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La lista dei concerti annullati e il ritorno dei complottisti no vax
Chi avesse visto Fiorella Mannoia ai Tim Music Awards, lì a duettare seduta su una sedia con Alessandra Amoroso e Annalisa sulle note di Combattente, si sarà posto delle domande. Certo, da una parte l’urgenza di sapere perché, a parte per la promozione del concerto benefico Una nessuna centomila, Fiorella Mannoia abbia deciso di incrociare la propria voce con quella di Alessandra Amoroso, per altro al suo ritorno davanti a un pubblico dopo la bagarre del cuscino non firmato a una fan e del video virale «mi sveglio ancora cacata». Che Annalisa sia artista di spessore prestata ai tormentoni è cosa nota a chiunque segua il pop, ma la vera domanda è come la cantante romana, da sempre indicata come portatrice assoluta della musica d’autore al femminile, 69 anni, abbia deciso di stare di fianco alle più giovani colleghe appoggiata a uno sgabello, come a sottolineare l’incedere del tempo.
Arrivano quelli muniti di elmetto riparare le menti dalle scie chimiche
In realtà, lo avremmo scoperto nella sua gravità solo qualche ora dopo la registrazione, era il principio di una ernia al disco che la sta assillando da un po’ di tempo, per altro causa di un blocco della sua attività live che ha comportato, questo sì inspiegabilmente, la soppressione dell’evento beneficio di cui sopra, rimandato a data da destinarsi, comunque al 2024. Ora, Fiorella Mannoia soffre di ernia al disco. La cosa non è ovviamente passata inosservata ai tanti che, muniti di elmetto di carta stagnola per riparare le menti dalle scie chimiche e dalle radiazioni di George Soros e Bill Gates, hanno deciso di aggiornare il post evergreen che sciorina uno dopo l’altro gli artisti che, «misteriosamente», sarebbero stati colpiti da strani malori, dovendo quindi rinunciare all’attività canora live.
Si aggiorna la lista dei concerti annullati per motivi di salute
Un file che di volta in volta parte da Celine Dion, che ha rinunciato proprio per sempre al fare concerti, e passa per Piero Pelù, Bruce Springsteen, Justin Bieber, Francesca Michielin, Loredana Bertè, Salmo: un elenco bislacco, che neanche Amadeus sarebbe in caso di tenere insieme pensando a un prossimo evento alla Sanremo, e non certo perché ci sono anche artisti stranieri, tutti accomunati dall’aver annullato tour, causa motivi di salute. Una lista cui, buona ultima, si è aggiunta appunto Fiorella Mannoia. Apriti cielo.
Ribelli che se la prendono pure con la diavoleria dell’ItAlert
Chiunque sia pratico dei social, o anche solo li frequenti ogni tanto, non potrà non ricordare come, quando l’emergenza della pandemia da Covid19 stava cominciando a rientrare – lo so, lo so che al momento si parla di nuova emergenza, ma parlo di pandemia, non di epidemia – grazie all’arrivo dei vaccini, i tanti no vax di cui sopra, gente con l’elmetto di carta stagnola in testa, di quelli che in questi giorni avranno resettato i propri smartphone per non permettere all’ordine di dominio mondiale delle menti di controllarci attraverso quella diavoleria dell’ItAlert, hanno iniziato a far circolare post simili, dove invece si raccoglievano cinicamente notizie di giovani sportivi affetti da pericarditi.
Esaltazione della vittoria di Djokovic, noto non vaccinato
Ne circolano ancora, di quei post, dove però alle pericarditi si sono sostituiti anche infortuni di gioco, tipo qualcuno che si rompe una caviglia per una entrata scomposta di un difensore – immagino un killer al soldo di Mark Zuckerberg -, ma ai tempi della campagna vaccinale era un continuo, una sorta di grido d’allarme lanciato da chi sapeva cose che noi, poveri beoti, ignoriamo. Del resto quanti hanno imputato la vittoria recente al Grande Slam di Novak Djokovic proprio al non essersi vaccinato – giuro – alla faccia di Roberto Burioni e di Selvaggia Lucarelli, che ne avevano sancito la fine quando gli era stato impedito di mettere piede in Australia?
