Monthly Archives: Ottobre 2024

C’erano una volta Giresse e Zidane. Il Bordeaux prova a rilanciarsi dalla quarta serie

AGI - E' una delle squadre più antiche e prestigiose di Francia, vincitrice di sei scudetti, 10 trofei nazionali (fra cui tre di Lega) e due internazionali (tra cui una Coppa Intertoto): da agosto, però, il Bordeaux si trova ad affrontare una lunghissima risalita dopo essere sprofondato nella quarta serie, la National 2, dove il suo campionato è partito con una vittoria, tre pareggi e una sconfitta. Il primo successo è arrivato solo il 5 ottobre per 2-1 a Saumur, cittadina sulle rive della Loira: una dimensione provinciale quanto mai lontana dai fasti della fine del secolo scorso, quando a indossare la maglia blu dei 'Marine et Blanc' girondini erano campioni come Alain Giresse e Jean Tigana negli anni '80 o Zinedine Zidane negli anni '90.

 

La vittoria in rimonta è stata firmata dal 35enne ex attaccante di Liverpool e della nazionale inglese, Andy Carroll, un 'peso massimo' per questo livello di una doppietta nella ripresa. Il Football Club des Girondins de Bordeaux, questo il nome del club fondato nel 1920 sulle rive della Garonna da una polisportiva nata quarant'anni prima, era retrocesso in seconda divisione due anni fa e per due stagioni ha sfiorato la promozione in Ligue 1 mentre le finanze si facevano sempre più precarie. Dal 30 luglio la società è finita in amministrazione controllata per un debito di 90 milioni di euro accumulato da spregiudicate proprietà nell'ultimo decennio. La restituzione della licenza professionistica e la chiusura del settore giovanile, da cui sono usciti giocatori dell'attuale nazionale come Aurelien Tchouameni e Jules Kounde, sono servite a scongiurare il fallimento. 

 

 

Nel capitale sociale è entrata l'associazione "Girondins Socios" fondata da un gruppo di tifosi per preservare l'eredità calcistica del club. Ispirata al modello sudamericano e di alcuni club spagnoli, dove i tifosi possiedono una parte del club e hanno il diritto di voto per eleggerne il presidente, "Socios" mira a sostenere finanziariamente il club per aiutarlo nella risalita indicando gli azionisti con cui desidera collaborare. Una sorta di azionariato popolare a cui si può accedere con una quota a partire da 99 euro all'anno.

 

I soci sono arrivati a quasi 3mila con 250mila euro già raccolti. In estate si era parlato di un interessamento del gruppo proprietario del Liverpool, Fenway Sports, ma non se n'è fatto nulla anche per i costi esorbitanti legati all'uso dello stadio Matmut Atlantique, costruito per gli europei del 2016 e di proprietà comunale. Il nuovo allenatore, Bruno Irles, ha dovuto fare una corsa contro il tempo per mettere insieme una squadra per la gara d'esordio del 31 agosto contro il Poitiers ed è riuscito a reclutare solo 14 giocatori.

 

 

Alcuni sono gloriosi ex, come il difensore Cedric Yambere e il centrocampista Younes Kaabouni. Pur di rimpolpare i ranghi sono stati presi persino calciatori ritiratisi come l'ex nazionale Rio Mavuba, un ex canterano del club ora nello staff tecnico, e l'ex difensore Paul Baysse. L'esordio è stato epico: la partita a porte chiuse in un anonimo stadio di 3mila posti alla periferia della città ha visto i girondini pareggiare 1-1 con un gol di testa al 90mo del portiere Lassana Diabate.

 

Ora il Bordeaux deve far quadrare i conti: tra sponsorizzazioni e botteghino si stima che le entrate annuali si aggireranno sui due milioni di euro, in gran parte desinate a ripagare i debiti e un centinaio di dipendenti sono già stati licenziati. Il controverso patron spagnolo-lussemburghese 52enne Gerard Lopez, arrivato nel 2021 e reduce da negative esperienze finanziarie al Lille e alla Lotus in Formula 1, dovrà quindi mettere mano al portafoglio per arrivare agli otto milioni necessari per il bilancio del club.

 

A complicare le cose c'è anche lo scontro fra i due principali gruppi organizzati della tifoseria che ha reso necessario giocare diverse partite a porte chiuse per motivi di sicurezza. 'Curva Nord' accusa gli 'Ultramarines' di essersi appiattiti su Lopez e di essersi chiamati fuori dalle contestazioni contro la società, l'ultima a settembre alla presenza del sindaco, Pierre Hurmic. A far sperare c'è anche il ritorno allo stadio storico del club dopo una disputa con il comune: nella prima gara contro il Voltigeurs de Chateaubriant c'erano più di 10mila spettatori sugli spalti, anche per assistere all'esordio del bomber Carroll. Quella di Bordeaux è la sesta aerea metropolitana più popolosa di Francia con un milione e 200mila abitanti e ora una piazza attende impaziente una pronta risalita verso la Ligue 1. 

 

Oro ai mondiali giovanili di karate, e a 21 anni è un idolo della Palestina

AGI - È diventata una stella tra i palestinesi la 21enne Mariam Bsharat, vincitrice sabato scorso della medaglia d'oro ai mondiali di karate giovanili di Jesolo, in Veneto. Si tratta del primo successo iridato per un rappresentante della Palestina in una competizione di questo livello. "Una palestinese 'Kick ass' vince l'oro", ha titolato il sito Middle East Monitor alludendo al soprannome ispirato a una miniserie a fumetti Usa e al film del 2010. 


