una Serie A mai così povera e senza padroni: ci divertiremo?

Senza padroni. Il campionato di Serie A comincia e mai come quest’anno si presenta aperto. La nobiltà tradizionale del calcio italiano, quella che nel corso di oltre un secolo si è consolidata lungo l’asse Mi-To, stenta a riprendere un ruolo egemone. E alla borghesia emergente del Centro-Sud (il Napoli campione in carica e le romane perennemente in cerca di stabilità al vertice della gerarchia) tocca dimostrare di poter stare lassù con continuità. Alle loro spalle club come Atalanta, Bologna e Fiorentina si attrezzano per essere in grado di dire la loro. Tutto può succedere e questa è cosa buona per il campionato, che quanto più è imprevedibile tanto più è godibile. Ma poiché c’è equilibrio e equilibrio, che tipo di equilibrio è quello che s’intravede come motivo della Serie A 2023-24? Si tratta di equilibrio in alto o in basso?

Prima vendere, poi comprare: la formula magica dell’«offerta irrinunciabile»

Ecco l’interrogativo cui per carità di patria è meglio non rispondere. Ma poiché qualche indicazione bisognerà pur darla, un dato oggettivo va richiamato: i club del nostro calcio di vertice, anche quelli che aspirano alla élite internazionale, sono definitivamente entrati nella logica del «prima vendere, poi comprare». Sempre più si sente circolare la formula «davanti a un’offerta irrinunciabile», l’alibi buono per dire che tutti i calciatori sono vendibili e che l’esigenza di fare cassa ha sempre priorità sulle necessità tecniche. Il mercato dei trasferimenti lo fanno sempre più i chief financial officer anziché i direttori sportivi su indicazione dei tecnici.

Chi ha perso di più? Napoli senza Kim e soprattutto senza Spalletti

La rassegna dei cambiamenti giunti in sede di calciomercato (che, va ricordato, si chiude soltanto alle ore 20 del primo settembre) deve guardare innanzitutto a cosa le squadre hanno perso rispetto a un anno fa, o a quanto ancora non sono riuscite a rafforzarsi. E per rendere l’idea si deve partire dalla squadra che si presenta ai nastri di partenza con lo scudetto cucito sulla maglia, il Napoli. Che ha visto partire soltanto uno dei suoi calciatori di maggior spessore (il difensore sudcoreano Kim, passato al Bayern Monaco), ma deve fare i conti con partenze rilevanti fuori dal campo: il tecnico Luciano Spalletti e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Fin qui la società di Aurelio De Laurentiis ha dimostrato di saper sostituire anche i calciatori di maggior quotazione. Dunque si attende con curiosità di vedere cosa dimostrerà sul campo Natan, sostituto del partente. Quanto ai cambi in panchina (Rudi Garcia) e dietro la scrivania (Mauro Meluso), l’eredità rischia di essere più pesante da reggere.

Riparte una Serie A mai così povera e senza padroni: ci divertiremo?
Osimhen, attaccante del Napoli campione d’Italia (Getty).

Il Milan rivoluzionato, un mercato rischioso per l’Inter

Indicazioni contrastanti per le milanesi. Il Milan ha ceduto molto bene Sandro Tonali (al Newcastle) per poi passare alle operazioni di rafforzamento con manovra monstre: Pulisic e Loftus-Cheek dal Chelsea, Okafor dal Salisburgo, Reijnders dall’AZ Alkmaar, Chukwuedze dal Villarreal, Musah dal Valencia. Il campo dirà. E dovrà dire anche quanto ha rischiato l’Inter con una campagna trasferimenti così estemporanea. Gli stenti della società nerazzurra nel coprire i ruoli di portiere (partito Onana) e centravanti (persi Dzeko e il contestato Lukaku) hanno provocato imbarazzo e la soluzione di prendere Arnautovic per l’attacco sa di mossa disperata. Per il resto, invece, gli arrivi di Frattesi, Thuram e Carlos Augusto sono di alto livello.

Riparte una Serie A mai così povera e senza padroni: ci divertiremo?
Rafa Leao, attaccante del Milan (Getty).

Juve, ricostruzione complicata anche con Giuntoli

Un caso a sé è quello della Juventus, che deve affrontare una complicata ricostruzione. In tal senso l’acquisizione più rilevante è quella di Cristiano Giuntoli come direttore sportivo. Fin qui, sul campo, la sola entrata di peso è quella di Tim Weah dal Lille. La Lazio prova a compensare la perdita di Milinkovic Savic (andato in Arabia Saudita). I malumori del tecnico Maurizio Sarri hanno prodotto un’accelerazione con gli arrivi di Rovella, Castellanos e Kamada, fra gli altri. Sul fronte opposto della capitale, la Roma continua la politica dei prestiti e dei parametri zero. Partiti Ibanez e Matic, sono arrivati due calciatori dal Paris Saint Germain, Paredes e Renato Sanches, dopo Wijnaldum un anno fa. Quanto alle tre che mirano a inserirsi nelle zone alte, l’imperativo di cedere prima di rinforzarsi ha accomunato Atalanta, Bologna e Fiorentina. E altrettanto vale per tutte le rimanenti società della Serie A 2023-24.

Riparte una Serie A mai così povera e senza padroni: ci divertiremo?
Federico Chiesa della Juventus (Getty).

Poveri, ma… consoliamoci con l’Under 19 e 20

La fase del calcio italiano continua a essere di grande trasformazione. La scorsa stagione ha visto tre squadre del nostro campionato giungere in finale delle tre coppe europee. Tutte sconfitte, ma il segnale di vitalità rimane. Così come lo sono la vittoria nell’Europeo Under 19 e il secondo posto nel Mondiale Under 20. Dunque non è proprio tutto da buttare. Piuttosto, bisognerebbe darsi una linea manageriale chiara e puntare di più sulla scuola italiana. Un tempo si diceva «poveri ma belli». Ci limitiamo a dire «poveri ma». Il secondo aggettivo verrà aggiunto a fine stagione.

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