Marche, il nuovo Eden dei rockettari stranieri

So che sembra incredibile ma c’è un solo grado di separazione tra chi ha reso immortale frasi quali «e il naufragar m’è dolce in questo mare» e «Silvia rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi» e chi ha composto il riff distorto di chitarra di un brano dal titolo Symphony of Destruction, brano che inanella versi come: «Proprio come il pifferaio magico conduceva i ratti per le strade noi balliamo come marionette ondeggiando alla sinfonia della distruzione». Come c’è un grado di separazione anche con chi ha scritto le musiche di Creep, ma lì, in fondo si parlava di un tizio che si sentiva sfigato («Galleggi come una piuma in un mondo bellissimo, io spero di essere stato all’altezza, così dannatamente all’altezza, ma sono uno sfigato, uno strambo»), fuori da quella normalità data quasi per scontata, sorte non troppo distante da chi si sapeva a sua volta inosservato da Silvia. Vai poi a capire se nome reale di una vicina di casa o, come sostenuto da Buffoni recentemente, maschera atta a nascondere una omosessualità rimasta latente.

Quel grado di separazione con Leopardi

Avete presente tutti, no, la regoletta che vuole chiunque, in quel di Hollywood, in grado di raggiungere Kevin Bacon con sole sei mosse? Bene, quel che divide, metaforicamente, Giacomo Leopardi e Dave Mustaine, voce e chitarra dei Megadeth, uno dei nomi di punta dell’Heavy Metal, è un solo grado di separazione, come è un solo grado di separazione che divide l’autore del Sabato del villaggio e la sua Recanati da Jonny Greenwood dei Radiohead. E quel grado di separazione è in realtà misurabile in chilometri, per l’esattezza 66 da Dave Mustaine, a Moresco, in provincia di Fermo, e 53 da Greenwood, lì a Monsampietro Morico, medesima provincia, sempre ai bordi dei Monti Sibillini. Il fatto è che recentemente le Marche, regione non certo centralissima nella narrazione della Bella Italia seppur centrale geograficamente, cinta tra Mare Adriatico e Appennino, sono diventate meta ambita dai rockettari stranieri che in queste lande verdeggianti e assai poco frequentate – se non da cataclismi di varia natura, dai terremoti alle alluvioni non si sono fatte mancare nulla – ultimamente, hanno deciso non solo di venirci a abitare, ma anche di mettere su imprese che con la musica, a dire il vero, poco o nulla hanno a che fare.

Marche, il nuovo Eden dei rockettari stranieri
Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead (Getty Images).

Dall’olio di Greenwood al vino di Mustaine: le imprese marchigiane dei rockettari

Un frantoio, nel caso di Greenwood, già insediato da tempo, al punto che quando il terremoto ha colpito la sua zona, in quello che tutti ricordano come il terremoto di Amatrice ma che nelle Marche ha fatto danni incredibili, col suo partner in crime Thom Yorke, invece di stanza in Sicilia, ha fatto un concerto benefico allo Sferisterio di Macerata. Anche la festa per il restauro dell’organo nella chiesa di Offida, permesso proprio dall’evento benefico, lo ha visto protagonista. Un’azienda vinicola nel caso di Mustaine, proprio in questa anomala estate 2023 che ha visto le Marche presenziate anche da altri Big della musica, quali Roger Waters, a Porto San Giorgio per il compleanno di un amico, e Robert Plant, a Macerata per un concerto, ma proprio a Recanati per qualche giorno di riposo, nello stesso albergo che per altro ospitava Whoopi Goldberg, qui perché impegnata in un film incentrato proprio sulle opere di Leopardi. Olio, quello di Greenwood, che è finito al centro di una delle più scontate polemichette da social, quando si è scoperto che veniva venduto al pubblico britannico per qualcosa come 70 euro alla bottiglia. Il vino della House of Mustaine risponde a nomi invece piuttosto eccentrici, specie per chi non conosce l’opera di colui che fu tra i fondatori dei Metallica, oltre che uno dei più noti artisti in ambito Metal di tutti i tempi: Holy Wars, per il vino rosso, Wanderlust per il Pecorino, She-Wolf per il rosato ed Elysian Fields per il verdicchio dei colli di Jesi. Tutta farina del suo sacco, o meglio della sua voce e del suo plettro, per intendersi. Un modo, il suo, per spostare in Europa una impresa già partita anni fa in California, e che intende poi sviluppare anche in altre parti di Europa, ma che ha nei pressi di Fermo il suo punto di partenza, scusate lo sciocco gioco di parole.

Marche, il nuovo Eden dei rockettari stranieri
Dave Mustaine (Getty Images).

Le voci sull’arrivo di Bob Dylan al Conero

Del resto da tempo si favoleggia di un arrivo in zona anche di Bob Dylan, stavolta sul Conero, nella villa che fu del pilota Michael Schumacher. Già c’è un rosso Conero a lui dedicato, o meglio, che prende il nome da una sua canzone, Visions of Joanne (da Blonde on Blonde), il Visions of J della Fattoria Le Terrazze, ma l’idea di sapere il bardo di Duluth a spasso per il sentiero del Lupo, per la spiaggia di Portonovo (lì magari no, che gli ricorderebbe le contestazioni del 1965 al Newport Folk Festival, Newport= Portonovo) o magari a rimirare proprio l’Ermo Colle, rivolto verso i Sibillini, non troppo distante da lì, è di suo piuttosto suggestiva, tanto più per una regione che ha regalato poco alla musica, almeno a quella mainstream – Fabri Fibra e suo fratello Nesli, il vincitore di una recente edizione di X Factor, Baltimora, la cantautrice indie Maria Antonietta e poco altro, fatta eccezione per i veterani del combat rock, la Gang, al secolo Marino e Sandro Severini, gente che con Greenwood e Mustaine di gradi di separazione non dovrebbe averne proprio. La loro Filottrano ospita il museo dedicato all’esploratore Giacomo Costantino Beltrami, titolare della Belatrami’s County, in Minnessota, dove si trova la sorgente del Mississippi, da lui medesimo scoperta, ispiratore del personaggio dell’Ultimo dei Mohicani scippato da Fenimore Cooper e andato a morire proprio nelle Marche, per amore. Minnessota, guarda il caso, che è esattamente dove si trova Duluth, città che ha dato i natali a Robert Zimmermann, in arte Bob Dylan. Anche in questo caso, è il karma delle Marche, neanche un grado di separazione.

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