Nata a Nablus, in Cisgiordania, Mariam ha trionfato nella categoria cadetti Kumite 61 kg., battendo in finale per 2-0 l'egiziana Roaa Mohamed. Un podio completato dalla italiana Nicole Correddu, battuta proprio dalla campionessa palestinese in semifinale con il punteggio di 8-3. A soccombere ai colpi e alla tecnica della giovane di Nablus anche la bosniaca Ajlin Kurtanovic, la svizzera Esma Redzic e la belga Maissa Sridi. Visibilmente commossa, Mariam ha dedicato la vittoria al popolo palestinese. Non ha rilasciato dichiarazioni ma ha indicato più volte la bandiera nazionale cucita sul proprio Karategi bianco. Immagini che hanno suscitato commozione e giubilo sul web, diventando virali tra i palestinesi e neo media arabo.
Mariam Bsaharat aveva vinto anche due importanti tornei giovanili, quest'anno, a Manila nelle Filippine e a LaCoruna, in Spagna. Un'altra campionessa palestinese di karate, la 24enne Nagham Abu Samrah, era deceduta a gennaio dopo che era rimasta in coma e le era stata amputata una gamba a seguito delle ferite riportate in un bombardamento sulla Striscia di Gaza a metà dicembre.

 

 

Usa 2024, ecco perchè la sera delle elezioni non si conoscerà il nome del vincitore

AGI - L'esito delle presidenziali americane del 5 novembre è quanto mai incerto e sono molte le ragioni per cui non bisogna aspettarsi una proclamazione rapida del vincitore. Gli Stati Uniti non hanno un sistema di conteggio centralizzato dei voti elettorali come in Italia, dove il Ministero dell'Interno riceve i risultati e poi li comunica.

 

Negli Usa le elezioni sono gestite a livello statale se non addirittura a livello di contea. I voti dei vari seggi vengono contati e passati a una commissione elettorale statale che poi li sigilla e li passa al Congresso, dove in dicembre Senato e Camera riuniti li aprono, li ricontano e li certificano. Poi a gennaio le due Camere in seduta congiunta certificano l'esito alla presenza del Vicepresidente. E' una procedura che richiede mesi, quindi chi dirà la notte delle elezioni chi ha vinto le presidenziali? Per decenni l'onere e l'onore sono stati dell'Associated Press, alla quale negli anni si sono unite altre 'decision desk' - come vengono chiamate - dalla CNN alla Fox, dalla CBS alla NBC, fino alla ABC.

 

Fox News è considerata una delle più affidabili perché ha una sua decision desk che è disgiunta dalla gestione pro-Trump dell'emittente. Bisogna comunque tenere a mente che si tratta di una dichiarazione, non di una certificazione. Cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima notte elettorale? Va innanzitutto considerato che alle 23, ora di New York, quando in Italia sono le 5 del mattino del giorno dopo, avranno chiuso tutti i seggi. O almeno dovrebbero, perché chi è già in fila ha diritto di votare anche se il seggio chiude. Potrebbe così succedere che in un seggio che avrebbe dovuto chiudere alle 20, alle 22 si stia ancora votando.

 

 

Se ci fosse la vittoria a valanga di uno dei due candidati, si potrebbe conoscere il risultato già durante la notte. Ma nessuno si aspetta una vittoria a valanga né per Trump né per Harris, quindi uno scenario come quello del 2012, quando la conferma di Obama alla Casa Bianca fu annunciata già alle 23,48 è improbabile ed è più verosimile quello del 2000, quando nella sfida Bush-Gore il risultato si seppe a dicembre, e la Corte Suprema si espresse al termine di una interminabile battaglia a colpi di ricorsi. 

 

In quell'occasione fu un pugno di voti in Florida a decidere: nello Stato si stavano ricontando i voti e c'era un vantaggio di soli 547 voti di Bush su Gore. A dicembre la Corte Suprema decise che bisognava smettere di ricontare e sancì la vittoria di Bush. Dal 2020 il metodo elettorale negli Stati Uniti è cambiato e la maggioranza degli elettori oramai preferisce votare per corrispondenza. Nel 2020 c'era la pandemia e l'idea di mettersi in fila in un luogo affollato al chiuso per votare di persona non era gradevole per nessuno. Così il 70% degli elettori preferì votare per corrispondenza.

 

Successivamente il dato è sceso al 50 per cento, ma sembra che questa tendenza sia ormai consolidata. Con quale esito per il risultato? In Stati come la Pennsylvania, il Wisconsin, la Georgia, il Michigan è permesso contare i voti per corrispondenza solo dopo che si è finito di contare i voti espressi di persona. Ecco perché nelle elezioni del 2020 si verificò quello che fu chiamato "il miraggio rosso" che fece credere che Trump avesse vinto con una grande maggioranza: gli elettori repubblicani avevano preferito votare di persona e quelli democratici per posta così a mano a mano che venivano contati i voti per corrispondenza, Biden accorciava la distanza fino a raggiungere e superare l'avversario.

 

E' possibile che questo succeda anche in queste elezioni perché la Pennsylvania, che porta in dote 19 voti elettorali ed è considerato uno Stato fondamentale perché un candidato possa vincere, ha 9 milioni di probabili elettori e almeno il 40% di questi ha scelto di votare per corrispondenza. Il che vuol dire che 3 milioni e 600 mila voti dovranno essere contati dopo che si è finito di contare gli altri. 

