Incidente di Mestre, Fiorese difende i mezzi elettrici e spiega perché sono sicuri

I mezzi elettrici sono sicuri, anzi sono più sicuri. A esserne convinto è Massimo Fiorese, amministratore delegato della società La Linea, proprietaria del pullman elettrico precipitato da un cavalcavia, a Mestre, nella serata del 3 ottobre in cui hanno perso la vita 21 persone e 15 sono rimaste ferite. A seguito delle successive polemiche sulle batterie elettriche e sulla possibilità che prendano fuoco più velocemente, polemiche alimentate anche dal ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del consiglio Matteo Salvini che ha invitato a «riflettere sull’elettrico», Fiorese, in un’intervista al quotidiano Repubblica ha spiegato perché si tratta di parole meramente «strumentali», smontando punto per punto le voci delle ultime ore.

«Girano tante stupidaggini»

Fiorese, alla domanda sul perché del ricorso ai mezzi elettrici nella sua azienda, cita Paesi in cui si tratta di una realtà consolidata come la Cina, il Nord Europa, la Francia e l’Inghilterra. «Qui purtroppo vedo ancora che girano tante stupidaggini. Siamo il Paese dove ognuno è esperto di tutto e sentenzia su tutto, lo si vede anche in questo caso». Sulle parole del ministro Salvini, riferite all’utilizzo delle batterie elettriche e alla loro presunta pericolosità, ha affermato: «Ognuno strumentalizza in base a quello che fa comodo e se qualcuno vuole salvare i motori lo fa mettendo in dubbio le batterie elettriche».

«Le batterie non destabilizzano il mezzo»

Altro punto sotto accusa è il peso delle batterie. L’ad dell’azienda smentisce l’ipotesi secondo la quale influirebbe sulla stabilità del mezzo: «Tra le diverse stupidaggini che ho letto c’è proprio quella di chi dice che le batterie elettriche sono più pesanti e destabilizzano il mezzo. Non è vero. Prima di tutto ogni autobus non può superare le 19 tonnellate e mezzo di peso e l’autobus in questione ne pesa 13. Poi è vero che gli autobus elettrici pesano di più, ma parliamo di un 10 per cento e basta».

Il rischio di incendio 

«Quando l’autobus è precipitato si sono immediatamente attivati 12 estintori e materiali autoestinguenti. Questo ha permesso all’autobus di non prendere completamente fuoco» ha spiegato Fiorese al quotidiano. «Quando sono arrivati i pompieri hanno comunque gettato acqua per sicurezza». A prendere fuoco, aggiunge, è stato «il cosiddetto impianto a basso voltaggio, quello che fa funzionare ad esempio lampadine ai fari» e che «si trova anche sugli autobus con motore elettrico».

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