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Italodisco, l’Albania e i tormentoni (veri o mancati) di questa estate 2023
Questa non è Ibiza, è Valona, bellissimissima. Semmai fosse possibile, ma forse anche solo necessario o utile, sintetizzare questa estate 2023 in una sola frase credo che sarebbe quella in esergo di questo pezzo. Frase che muove i passi dai versi della canzone che, a sorpresa, si è rivelata come la vincente dell’estate, tormentone reale in quanto capace di entrare dentro l’immaginario comune (quante volte in queste ultime settimane abbiamo sentito o letto quei versi, manco fossero poesia, irrompere in conversazioni comuni, servizi di costume, discorsi di varia origine), come recentemente è stato per il “vocale di 10 minuti” di Tommaso Paradiso e pochi altri. Titolare di quelle parole, almeno della prima metà della frase destinata, ipoteticamente, a diventare meme, Stash Fiordispino, voce, chitarra e uomo immagine dei The Kolors, con la loro Italodisco a dominare le classifiche dei singoli, di AirPlay e miracolosamente tornati sulla scena di un crimine che sembrava averli già relegati sotto la voce modernariato.
La seconda parte, ça va sans dire, è lì a indicare come, al pari del brano dei The Kolors, è stata l’Albania questa estate a dominare le cronache, almeno quelle legate al turismo. Per il resto è stato un agghiacciante florilegio di femminicidi, stupri, a fianco di morti importanti, da Michela Murgia a Toto Cutugno, cari carburanti, Barbie-mania e generali Vannacci a ruota libera su tutto l’universo. Una Albania outsider ha scalzato dalla vetta dei luoghi più ambiti mete assai più ricercate, dalla Croazia alla Grecia, oltre la stessa Ibiza kolorsiana, passando per le nostre Salento, Romagna e affini.
La regina del pop odierno ormai è Annalisa
Un po’ come del resto è successo appunto in musica, dove tutti i candidati allo scettro di tormentone dell’anno – mai come in questo 2023 c’erano così tanti pretendenti al trono, oltre una ventina per un solo posto – si sono visti superare in corsa da una canzone che aveva sì tutte le carte in regola per farcela, come anche le altre concorrenti, ma sembrava destinata a non farcela proprio per mancanza di allure, previsione fallita proprio perché è stata il fascino dell’outsider ad averle dato in realtà il colpo di reni decisivo. Se infatti alcuni dei candidati alla vittoria finale – proseguendo nel parallelo potrei dire le Croazia e le Grecia di turno – sono lì a una incollatura, diciamo le collaborazioni importanti quali quelle tra Fedez, gli Articolo 31 e la regina del pop odierno, Annalisa, con Disco paradise, o combo più contemporanei e intellegibili a occhi di boomer quali quelli che vede insieme Ava, Anna e CapoPlaza, Vetri neri il titolo, o Drillionaire con Lazza, Blanca, Sfera Ebbasta e Michelangelo, Bon ton il titolo, con i soliti Pinguini Tattici Nucleari a mordere il freno con Rubami la notte, doppio platino, loro che hanno sbancato gli stadi e a breve sbancheranno Campovolo, ci sono tanti nomi pesanti che si pensava avrebbero fatto il botto che si sono dimostrate micette con le polveri bagnate, flop laddove doveva essere tormentone, proprio come una Gallipoli o una Rimini senza sold out in questa anomala estate.
Pazza musica, un pezzo troppo alto per le masse
Penso a Pazza musica di Marco Mengoni ed Elodie, due blockbuster sulla carta che però hanno sfornato un pezzo troppo alto per le masse. O penso ad Achille Lauro che ha cercato l’aiuto di Rose Villain, su Spotify decisamente più a fuoco di lui, con un reagghettino spompato come Fragole, mai in vetta, ma neanche nei pressi. Penso soprattutto al vero flop dei flop, quella Hollywood che vede assieme due campioni assoluti quali Irama e Rkomi, prova provata che uno più uno non solo non fa due, ma spesso non fa neanche venti, parlo di posizioni in classifica, o a La fine del mondo di Mr Rain e Sangiovanni, che nonostante clonasse una hit come Panico di Lazza, a voler giocare sul sicuro, non è proprio mai partita, figuriamoci se poteva arrivare da qualche parte.
Anche quest’anno Orietta Berti è stata ancora sul pezzo
Preso atto che Emma che prova a fare Elodie in compagnia di Tony Effe è forse più imbarazzante di Laura Pausini che prova a modificarsi artisticamente l’immagine coi filtri, sto metaforizzando, e che per una volta neanche Paola e Chiara, che ancora ci sono con l’evergreen Furore, sono riuscite a tenere in ballo i Boomdabash, gente come Tiziano Ferro, Renga e Nek e altri amabili quaranta o cinquantenni non pervenuti, e che quest’anno Orietta Berti è stata ancora sul pezzo usando la parola chiave “discoteca” in compagnia di Rovazzi – visto che la loro Discoteca italiana, dove a sua volta si cita Ibiza (contrapposta alla balera dell’Ortica, a due passi da casa mia) ha funzionato assai bene in radio, a breve proveremo a capire perché e soprattutto se per caso -, direi che a salvarsi davvero, nel senso di potersela vedere a mani nude proprio con l’Italodisco dei The Kolors è la canzone che chiudeva l’incipit di questo pezzo, “Questa non è Ibiza, è Valona, bellissimissima”.