 

E' chiaro che il risultato della Pennsylvania arriverà tardi, di sicuro non entro le 11 di sera quando chiuderanno tutti i seggi. Lo stesso varrà per gli altri stati chiave come Wisconsin, Michigan e Georgia. A complicare ulteriormente le cose in questa tornata elettorale c'è il fatto che dal 2020 a oggi alcuni stati in bilico, in particolare la Georgia, l'Arizona e il Michigan, hanno riempito le commissioni elettorali - quelle in cui convergono i voti dei vari seggi - di esponenti MAGA, cioè di trumpiani.

 

Le commissioni elettorali hanno il diritto di ordinare l'interruzione della conta dei voti se da uno dei seggi un qualsiasi osservatore riferisce che è stato testimone di brogli. Con il risultato che l'esito da quel seggio non solo non viene comunicato subito, ma probabilmente nemmeno nelle ore o addirittura nei giorni successivi perché una delle parti, che sia repubblicana o democratica, potrebbe contestare la decisione della commissione elettorale e appellarsi a un tribunale amministrativo elettorale o, se nemmeno questa decisione dovesse soddisfarlo, fare ricorso alla Corte Suprema. Ed ecco che la procedura si prolunga per settimane.

 

Se tutto filasse liscio, se gli osservatori in Georgia, Arizona, Michigan non avessero critiche da muovere alla conta dei voti, se la Commissione elettorale non bloccasse nessuna conta di nessun seggio, se ci fosse una valanga di voti per Trump o per Harris, si potrebbe avere il risultato nella notte elettorale. Ma se uno qualsiasi di questi intoppi dovesse scattare, si andrà alle calende greche, perché sono gli Stati in bilico quelli che decideranno se veramente uno dei candidati ha la maggioranza elettorale.

 

Calci e pugni all’arbitro a fine partita, adesso l’ex presidente dell’Ankaragucu rischia il carcere

AGI - Il pubblico ministero ha chiesto 13 anni di carcere per il presidente della squadra turca dell'Ankaragucu, Faruk Koca, che lo scorso 11 dicembre sferrò un pugno all'arbitro internazionale Halil Umit Meler. Le immagini dell'aggressione in campo al termine della partita con il Rizespor, finita 1-1 dopo un controverso rigore assegnato agli ospiti nel finale, avevano fatto il giro del mondo.

 

 

Koca è già stato squalificato a vita pochi giorni dopo l'episodio e il club è stato punito con una multa di 65 mila euro e con cinque partite disputate a porte chiuse. L'ex presidente della squadra della capitale è ora a processo davanti alla giustizia ordinaria e deve rispondere anche delle minacce rivolte a Meler, un "ti ammazzo" ripetuto più volte, e dei calci sferrati insieme ad altre tre persone quando il direttore di gara era già a terra.

 

 

Koca dal 2002 al 2011 ha ricoperto la carica di parlamentare nelle liste dell'Akp, partito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, all'epoca premier. Lo stesso Erdogan aveva condannato senza mezze misure l'episodio e il partito aveva espulso Koca, rimasto iscritto pur non rivestendo cariche da più di dieci anni.

 

 

Mbappé indagato per stupro. Lui: “Sono vittima di fake news”

AGI - È in corso un'indagine per "stupro" su quanto accaduto nel centro di Stoccolma dopo la visita di Kylian Mbappé e del suo entourage, ha confermato la procura svedese, senza fare nomi, in risposta alle notizie di stampa che prendevano di mira il giocatore. "In seguito alla pubblicazione da parte dei media (di informazioni su un) presunto stupro a Stoccolma, la procura puo' confermare che la polizia ha ricevuto una denuncia di stupro" e che "è in corso un'indagine", ha dichiarato la procura in un comunicato. Il fatto è avvenuto giovedì 10 ottobre in un hotel del centro città.

 

Secondo quanto riportato da Aftonbladet ed Expressen, Kylian Mbappé è oggetto di un'indagine per stupro dopo aver trascorso due giorni a Stoccolma con il suo entourage. Secondo l'Expressen, l'attaccante francese è considerato un "ragionevole sospetto" nell'indagine, il livello più basso di sospetto previsto dalla legge svedese. Secondo le nuove informazioni pubblicate oggi dal quotidiano, la polizia ha sequestrato un paio di pantaloni neri, un top e un paio di mutandine nell'ambito delle indagini. Ieri Mbappé ha dichiarato di essere vittima di "fake news".

"FAKE NEWS !!!! Sta diventando così prevedibile, il giorno prima dell'udienza come per caso", ha detto il giocatore del Real Madrid sul social network X, tracciando un collegamento tra l'articolo di Aftonbladet e l'udienza prevista per oggi davanti a una commissione della Ligue de Football Professionnel (LFP) nella disputa finanziaria tra lui e il Paris SG. L'ex attaccante parigino reclama 55 milioni di euro di stipendi non pagati e altri bonus dal suo ex club. Secondo Aftonbladet, giovedì sera Mbappé era con un gruppo di persone al Chez Jolie, un ristorante della capitale svedese, prima di recarsi al club "V", dove ha incontrato altre persone.

