Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
La temperatura media globale ha superato di 2 gradi i livelli preindustriali
La temperatura media globale sta crescendo a ritmi sostenuti. Venerdì 17 novembre, per la prima volta, ha superato di 2 gradi i livelli preindustriali, risalenti al periodo fra il 1850 e l’inizio del XX secolo. Ad affermarlo è il nuovo rapporto del Copernicus Climate Change Service con sede in Europa, condiviso sulla piattaforma X dalla vicedirettrice Samantha Burgess. «Non significa aver violato l’Accordo di Parigi», ha poi aggiunto la dottoressa alla Cnn. «Evidenzia però che ci stiamo avvicinando ai limiti massimi con frequenza costante». L’allarme arriva a due settimane dall’inizio della Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Urge un intervento immediato al fine di evitare ripercussioni forti e irreversibili sulla Terra. Occorre sottolineare però come i dati siano ancora preliminari e necessitino di altre conferme con studi e misurazioni previsti per il prossimo futuro.
ERA5 data from @CopernicusECMWF indicates that 17 November was the first day that the global temperature exceeded 2°C above pre-industrial levels, reaching 2.07°C above the 1850-1900 average and the provisional ERA5 value for 18 November is 2.06°C. pic.twitter.com/lLGwlCsZtP
— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) November 20, 2023
LEGGI ANCHE: Clima Copernicus: «È stato l’ottobre più caldo di sempre»
Temperatura globale, l’Accordo di Parigi è ancora possibile
Nel suo post su X, Burgess ha confermato che la temperatura registrata venerdì 17 novembre è la più alta della storia. Un’analisi che conferma il precedente report di Copernicus che, a inizio novembre, aveva già identificato il 2023 come l’anno più caldo di sempre. «I valori sono stati, in media, 1,17 gradi superiori al periodo fra il 1990 e il 2020», ha sottolineato la vicepresidente Burgess. «Rispetto all’era preindustriale, prima che l’uomo iniziasse a bruciare combustibili fossili e alterare il clima naturale, parliamo di 2,06 gradi in più». Gli esperti hanno sottolineato come si tratti di un superamento temporaneo e non implica che si assisterà a un riscaldamento permanente dell’atmosfera. È tuttavia un indizio allarmante che conferma gli effetti della crisi climatica in corso sul pianeta.
Il superamento di 2 gradi della temperatura rispetto all’epoca preindustriale mette dunque a repentaglio il rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima stipulato nel 2015. Allora, le superpotenze del mondo si imposero di limitare le emissioni di gas serra al fine di contenere il surriscaldamento globale sotto 1,5 gradi rispetto al periodo 1850-1900. «I nuovi dati non indicano una violazione», ha spiegato Burgess alla Cnn. «Tuttavia evidenziano un peggioramento. Possiamo infatti aspettarci una frequenza crescente di giorni con una simile temperatura media globale nei prossimi anni». Un timore condiviso anche dall’Organizzazione climatica mondiale, secondo cui il pianeta potrebbe superare costantemente la soglia massima già entro il 2027 per via di una combinazione fra il fenomeno del Niño e l’inquinamento. «C’è ancora tempo per intervenire, ma bisogna farlo al più presto».
Incendi e inondazioni, gli effetti del surriscaldamento nel 2023
L’aumento della temperatura media globale rispetto ai livelli preindustriali sta causando una lunga serie di eventi meteorologici estremi. Gli incendi alle Hawaii e le tempeste sul Mediterraneo, senza dimenticare le inondazioni in Nord America, sono però solo la punta dell’iceberg. In aumento le possibilità di un collasso delle calotte polari, con relativo innalzamento dei livelli del mare ed estinzione di massa di tutte le barriere coralline. Difficile, in tal caso, anche l’adattamento per umani ed ecosistemi. «Il superamento dei 2 gradi era prevedibile», ha detto Richard Allan dell’Università di Reading. «Dobbiamo limitare i gas serra». Stando all’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, però, l’attuale impegno non è sufficiente. Per sperare di contenere il surriscaldamento globale, tutti gli Stati dovrebbero dimezzare le emissioni entro il 2030. Al ritmo attuale, però, anche se tutti rispettassero i propri impegni, l’inquinamento sarà il 9 per cento superiore al 2010.