I disastri di Todd Boehly col Chelsea e quegli strani intrecci finanziari

Il signor compro-tutto-io. L’americano Todd Boehly è entrato nel calcio con un piglio faraonico e non gli è ancora riuscito dismetterlo. Conosce soltanto il linguaggio del dollaro sonante e lo utilizza a profusione. È nel mondo del pallone da circa un anno ma ha già speso una quantità di denaro da manovra finanziaria di uno Stato di media taglia. Soltanto per comprare il Chelsea dall’oligarca russo Roman Abramovich ha speso 4,1 miliardi di sterline. Che in euro fanno 4,9 miliardi, quasi come il Prodotto interno lordo 2021 del Montenegro (5,17 miliardi di euro). E dato che una squadra bisogna rafforzarla, oltreché comprarla, ecco che sono stati impegnati altri 600 milioni di euro per acquistare calciatori a prezzi da Arabia Saudita. Con record dell’insensatezza toccato durante la finestra invernale del 2023, che per definizione dovrebbe essere dedicata soltanto a qualche intervento di aggiustamento, e invece ha visto il patron statunitense dei Blues spendere 327 milioni di euro in nuovi calciatori. Record assoluto per un calciomercato invernale, almeno fino a gennaio 2024.

I disastri di Todd Boehly col Chelsea e quegli strani intrecci finanziari
Todd Boehly ha speso nel Chelsea oltre 6 miliardi (Getty).

Tuchel, Potter, Lampard e Pochettino: la girandola degli allenatori

Basterebbero questi pochi dati per dare il senso di una dismisura forse ineguagliabile. Ma non sarebbe ancora abbastanza, se non si tenesse conto della schizofrenica gestione degli allenatori. Prima il licenziamento di Thomas Tuchel, l’allenatore tedesco vincitore della Champions League del 2021 e cacciato nel mese di settembre 2022 alle 8 del mattino, dopo una chiacchierata durata tre minuti. Al suo posto è arrivato Graham Potter, che era sotto contratto col Brighton e per questo è costato al Chelsea 26 milioni di euro soltanto perché il tecnico si liberasse dal vincolo. A lui è stato concesso un contratto da circa 60 milioni di euro netti per 5 anni, rotto però già a aprile 2023 con sostanziosa buonuscita la cui entità è rimasta sconosciuta. E dopo il disastroso passaggio da traghettatore di Frank Lampard è arrivato il turno di Mauricio Pochettino. Che ha firmato un contratto da 12 milioni di euro netti annui, che significa 233 mila euro alla settimana. E almeno in questo caso il vincolo è soltanto triennale, rispetto al quinquennale di Potter. Quanto al tecnico argentino, ha la certezza di cominciare la stagione sulla panchina dei Blues. Salvo varie e eventuali.

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L’allenatore del Chelsea Mauricio Pochettino (Getty).

La stagione più misera della storia recente del Chelsea: 12esimo posto

Un’ultima annotazione: i quasi 6 miliardi di euro spesi fra acquisizione del club, rafforzamento della squadra e un turnover di allenatori degno del miglior Luciano Gaucci hanno prodotto, in termini di risultati sportivi, la stagione più misera nella storia recente del Chelsea. In Premier League 12esimo posto, fuori al terzo turno sia in FA Cup sia in Coppa di Lega, fuori ai quarti di finale di Champions League. Una disfatta su tutta la linea, ma pagata a peso d’oro.

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Il magnate americano Todd Boehly (Getty).

Capitalismo americano senza scrupoli nel mondo del calcio

Lo si dovesse giudicare soltanto dal raccapricciante ingresso nel mondo del calcio, mister Boehly andrebbe ben oltre la bocciatura senza appello. Che molto stride con la sua carriera da businessman. E questo contrasto porta a interrogarsi. Perché un così fragoroso fallimento? Soprattutto: davvero molti dei proprietari di club europei che provengono dagli Usa si stanno comportando molto meglio di mister Boehly? Che certo di suo è un caso eclatante, ma rappresenta comunque una tendenza del capitalismo americano nel suo avvicinamento a uno spettacolo globale, quale il calcio è, che sfugge alla sua matrice culturale.

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Enzo Fernandez, uno degli acquisti più cari del Chelsea (Getty).

Il pasticcio delle multiproprietà e quelle ibridazioni azzardate

A dominare, tra questi nuovi padroni che giungono dall’altra sponda dell’Atlantico, è un confuso mix tra enfasi dell’innovazione, tendenza pasticciata alla multiproprietà calcistica e sportiva, ibridazioni azzardate fra distinte industrie dello svago, affarismo e un’imperizia che non si perdonerebbe a un dirigente di società di Serie D. Ma nonostante tutto ciò, i soggetti come mister Boehly perseverano nel tirare dritto senza dare retta a chicchessia. E non paghi dei disastri già cumulati, pensano a espandere il proprio impero anziché fermarsi un attimo per rimettere in ordine ciò che già hanno sotto il proprio controllo. Infatti il presidente e proprietario del Chelsea sta continuando a comprare. E oltre a annettersi calciatori e allenatori, mira a creare un sistema di club seguendo il modello inaugurato dal City Football Group e presto seguito da altri.

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Il super agente dei calciatori Jorge Mendes (Getty).

Triangolazione tra Blues, Strasburgo e Rio Ave, con lo zampino di Mendes 

A giugno 2023 ha acquisito una quota di maggioranza dello Strasburgo, club che milita nella Ligue 1 francese. E adesso si appresterebbe a fare altrettanto col Rio Ave. Che è un club portoghese e mica uno qualsiasi. È infatti uno fra i più allineati e coperti rispetto ai voleri e alle manovre del super agente dei giocatori Jorge Mendes. Che non per caso ha ripreso a fare affari col Chelsea da quando il club londinese è passato sotto la proprietà di Boehly, dopo che per anni Abramovich gli aveva chiuso le porte. Se davvero il Rio Ave dovesse andare sotto il controllo del magnate americano, si aprirebbe un flusso di calciatori e denaro tra Portogallo, Francia e Inghilterra da far perdere la testa. E mister Boehly continuerebbe a spendere come se non ci fosse un domani. A che pro, lui solo sa.

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