 

"Questa non è una buona cosa per la Nazionale francese": questo il commento a caldo dell'allenatore Didier Deschamps alla notizia di un'indagine per stupro e violenza sessuale aperta in Svezia a carico di Kylian Mbappé, dopo la sua visita a Stoccolma. A conclusione della partita vittoriosa della Francia in Belgio, Deschamps ha dichiarato che "sta venendo fuori ovunque", dopo la notizia diramata quotidiano svedese Expressen, invitando i giornalisti a "prendere le dovute distanze e a distinguere il vero dal falso quando rilanciate le informazioni, prima di scrivere la qualunque...succede molto spesso".

 

Per l'allenatore, c'è comunque un "clima negativo intorno ai 'Bleus'", sottolineando che "con lui (Mbappé)non parlero' di questo, è abbastanza grande per saper comunicare". Secondo il quotidiano svedese Expressen, l'aggressore francese è considerato "ragionevolmente sospetto" in questa indagine della polizia per "stupro e violenza sessuale", il livello di sospetto più basso previsto dalla legislazione svedese. "Fake News!!!", ha subito contestato il giocatore del Real Madrid su X, senza precisare chi fosse preso di mira.

 

Quando il giocattolo diventa un cucciolo vero, anzi verosimile

AGI - C'è stato un tempo in cui l'alternativa a un cane, un gatto, un qualunque animale d'affezione, era tecnologica e si chiamava Tamagotchi: un giochino elettronico, display monocromatico e pixel enormi per un pupazzetto cui bisognava dare cibo, acqua, coccole seguendo orari più o meno precisi, altrimenti il "cucciolo" virtuale sarebbe addirittura morto. Un exploit mondiale. Ma appunto, solo un exploit perché invece di responsabilizzare bambini e adolescenti (ma anche adulti) in previsione di un cucciolo vero o in semplice sostituzione, faceva salire l'ansia.

In Giappone, dove nacque l'idea, ci furono addirittura movimenti a tutela di bambini psicologicamente distrutti dalla morte improvvisa del loro Tamagotchi. Il giocattolo, venduto in milioni di esemplari e imitato in tutto il mondo, non è mai morto per davvero. Resiste ancora. Solo che adesso rischia di scomparire definitivamente perché decisamente limitato e bruttino in confronto a quello che Casio sta per mettere in circolo.

 

L'azienda giapponese ha lanciato i preordini per un robot peloso capace di fare le coccole al suo proprietario e in grado di ispirare reali sentimenti di affezione. Di più: mancargli di attenzione non comporterà una brutta morte per il 'cucciolo' ma ne farà un animale stressato, ansioso, proprio come un cagnolino o un gatto che soffronno di sindrome dell'abbandono. Molto realistico, forse anche troppo. Con movimenti alquanto limitati, ma molto realistici, effetti sonori e poi la sensazione al tatto, faranno di Moflin più di un complesso giocattolo. Sarà dotato anche di intelligenza artificiale, in grado di percepire lo stato d'animo del suo proprietario e di 'regolarsi' in base a quello.

E Moflin imparerà nel tempo a riconoscere le diverse situazioni. Insomma come assistere alla crescita di un cucciolo spendendo 398 dollari per il preordine. Moflin arriverà sul mercato il 7 novembre prossimo. Ma inutile illudersi che sarà come avere un cucciolo vero senza avere l'incombenza delle frequenti e costose visite dal veterinario. Anche Moflin ha i suoi problemi: potrebbe bloccarsi, potrebbe perdere pelo. E Casio ha pensato a un abbonamento per risolvere ogni inconveniente che dovesse presentarsi, ma costa 44 dollari l'anno per la pulizia, la sostituzione della pelliccia e per tutte le riparazioni necessarie. 

Non sarà il cane robot Aibo di Sony e in effetti costa molto meno. Non può infatti svolgere dei compiti utili, perché è pensato come un antistress, una coccola. E forse avrà vita migliore del Tamagotchi, perché a differenza dell'infernale videogioco tascabile, Moflin anche quando diventa triste non emetterà suoni eloquenti, proprio per non mettere ansia al suo padrone. 

 

Corruzione: arrestato in flagrante un dirigente di Sogei

AGI - La Guardia di Finanza ha arrestato un dirigente di Sogei e un imprenditore ieri sera a Roma. Ai due è contestato il concorso in corruzione. L'arresto, in flagranza di reato dopo lo scambio di una somma di 15 mila euro poi sequestrati, è stato eseguito dal nucleo Pef, nell'ambito di un'inchiesta più ampia coordinata dalla procura della Capitale.

 

Nell'indagine più ampia della Finanza, coordinata dai pm di Roma, è stato eseguito anche un decreto di perquisizione locale, domiciliare e di contestuale sequestro nei confronti di alcuni pubblici ufficiali e di alcune imprese. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono quelle di corruzione e turbata libertà degli incanti nell'ambito di diverse procedure di appalto in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei, dal ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa.

 

Tra i soggetti economici interessati dalle perquisizioni figurano - spiega una nota della Guardia di Finanza -, in quanto sottoposte ad accertamenti ai fini della responsabilità amministrativa degli enti di cui al Decreto Legislativo n. 231/2001, le societa' quotate Digital Value Spa e Olidata Spa. 

Ad agosto il debito pubblico vicino ai 3000 miliardi di euro

AGI - Nel mese di agosto il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 11,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.962,5 miliardi. Lo rileva Bankitalia, spiegando che l'incremento è dovuto all'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (19,8 miliardi, a 65,2) e all'effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,2 miliardi), parzialmente compensati dall'avanzo di cassa (8,0 miliardi).