Alfa, passato con grande agilità da TikTok a Spotify
Bellissimissima, infatti, è il titolo del brano che il giovane Alfa, passato con grande agilità da TikTok a Spotify, ha piazzato ben in alto nella scalata all’Isoard di questa estate 2023. Una canzone semplice, come gli ingredienti che hanno portato l’Albania a scalzare luoghi decisamente più cool sulla carta dalla Top 5 delle mete più ambite per le vacanze, e che a sua volta è entrata nell’immaginario italiano, versione 2.0 della Bella jovanottiana, senza però il peso/non peso (sì, questa estate è anche venuto a mancare il filosofo del non luogo Marc Augé) di un qualche retropensiero filosofico e fricchettone, alla Grande Boh. Pezzo, Bellissimissima, che ben vediamo al fianco di Ci penserò domani, altro tormentone sul quale non in molti avrebbero scommesso, della giovane Angelina Mango, seconda classificata ad Amici, ma decisamente baciata dall’amore del pubblico (le prime date del suo tour autunnale sono tutte sold out), della serie meglio prenderla con leggerezza che rischiare di rimanerci schiacciati sotto.
Canzone d’estate di Levante avrebbe meritato miglior sorte
Come una Porto Cesareo qualsiasi, o una Riccione qualunque, da questo discorso mancano brani che sulla carta avrebbero dovuto stare sulle orecchie di tutti, penso a quelli del blockbuster Tedua, con o senza i tanti ospiti che lo hanno accompagnato nella sua Divina Commedia, come quelli di Thasup o dell’ennesima joint-venture, stavolta tra Coez e Frah Quintale. Fa un po’ eccezione la collaborazione estemporanea tra Ernia, Bresh e Fabri Fibra, ma solo perché sono tre campioni veri e la loro Parafulmini funziona parecchio, a differenza, per dire, della Aranciata di Madame e Michelangelo, ennesima riprova che due assi insieme non vincono automaticamente al banco, o della Canzone d’estate di Levante (si intitola proprio Canzone d’estate, non è che non ricordavo il titolo), brano di gran classe che avrebbe decisamente meritato miglior sorte.
Oggi la durata media di una carriera si è accorciata
Le varie tracce estratte dagli album che svettano nelle classifiche degli album, Tedua, sempre lui – che per altro ha un nome di apparente origine albanese, “Te dua” in lingua balcanica significa Ti amo, anche se nel suo caso, ligure di origini liguri, si tratta di un gioco di parole che nulla ha a che vedere con la terra delle due aquile -, Geolier, Shiva e compagnia bella, se pensiamo che l’anno scorso a dominare è stata la Shakerando di Rhove, a sua volta un outsider su cui nessuno aveva scommesso a inizio estate, viene davvero da chiedersi quale sia ormai oggi la durata media di una carriera, perché neanche fai in tempo a impararti il nome di un artista o sedicente tale che è già sparito dai radar, come appunto certe mete fino all’anno scorso oggetto di venerazione incondizionata, oggi abbandonate perché l’Albania è l’Albania, acque cristalline, paesaggi mozzafiato a pochi euro.
Narrazione pro Albania vagamente di regime
Così almeno ci ha raccontato una narrazione piuttosto accorata e monocorde, da coro greco, vagamente di regime, le vacanze ferragostane in compagnia del premier Edi Rama da parte di Giorgia Meloni e le centinaia di articoli a tema “vacanza da sogni low cost” sembrano parte della medesima narrazione. D’altronde, tanto per dirla tutta, a voler leggere in filigrana il successo inaspettato di The Kolors e Alfa, rispettivamente con Italodisco e Bellissimissima, volendo anche la sporadica permanenza in un qualche immaginario di Discoteca italiana di Rovazzi e Orietta Berti, potrebbero essere a loro volta ricondotti a un qualche passaggio di regime – niente che evochi i passati comunisti a là Enver Hoxha dell’Albania, sia chiaro, si parla di regime mediatico, quella tendenza tutta contemporanea a uniformare l’informazione, omologata e omogeneizzata sul parlare costantemente e con gli stessi toni sempre e solo di quattro notizie – visto che tutte hanno più di un qualche legame, non sentimentale ma editoriale, con la radio regina dei nostri network, quella Rtl 102.5 che ha nelle edizioni Baraonda la propria costola discografica. No, questa non è Ibiza, non è neanche Valona, è solo la musica che gira intorno, e che intorno hanno deciso a monte di far girare.