Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 tra ritardi e polemiche

Il primo agosto sul sito ufficiale dell’Olimpiade invernale Milano-Cortina 2026 è stata lanciata un’iniziativa che cambierà i destini della manifestazione: il cruciverba olimpico. Gli internauti vengono invitati a riempire uno schema di parole crociate sul tema delle olimpiadi e paralimpiadi invernali, e le risposte esatte verranno pubblicate la prossima settimana. Un tempo esagerato per le migliaia e migliaia di utenti che certamente staranno prendendo d’assalto il sito dell’organizzazione e rimarranno col fiato sospeso prima di sapere se avranno dato le risposte giuste. Per adesso si può soltanto compilare lo schema e mettersi in comoda attesa mentre si rimira l’hashtag #Estateitaliana, impresso accanto alla formula “Con Milano-Cortina”. Ciò che suona come un richiamo paradossale. E non soltanto perché, in materia di sport, l’estate italiana per eccellenza è stata quella di Italia 90, il mondiale di calcio che fu una delusione sportiva e un disastro in termini economico-finanziari e di eredità. C’è anche che l’estate rischia di essere la stagione di conforto per il solo fatto d’essere l’opposto dell’inverno. E poiché fra tre inverni l’olimpiade dovrà essere celebrata. Ecco che starsene coi piedi ben piantati dentro l’estate 2023 fa tanto l’effetto di sentirsi al sicuro. Magari trovando i lemmi giusti da mettere nelle caselle. Per esempio: “mancato rispetto dei programmi, fallimento degli impegni”, quattro lettere, iniziale “F”.

Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 tra ritardi e impatto ambientale
Il cruciverba sul sito di Milano Cortina 2026 (dal sito).

 

La vittoria del dossier italiano quasi senza avversari

Quando a giugno 2019 la candidatura avanzata dal Coni al Comitato Olimpico Internazionale (Cio) venne approvata, furono in molti a tirare un sospiro di sollievo. A partire dallo stesso Cio, che nei mesi precedenti aveva seriamente temuto di non trovare una sede per i Giochi Invernali 2026. Una dopo l’altra erano state ritirate quasi tutte le candidature. Sapporo per il Giappone, Graz per l’Austria e Calgary per il Canada si erano chiamate fuori, la svizzera Sion aveva visto affondare la proposta dal referendum cittadino. Rimanevano in corsa soltanto i ticket Milano-Cortina e Stoccolma-Åre. E in entrambi i casi si trattava già di compiere un bello strappo, poiché fin qui la tradizione olimpica (sia per le edizioni estive che per quelle invernali) aveva previsto un’unica sede per i giochi. Invece l’apertura all’idea del ticket comporta un gioco di assemblaggi territoriali (la distanza fra Milano e Cortina d’Ampezzo è oltre 400 chilometri, che diventano quasi 700 fra Stoccolma e Åre). Alla fine la proposta vincente è stat quella italiana, ma giusto perché il dossier presentato dagli svedesi sfiorava livelli imbarazzanti. Dunque Milano-Cortina ha vinto praticamente senza avversari, ma cionondimeno il Coni di Giovanni Malagò ha propagandato l’aggiudicazione come un grande successo del sistema sportivo italiano e del sistema-Paese che gli si muove intorno.

Le olimpiadi Milano Cortina 26 tra ritardi e polemiche
Il presidente del Coni Giovanni Malagò (Imagoeconomica).