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, l'aumento del debito è riconducibile a quello delle Amministrazioni centrali (cresciuto di 12,1 miliardi); quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. La vita media residua è rimasta stabile a 7,8 anni. La quota del debito detenuto dalla Banca d'Italia è lievemente diminuita (al 22,7 per cento, dal 22,9 del mese precedente); a luglio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta da non residenti è leggermente aumentata (al 29,4 per cento, dal 29,3 di giugno), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4 per cento. 

Nations League, l’Italia cala il poker. 4-1 contro Israele

AGI - L'Italia vince e convince anche nella quarta giornata di Nations League e consolida il primo posto nel girone: a Udine, Israele travolto 4-1 e passaggio ai quarti di finale sempre più vicino. Rispetto alla partita contro il Belgio, Spalletti lancia dal primo minuto Vicario, alla prima da titolare con la Nazionale in una partita ufficiale, al posto del diffidato Donnarumma, così come Fagioli e Raspadori prendono il posto di Ricci e dello squalificato Pellegrini.

Avvio arrembante degli Azzurri, ma la prima occasione della partita è di Israele, con Madmon che sfiora il palo dopo una palla persa a centrocampo proprio da Fagioli, tra i meno positivi della serata. Dopo questo brivido, l'Italia ricomincia a imporre il proprio gioco, fatto di cambi di gioco e scambi veloci, spesso a un tocco. Al quarto d'ora, ecco il primo tentativo degli Azzurri: Di Lorenzo lancia in profondità Retegui, ma è ottima la chiusura di Glazer.

 

Il portiere israeliano è reattivo ed efficace nel giro di pochi minuti ancora su Retegui e poi su Tonali. Alla mezz'ora, Frattesi arriva leggermente in ritardo sul cross rasoterra di Dimarco, mentre Retegui manda sull'esterno della rete.

Al 39', contatto nell'area ospite tra Dor Peretz e Tonali su una palla vagante: è rigore, con Retegui che trasforma mandando la sfera all'incrocio. L'Italia si presenta in campo dopo l'intervallo ancora con un ottimo piglio, in costante proiezione offensiva. Dagli sviluppi di un calcio d'angolo nasce una punizione dalla sinistra su cui Raspadori fa partire il cross che premia il perfetto inserimento di Di Lorenzo, che schiaccia di testa per il raddoppio al 54'.

 

Lampo di Israele al 66' con il gol direttamente da calcio d'angolo di Abu Fani: evidente l'ostruzione di Baltaxa su Vicario, ma l'arbitro de Burgos convalida il gol anche dopo il silent check del Var. L'Italia non si disunisce e al 72' torna sul doppio vantaggio sull'asse Dimarco-Frattesi, con gol del centrocampista complice anche la prima incertezza della partita di Glazer.

 

Dopo questa rete c'è spazio anche per il debutto di Daniel Maldini, che entra in maniera decisiva sul quarto gol azzurro con il tunnel a liberare Udogie, che mette in mezzo per la doppietta di Di Lorenzo. Nel finale c'è il debutto anche di Lucca nel proprio stadio, mentre Frattesi esce per una botta al piede. 

 

 

 

Il governo accelera, la manovra arriva in Consiglio dei ministri

AGI - Il governo accelera l'iter della legge di bilancio, che a sorpresa sarà già domani all'esame del Consiglio dei ministri, assieme al documento di programmazione e al Dl anticipi con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali. La scorsa settimana il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva parlato dell'intenzione di approvare domani a Palazzo Chigi il Dpb, nell'ultimo giorno utile per l'invio a Bruxelles, e della possibilità che anche la legge di bilancio arrivasse domenica 20 alla Camera.

Ma l'indicazione era passata sottotraccia. I punti cardine della manovra, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi di euro, sono stati definiti: conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e della riduzione a tre aliquote Irpef. Da soli questi due provvedimenti, che il governo è intenzionato a rendere strutturali, valgono circa 15 miliardi. Poi c'è l'ipotesi di ampliare il taglio del cuneo al ceto medio, per i redditi fino a 60mila euro, per la quale però servirebbero tra 2,5 e 4 miliardi.