Complotti orditi ai nostri danni dai rettiliani o dagli Illuminati
La realtà, ovviamente, è un’altra. Più complessa forse dei meri problemi di salute, ma sicuramente distante da complotti orditi ai nostri danni dai rettiliani o dagli Illuminati di wilsoniana memoria. Che si tratti dell’ulcera del Boss o dell’acufene di Pelù, c’è stato un normalissimo iter di tour annullati, come ce ne sono sempre stati: mettere insieme i puntini, se non si è Steve Jobs, si rischia di tirare fuori mostri inesistenti e anche piuttosto irriconoscibili a occhio nudo. Indubbiamente la pandemia ha influito sul tutto, non perché abbia minato i fisici dei cantanti coi vaccini – figuriamoci -, ma in quanto dopo un tappo di circa due anni, con i concerti, specie quelli di massa, fermi al palo, si è scatenata una sorta di corsa al live pazzo, con conseguenti sovrapposizioni di eventi su eventi che ha portato, in alcuni casi, a nascondersi dietro certificati medici per non dover o poter dire che i tour erano saltati perché sarebbero altrimenti stati un bagno di sangue – ripeto, non entro nello specifico non per mancanza di informazioni, ma per quel senso di pietà che mi spinge a provare empatia con chi cade, più che con chi sta in piedi.
Un buon 20 per cento dei biglietti venduti finisce per non essere usato
La corsa al live pazzo, del resto, ha colpito anche il pubblico, che spesso si è trovato a avere biglietti, pregressi, per più concerti nello stesso momento, e a volte a comprare smaniosamente biglietti per concerti che poi, al dunque, non gli interessavano più di tanto, col risultato che un buon 20 per cento dei biglietti venduti finisce per non essere usato: un dato allarmante che ovviamente nasconde anche l’annoso problema del Secondary Ticketing, denunciato a suo tempo da Claudio Trotta della Barley Arts e saltato notoriamente fuori per la questione legata ai concerti dei Coldplay.
Dagli stadi ai club: la presa di coscienza che i numeri si erodono
Quindi da una parte acciacchi veri – Salmo si è quasi staccato un braccio in un incidente, le cicatrici parlano chiaro, Fiorella Mannoia è immobilizzata per un’ernia al disco, non per una qualche misteriosa malattia, Piero Pelù, e poi la smetto coi bollettini medici, soffre di acufene da anni, ce ne ha sempre messo a conoscenza, non a caso sta recuperando le date annullate, nei tempi e modi che questo impedimento gli consente – da un’altra quelli un po’ meno verificabili, cioè gente che annulla concerti per questione di salute ma poi lavora altrove: in fin dei conti quanti di noi hanno sorriso nel leggere, per dire, l’annuncio di un tour “più intimo” nei club da parte di una artista che tutti pensavano volesse provare l’arrembaggio agli stadi, figlio della presa di coscienza di numeri che si erodono, non certo di voglia di stare stretta stretta col suo fan club. Lo storytelling – nonostante non si possa più chiamare così per lo stesso motivo per cui nessuno parla più di resilienza, cioè per l’abuso che se ne è fatto in passato – è pur sempre centrale nella contemporaneità.
I non cielo dicono che abboccano a tutte le bufale
Niente di legato ai vaccini, quindi, con buona pace dei compilatori compulsivi di post complottistici che non aspettano altro che una nuova notizia di malattia per alzare la voce con un sorriso stampato in faccia. Se pensiamo che qualcuno ha infilato in questo elenco anche Jovanotti, che settimane fa si è rotto femore e clavicola a Santo Domingo cadendo dalla bicicletta, beh, direi che ce ne sarebbe abbastanza per l’interdizione dai pubblici uffici, o quantomeno per la messa al bando dai social. Tanto ci hanno pensato da soli, quando seguendo pedissequamente le indicazioni del post su come impedire che il proprio smartphone tuonasse a mezzogiorno per il test di ItAlert hanno resettato il proprio apparecchio, perdendo tutto quel che c’era dentro, account social compresi. Non cielo dicono, direbbero loro, anche se il problema è più che altro che cielo dicono e abbocchiamo a tutte le bufale che ci passano sotto il naso.