La pista da bob di Cortina rischia di essere la grande incompiuta dei Giochi

Invero, le buone notizie per il Comitato olimpico nazionale e il suo capo rischiano di esaurirsi lì. Perché dal giorno dell’aggiudicazione si è cominciato ad assistere a uno spettacolo straniante. Come se un’olimpiade in Italia dovesse essere celebrata non nel 2026, ma nel 2066. Calma e gesso. E ingessati parecchio, visti i tempi con cui il piano di realizzazione delle opere sta procedendo. Anzi, non sta procedendo. I primi a avanzare perplessità sono stati proprio i signori del Cio, che avevano elogiato la vocazione ambientalista presente nel dossier italiano ma poi proprio su questo versante hanno cominciato a sollevare perplessità. Il rischio che i Giochi italiani non fossero poi così verdi suscitava perplessità. Ma ancor più, l’organo presieduto da Thomas Bach è entrato in fibrillazione riguardo a quella che rischia di essere la grande incompiuta dei Giochi di Milano-Cortina: la pista di bob di Cortina. Si tratta dello storico tracciato intitolato a Eugenio Monti, leggenda del bob italiano. Da anni la pista è andata in disuso e la sua riqualificazione è stata messa in cima alla lista delle opere da realizzare. Ciò che ha mobilitato i comitati locali, perché l’intervento non si risolverebbe in un mero recupero ma piuttosto nella costruzione di un nuovo tracciato ad altissimo impatto ambientale. E al di là delle considerazioni di carattere ecologico (oltre a quelle finanziarie, legate ai costi di gestione e manutenzione post-Giochi), c’è soprattutto l’accumularsi di un ritardo che a questo punto diventa quasi proibitivo. L’insistenza del governatore veneto Luca Zaia ha portato a rifiutare ogni ipotesi di spostare altrove (in Austria) le gare di bob, slittino e skeleton. E gli effetti dell’ostinazione cominciano a vedersi. Lo scorso 31 luglio la gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori di rifacimento della pista è andata deserta. Il mesto comunicato emesso dalla Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico) non nasconde le preoccupazioni. Del resto, viste le ristrettezze di tempi e i rischi di esporsi a responsabilità di ogni sorta, quale ditta affronterebbe a cuor leggero quei lavori?

Le olimpiadi Milano Cortina 26 tra ritardi e polemiche
Luca Zaia (Imagoeconomica).

Milano senza gare? La prospettiva è che in città abbiano sede solo il villaggio olimpico e la Medal Plaza

Se il caso della pista di Cortina è il più eclatante in materia di ritardi, sul versante milanese si rischia di trovarsi davanti a un paradosso storico, un vero primato mondiale: le Olimpiadi di Milano che non si celebrano a Milano. Un pezzo dopo l’altro le gare che avrebbero dovuto essere disputate in territorio milanese si stanno spostando altrove. Certo nell’hinterland, come nell’area di Rho Fiera che ospiterà pattinaggio e hockey su ghiaccio femminile, ma non nel capoluogo. A Milano continua a essere presente soltanto sulla carta il complesso di Santa Giulia, che dovrebbe ospitare l’hockey su ghiaccio maschile. Il rischio di vedere spostare anche quelle gare altrove è concreto. E altrettanto lo è la prospettiva che a Milano abbiano sede soltanto il villaggio olimpico e la Medal Plaza. La città capofila dei Giochi diventerebbe di fatto un’etichetta. La città dei non-Giochi.

Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 tra ritardi e impatto ambientale
Il cantiere del villaggio olimpico a Milano (Imagoeconomica).

Cose mai viste. E su questo solco si piazza anche la presa di posizione di Confindustria Belluno Dolomiti sulla prospettiva che il villaggio olimpico del versante cortinese (costo stimato 36 milioni di euro) venga realizzato nell’area di Fiames. Ancora una volta l’impatto sarebbe molto pesante. E a dirlo sono non soltanto gli ambientalisti, ma anche gli industriali locali. È andata in questo senso l’esternazione di Lorraine Berton, presidente locale di Confindustria. Berton l’ha messa sul piano della legacy, l’eredità olimpica, per dire che molto più ragionevole sarebbe recuperare il vecchio Villaggio Eni a Boca di Cadore. In nome della sostenibilità ambientale e finanziaria. Da qualunque parte li si giri, i Giochi Invernali 2026 prendono ceffoni. La figuraccia incombe, ma intanto godiamoci il cruciverba.

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