Alla fine l'estensione potrebbe essere ridotta ai redditi fino a 40mila. Altro asse portante è il tentativo di contrastare l'inverno demografico tramite un intervento sull'assegno unico o degli sgravi ad hoc. Ma le risorse sono limitate. Qualche risorsa potrebbe arrivare dal buon andamento delle entrate tributarie nel 2024, appare più complesso invece tramite il concordato preventivo biennale. Poi c'è la questione di un possibile prelievo sulle grandi aziende, a partire dalle banche, che da settimane agita la maggioranza dove sul punto ci sono sensibilità differenti tra i partiti: Forza Italia è contraria, Lega ed FdI si sono dette maggiormente possibiliste. Il mantra del governo è che "non ci saranno nuove tasse". Nel testo della manovra, spiegano fonti qualificate, sarebbe atteso un contributo a carico delle banche. Potrebbero figurare anche dei tagli lineari a carico dei ministeri, che i singoli dicasteri sarebbero chiamati a gestire in maniera flessibile. Da giorni il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ripete che se non saranno i singoli ministeri a presentare una spending review in proprio sarà lui a dover "fare la parte del cattivo", con tagli a tutti i dicasteri ad eccezione del comparto sanità. E che l'approccio del governo ai conti pubblici resta "prudente" e "responsabile". "È stato chiesto di andare a fare una verifica, ministero per ministero, di quelle che possono essere le spese, anche improduttive o che si possono rinviare. I numeri devono quadrare purtroppo", spiega il ministro dell'Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Da settimane il Mef lavora alle simulazioni per reperire tutte le risorse necessarie per allestire la manovra, in un contesto di risorse limitate. Gli impegni presi con la Ue nel Piano Strutturale di Bilancio approvato nelle scorse settimane chiedono una riduzione del debito pubblico, che è arrivato a sfiorare i 3mila miliardi, con l'obiettivo di ridurre il rapporto deficit/Pil sotto il 3% nel 2026. Se la Ue darà disco verde a spalmare il piano a 7 anni, l'Italia è attesa da una politica di contrazione delle spese da circa 13 miliardi all'anno. Il contesto macro economico e geopolitico non è semplice. L'economia europea manda segnali di crescita debole o moderata. La discussione in Parlamento del Piano strutturale di bilancio nei giorni scorsi ha palesato che presumibilmente la crescita 2024, alla luce dell'ultimo aggiornamento Istat sui conti pubblici, potrebbe non raggiungere l'1% nel 2024 stimato dal governo nel Def, che Bankitalia vede allo 0,8%. "Penso faccia bene il governo a chiamare tutti alla responsabilità. Chiamare alla collaborazione significa concertare la misura dei contributi eccezionali a fronte di eccezionali condizioni che si sono verificate", dice il vice presidente della Camera Fabio Rampelli, di FdI. Le opposizioni attaccano parlando di una legge di bilancio che si annuncia a base di 'lacrime e sangue' nel segno dell'austerità. "La manovra sarà un frontespizio ma non ci sarà un testo. L'unica cosa certa, viste le finte minacce di Giorgetti ai ministri sulle spese, è che ci saranno tagli lineari che si tradurranno in tagli a servizi e assistenza", incalza il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. "Ho proposto la tassa sugli extraprofitti bancari più di un anno e mezzo fa, da allora non si è fatto niente se non un provvedimento 'facoltativo' che ha portato zero euro nelle casse dello Stato", ricorda il capogruppo M5s alla Camera Francesco Silvestri. Mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi afferma: "Meloni alza le tasse perché ci deve finanziarie i suoi centri di detenzione per migranti che apriranno in settimana in Albania. Un uso vergognoso dei soldi dei contribuenti". 

La Nigeria ‘maltrattata’ non gioca con la Libia

AGI - La nazionale nigeriana ha deciso di boicottare la partita di qualificazione alla Coppa d'Africa contro la Libia in programma domani a Bengasi, dopo che i calciatori delle Super Aquile hanno denunciato "un trattamento disumano" per essere stati bloccati per più di 12 ore in aeroporto dalla polizia locale, senza wi-fi e comunicazioni e senza ricevere acqua, né cibo. L'aereo della Nigeria sarebbe dovuto atterrare domenica a Bengasi ma è stato dirottato su Al Abraq che dista 230 chilometri dove i giocatori sono rimasti accampati per tutta la notte.

Il capitano, William Troost-Ekong, ha lamentato che la spedizione nigeriana è stata isolata "per fare pressione psicologica" dopo che la Libia aveva lamentato una brutta accoglienza nella gara di andata venerdì scorso in Nigeria, con l'aereo dirottato su Port Harcourt e costretto a percorrere 130 km per raggiungere Uyo senza che per ore venisse neppure fornito un pullman. "Con gli altri giocatori", ha spiegato Troost-Ekong, difensore ex Udinese che ora gioca all'Al-Kholood in Arabia Saudita, "abbiamo deciso di non giocare e abbiamo chiesto al governo di riportarci a casa, me ne sono capitante tante giocando fuori casa in Africa ma questo è vergognoso".

 

Per raggiungere Bengasi, infatti, ci sarebbero volute tre ore e mezza di pullman senza alcuna garanzia per la sicurezza. "Rispettiamo i nostri avversari quando sono nostri ospiti in Nigeria", ha assicurato il capitano, "gli errori accadono ma queste cose non hanno nulla a che fare con il calcio internazionale". La Federcalcio libica ha espresso "profonda preoccupazione" per la denuncia dei giocatori nigeriani ma ha negato che ci fosse dietro un piano per danneggiarli: "Abbiamo il massimo rispetto per la controparte nigeriana ma vogliamo rassicurarli che il dirottamento del loro volo non era voluto e i disagi sono legati a protocolli aeroportuali e a controlli di routine".

 

A protestare sui social sono stati anche altri giocatori, come Victor Boniface del Bayer Leverkusen e Ndidi del Leicester, e persino Victor Osimhen che non era convocato: "Sono deluso dal trattamento ingiusto che i miei fratelli hanno subito in Libia", ha scritto l'attaccante ex Napoli, "azioni come questa vanno contro lo spirito sportivo. Chiedo alla Caf e alle altre autorità di intervenire, perché i miei compagni di squadra sono ancora bloccati all'aeroporto in Libia". 

 

 

Si gioca troppo. Calciatori e Leghe ricorrono alla Ue contro la Fifa

AGI - Dai musi lunghi alle vie legali. Giocatori, tecnici e addetti ai lavori da tempo protestano contro le troppe partite e i calendari sempre più intasati, un malcontento che oggi è stato messo nero su bianco: i sindacati dei calciatori e le Leghe hanno presentato un reclamo alla Commissione europea "per l'imposizione del calendario internazionale delle partite da parte della Fifa". Il reclamo si basa su alcuni punti, a partire dal "conflitto di interessi della Fifa come organizzatore di competizioni e allo stesso tempo organo di governo, unito alla mancanza di un impegno significativo con le parti in causa", che violerebbe dunque il diritto della concorrenza dell'Ue.

