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Lodi, ristoratore chiede il porto d’armi per difendere l’incasso e il Tar glielo nega: «Usi il Pos»
Un commerciante di Lodi, dove ha tre attività, ha chiesto il permesso per il porto d’armi, così da sentirsi più sicuro quando si trova a portare con sè gli incassi dei locali. Il Tar della Lombardia non ha tuttavia ritenuto che vi siano gravi pericoli per la sua incolumità, in quanto l’uomo potrebbe ridurre particolarmente i rischi «avvalendosi di mezzi di pagamento alternativi», come il Pos.
Il No della prefettura nel 2020
La richiesta avanzata dall’imprenditore era già stata respinta nel gennaio 2020 da parte della prefettura di Lodi. La decisione, a firma del presidente Antonio Vinciguerra, in un passaggio del Tar sottolinea che «il porto e la detenzione delle armi non costituiscono oggetto di un diritto assoluto, rappresentando invece un’eccezione al normale divieto, potendo essere riconosciuto soltanto a fronte della perfetta e completa sicurezza circa il loro buon uso, in modo da scongiurare dubbi o perplessità, sotto il profilo prognostico, per l’ordine pubblico e per la tranquilla convivenza della collettività». L’imprenditore lodigiano ha deciso di non impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato.