Luglio, col bene che non ti voglio

Non parlerò d’una sim card non consegnata e nemmeno sprecherò un palindromo che scrissi da ragazzetta quando mi regalarono il mio primo cellulare: “Mi sei cara ma amara: ci è sim”. Perché quella ragazzetta che s’è svegliata senza memoria e sotto un macigno di colpa, potevi essere tu o io, che mica c’è differenza. Parlerò invece d’un caldo dannato che si ruba il freddo della ragione quando gli amori finiscono, senza fine, tu sei un attimo senz’affine.

«Tutti siamo troppo poco amati. A momenti, nel corso della vita, qualcuno si avvicina a noi e, in quel periodo, guariamo»

Parlerò invece d’un film del 1990 in cui Francesca Archibugi mise dentro tante bellezze e segreti e un professore universitario che curava le rose deluso dal figlio. L’ho rivisto da poco quel film e ho pensato a mio papà, professore universitario che curava le rose deluso dal figlio. E Mastroianni, Verso sera, diceva: «Tutti siamo troppo poco amati. A momenti, nel corso della vita, qualcuno si avvicina a noi e, in quel periodo, guariamo». Son veterinaria. Lavoro con gli animali. Lavorare con gli animali aiuta a capire che chi ha bisogno, ha bisogno. Non c’è bisogno che dica ho bisogno.

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