La denuncia si concentra in particolar modo "sul calendario internazionale degli incontri maschili, comprese la Coppa del mondo per club Fifa 2025 e la Coppa del mondo Fifa 2026". A detta di Fifpro Europe e delle Leghe europee "l'eccessiva saturazione del calendario calcistico internazionale mette a rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali, apprezzate da generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo".

 

Da qui il reclamo, formalmente presentato alla direzione generale della Concorrenza della Commissione europea, contro la Fifa "per la sua condotta in merito all'imposizione del calendario internazionale delle partite". Un reclamo che parte da lontano visto che l'azione legale è stata approvata a luglio e "si inserisce nel contesto delle diffuse preoccupazioni espresse pubblicamente dai calciatori sull'impatto che un calendario calcistico insostenibile ha sulla loro salute, sul loro benessere e sulla longevità delle loro carriere". 

In una conferenza stampa a Bruxelles, i dirigenti di sindacati e leghe sono poi entrati nel dettaglio, evidenziando fra le altre cose "l'assenza di un giusto iter decisionale e la mancanza di un impegno significativo da parte della Fifa con i calciatori e le Leghe sulle questioni relative al calendario e come la Fifa abbia usato il suo potere regolatore per promuovere i suoi interessi commerciali a spese degli stakeholder (giocatori e leghe)". Ricordando le recenti sentenze in sede comunitaria sui casi Superlega e Diarra, alla Fifa viene chiesto di "esercitare le sue funzioni di ente regolatore in modo trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato, cosi' da neutralizzare suddetto conflitto di interessi".

 

Le regole e la condotta della Fifa sono ben al di sotto di quanto richiesto dal diritto dell'Ue e danneggiano gli interessi economici delle Leghe nazionali e la salute e la sicurezza dei calciatori del calcio europeo - si legge ancora in una nota congiunta di sindacati e leghe - Un'azione legale presso la Commissione europea è diventata necessaria per salvaguardare il settore calcistico europeo, che è una forza culturale e di intrattenimento globale". Sul tema è intervenuto anche Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega di Serie A, una serie A che "come quasi tutti gli altri campionati europei, negli ultimi 20 anni non ha aumentato il numero di partite.

Al contrario, Fifa e Uefa, ciclo dopo ciclo, hanno incrementato costantemente le dimensioni delle loro competizioni sia per i club che per le squadre nazionali e ora abbiamo raggiunto un punto di saturazione nel calendario. Ma la differenza è che la Uefa ha avuto una significativa consultazione con tutte le parti interessate, Leghe comprese, e ha deciso una riforma del formato delle competizioni per club dopo una lunga discussione. La Fifa - accusa De Siervo - ha imposto il suo nuovo format e le sue competizioni senza alcuna discussione, consultazione e senza accettare di avere alcuna forma di rapporto con gli organizzatori delle altre competizioni". 

 

 

Nel 2023 calano gli infortuni e i morti sul lavoro

AGI - Nel 2023 calano gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail, sono stati oltre 590mila (-16,1% rispetto ai circa 704mila del 2022), di cui 1.147 con esito mortale (-9,5% rispetto ai 1.268 dell'anno precedente). La relazione annuale Inail sugli incidenti sui luoghi di lavoro fotografa numeri in discesa. Ma la piaga delle morti bianche è ancora una emergenza quotidiana, come testimoniano gli episodi che si susseguono ogni settimana tra fabbriche, cantieri e campi agricoli.

 

Gli infortuni riconosciuti nel sono provvisoriamente stimati in 375.578 (pari al 64% delle denunce), il 18,1% sono avvenuti fuori dall'azienda, cioè in occasione di lavoro con mezzo di trasporto o in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro lo scorso anno sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) fuori dall'azienda.

 

Il 79,2% degli infortuni si concentra nella gestione assicurativa industria e servizi, il 4,5% in agricoltura e il 16,3% nel conto Stato, (ovvero i dipendenti della Pa, gli alunni e docenti delle scuole statali). Per i casi mortali, la gestione industria e servizi hanno registrato l'85,3% degli infortuni, quella agricoltura l'11,6%, mentre quella conto Stato il 3,1%".

 

"Se analizziamo il trend degli ultimi anni, registriamo per le denunce di infortunio in complesso una riduzione del 16,1% nel 2023 rispetto all'anno precedente (calo ancora largamente influenzato dal Covid)", analizza il presidente dell'Inail Fabrizio D'Ascenzo. Poi sottolinea: "La sicurezza sul lavoro, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non è un costo ma costituisce un investimento per il futuro e un fattore di successo per le imprese in termini di competitività e produttività e si traduce in tutela della salute dei lavoratori e in benessere organizzativo".

 

Nel 2023in seguito ai controlli degli ispettori Inail sono stati regolarizzati 44.009 lavoratori, di cui 1.708 in nero, e sono stati accertati e richiesti premi per oltre 91,1 milioni di euro. Gli ispettori del lavoro hanno svolto 8.739 pratiche per accertamenti presso le aziende avviati nel 2023 e in anni precedenti. Le aziende irregolari sono risultate 8.191, ovvero il 93,73% delle aziende ispezionate. 

 

Per la premier Giorgia Meloni: "La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente che deve vedere tutti in prima fila".

