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Franco Migliacci morto a 92 anni: addio all’autore di Nel blu dipinto di blu
È morto all’età di 92 anni il paroliere Franco Migliacci, autore di numerosi successi tra cui Nel blu dipinto di blu. Durante la sua carriera ha scritto innumerevoli brani per diversi artisti come Tintarella di luna, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte e Una rotonda sul mare. A lungo collaboratore di Gianni Morandi, si è distinto anche nel panorama pop nazionale scrivendo, insieme ad altri autori, T’appartengo di Ambra Angiolini. Era sposato con Gloria Wall e aveva tre figli. A dare la notizia della sua scomparsa, avvenuta in una clinica romana, è stato il giornalista e conduttore televisivo Clemente Mimun: «Franco Migliacci, paroliere di alcune tra le più belle canzoni italiane, produttore discografico, editore musicale e talent scout, si è spento a 92 anni. Accanto a lui, fino alla fine, la sua famiglia».
Ha collaborato con Modugno, Mina e Morandi
Nato a Mantova nel 1930, da giovanissimo ottenne un modesto ruolo in un film di Nino Taranto a cui seguirono comparse in una ventina di produzioni. Dopo aver lavorato ad alcuni sceneggiati per la televisione e in numerosi radiodrammi, si è dedicato alla musica collaborando con alcuni tra i più grandi artisti italiani. Volare, meglio conosciuta come Nel blu dipinto di blu, è stata soltanto la prima tappa di una lunga collaborazione con Modugno, continuata con brani di grande successo come Pasqualino Maragià, Io e Farfalle.
Terminato il sodalizio con l’artista, negli Anni 60 ha iniziato a lavorare come “battitore libero” scrivendo per Mina, Milva, Gianni Meccia, Fred Bongusto, Rita Pavone, Giancarlo Guardabassi e Patty Pravo. I successi più grandi sono però arrivati con Gianni Morandi, per il quale ha scritto successi come Andavo a cento all’ora, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, In ginocchio da te e soprattutto C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. La sua attività di paroliere è proseguita fino agli Anni 2000. Nel 2003 Migliacci era stato anche nominato presidente della Siae, decisione che suscitò non poche polemiche in quanto alcuni iscritti (come Gino Paoli) lo ritennero non rappresentativo. Due anni dopo, nel 2005, si dimise dall’incarico.