Nasa, nuovo report sugli Ufo: «Alieni? Nessuna prova concreta»

La Nasa ha pubblicato i risultati del tanto atteso studio sugli Ufo. In un rapporto di 33 pagine, dal proprio quartier generale di Cape Canaveral l’agenzia spaziale ha analizzato per un anno centinaia di avvistamenti potenziali di Uap, fenomeni volanti non identificati. Costato 100 mila dollari, tuttavia, non sembra poter aggiungere molto a quanto già noto in precedenza. «Non abbiamo prove conclusive», hanno affermato gli esperti. «Tuttavia, non c’è motivo per dire che i rapporti esistenti abbiano fonte extraterrestre». Sebbene gli attuali dati siano negativi, la Nasa «non è nella condizione di escludere l’esistenza di vita aliena». Alcuni avvistamenti infatti, provenienti da fonti attendibili, appaiono ancora senza spiegazione. A tal proposito, si impegnerà a proseguire la ricerca in futuro, sfruttando le potenzialità delle nuove frontiere tecnologiche tra cui l’intelligenza artificiale.

LEGGI ANCHE: Ufo, ex militari al Congresso Usa: «Il governo nasconde velivoli alieni»

La Nasa e il report sugli Ufo: «Qualche avvistamento è ancora inspiegabile»

«Molte delle missioni scientifiche della Nasa sono, almeno in parte, focalizzate sulla risposta alla domanda se esista vita oltre la Terra», si legge nel rapporto dell’agenzia. «La ricerca di segni di tecnologia aliena è un’estensione naturale di tali indagini». Un team di 16 esperti ha analizzato Ufo e Uap, per la maggior parte spiegabili come aerei, palloni aerostatici o velivoli militari. Sfatato, fra i tanti, il celebre video GoFast girato nel 2014 da un aviatore della Marina americana della USS Theodore Roosevelt. Il filmato infatti sembrava mostrare un oggetto muoversi a pelo d’acqua, prima di svanire nel nulla. Si è scoperto che l’oggetto si muoveva ad appena 64 chilometri orari, tipica velocità del vento a circa 4 mila metri di quota. A ingannare l’occhio umano è stato il rapido spostamento del jet che ha effettuato le riprese e l’angolazione della telecamera.

In alcuni casi, però, non è stato possibile trarre una spiegazione definitiva. «Molti testimoni credibili hanno riferito di aver visto oggetti che non riconoscevano nello spazio aereo», si legge nel rapporto della Nasa. «Una piccola manciata non può essere spiegata con certezza per carenza di dati». La mancanza di sufficienti fonti cui attingere rappresenta, come ha spiegato l’agenzia spaziale, il più grande ostacolo alla ricerca sugli Ufo. «Spesso mancano le prove che potrebbero far giungere a una conclusione definitiva». Sperando di poterne ottenere in futuro, la Nasa ha promosso un «approccio basato sull’evidenza e la trasparenza», pianificando collaborazioni e un utilizzo sapiente e condiviso delle risorse.

Dall’intelligenza artificiale ai satelliti di Elon Musk, gli strumenti del futuro

Al fine di potenziare la ricerca sugli Ufo e gli Uap, la Nasa promette di utilizzare nel prossimo futuro anche l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico. «App open source e altri metadati per smartphone provenienti da osservatori di tutto il mondo saranno fondamentali», si denota nel report. «Sarà necessario creare un sistema standardizzato per aggregare e organizzare le rilevazioni civili». I cittadini potranno, nel loro piccolo, giocare un ruolo cruciale nella ricerca, colmando le lacune degli strumenti scientifici. «Il loro contributo non può essere sottovalutato», ha spiegato lo scienziato David Spergels. «Per questo avvieremo varie attività di crowdsourcing». Probabile anche una collaborazione con la rete di satelliti Starlink di Elon Musk. «Tali costellazioni commerciali potrebbero fornire un potente complemento alle nostre fonti».

Qualche avvistamento però appare inspiegabile. Per sopperire alla mancanza di dati, la Nasa vuole puntare su IA e satelliti di Elon Musk.
Bill Nelson della Nasa durante la conferenza stampa (Getty Images).

Infine, spazio anche per la recente rivelazione di cadaveri alieni” in Messico. «Non possiamo fare alcuna congettura», ha spiegato la Nasa. «Chiediamo alle autorità locali di rendere pubblici i campioni disponibili per vedere cosa c’è di vero». In definitiva, dunque, non è ancora possibile rispondere alla domanda se siamo soli o meno nell’Universo. Per farlo, occorreranno verosimilmente molti altri anni di studio e forse tecnologie ancora non a disposizione degli scienziati. «Continueremo a cercare», ha detto Bill Nelson, amministratore della Nasa. «C’è ancora molto da imparare». In arrivo infatti un nuovo direttore per gli Uap, incaricato di studiare esclusivamente tali fenomeni.

Powered by WordPress and MasterTemplate