La presidente del Consiglio auspica: "Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il governo sta portando avanti". Mentre per la ministra del Lavoro Marina Calderone: "Il lavoro sicuro deve essere il nostro fine. Una sola vita persa è una sconfitta. Bisogna prevenire, è un investimento fondamentale".
Altre considerazioni sottolineate dal report Inail. Le denunce di malattie professionali nel 2023 sono state oltre 72mila, in aumento del 19,8% rispetto al 2022. Questo incremento era atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi).


Dalle opposizioni il senatore Tino Magni, presidente della commissione d'indagine sulle condizioni di lavoro, commenta: "Come certifica l'Inail le politiche di prevenzione restano ancora insufficienti e le norme esistenti, troppo spesso non vengono rispettate. La strada è ancora lunga e tutta in salita, affinché si arrivi, come ha ricordato il presidente Mattarella, a un lavoro sicuro, dignitoso e garantito". 

 

Udine blindata, stasera il match Italia – Israele 

AGI - In una città blindata per la sfida tra Italia e Israele di questa sera, alle 17 a Udine partirà il corteo del movimento pro Palestina che si snodera' da piazza della Repubblica per terminare intorno alle 19.30 in piazza XX settembre. Le forze dell'ordine monitoreranno l'intero percorso e i manifestanti non potranno oltrepassare il sistema di sicurezza disposto per cerchi concentrici lungo i chilometri che separano lo stadio Friuli dal centro cittadino, dove si concludera' il corteo. 

A Johnson, Acemoglu e Robinson il Nobel per l’economia 

AGI - Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson hanno vinto il premio Nobel per l'economia 2024 "per gli studi su come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità": lo rende noto l'Accademia reale svedese delle scienze. Il prestigioso riconoscimento, formalmente noto come Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in Memory of Alfred Nobel, è l'ultimo premio assegnato quest'anno e vale 11 milioni di corone svedesi (1,1 milioni di dollari).  

 

 

"Ridurre le enormi differenze di reddito tra i Paesi è una delle più grandi sfide del nostro tempo. I vincitori hanno dimostrato l'importanza delle istituzioni sociali per raggiungere questo obiettivo", ha dichiarato Jakob Svensson, presidente del Comitato per il Premio in Scienze Economiche. Il premio per l'economia non è uno dei premi originali per la scienza, la letteratura e la pace creati per volontà dell'inventore della dinamite e uomo d'affari Alfred Nobel e assegnati per la prima volta nel 1901, ma un'aggiunta successiva istituita e finanziata dalla banca centrale svedese nel 1968. L'anno scorso, la storica dell'economia di Harvard Claudia Goldin ha vinto il premio per il suo lavoro che ha messo in luce le cause della disuguaglianza salariale e lavorativa tra uomini e donne.

 

  • Daron Acemoglu è nato nel 1967 a Istanbul, Turchia. Ha un dottorato di ricerca conseguito nel 1992 presso la London School of Economics and Political Science, Regno Unito. È professore al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Usa).
  • Simon Johnson è nato nel 1963 a Sheffield, Regno Unito. Ha un dottorato di ricerca 1989 presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, USA, dove attualmente insegna.
  • James A. Robinson è nato nel 1960. Ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1993 presso l'Universita' di Yale, New Haven, CT, USA. È professore presso l'Università di Chicago

Vince Carter e gli altri 12 nomi entrati nella ‘Hall of Fame’ della Nba

AGI - La Nba ha inserito 13 nuovi candidati a entrare nella Hall of Fame della pallacanestro americana. Tra questi spiccano i nomi di Vince Carter e Chauncey Billups, che hanno calcato il parquet negli ultimi decenni, e quello del compianto Jerry West, che sarà così premiato per la seconda volta.

 

Vince Carter, 47 anni, ha giocato nella NBA per 22 stagioni, facendo conoscere al pubblico un gioco esplosivo, regolarmente caratterizzato da spettacolari schiacciate. Particolarmente fortunate sono state le sue stagioni ai Toronto Raptors e i ai New Jersey Nets - che nel frattempo si sono trasferiti a Brooklyn. Otto volte All-Star, vincitore della gara di schiacciate nel 2000 e soprattutto campione olimpico con Team USA a Sydney nello stesso anno, nel corso della sua carriera ha avuto una media di 16,7 punti, 4,3 rimbalzi e 3,1 assist. “Ho giocato perché mi piaceva. Non è mai stato per inseguire gli anelli e i titoli”, ha detto il giocatore che si è ritirato all'età di 43 anni senza essere mai stato incoronato campione NBA.

 

 

Chauncey Billups, invece, ha vinto un anello nel 2004 come playmaker dei Detroit Pistons, venendo nominato MVP (miglior cestista) delle finali giocate contro i Los Angeles Lakers. L'attuale allenatore di Portland, 48 anni, è un cinque volte All-Star con medie di 15,2 punti e 5,4 assist in 17 anni di permanenza nella Lega. “Ho dato tutto a questo sport, solo che non si è concretizzato abbastanza velocemente”, ha ricordato Billups, che ha avuto un primo anno complicato prima di trasferirsi nel Michigan e diventarne un punto fermo.

 

 

È stato premiato anche il “logo” dell'NBA Jerry West, il leggendario giocatore e dirigente del basket a stelle e strisce, morto a giugno all'età di 86 anni. Dopo essere già stato inserito nella Hall of Fame come giocatore, è stato nuovamente inserito per il suo lavoro di manager, un caso unico nella storia della Lega. Fanno parte di questa nuova 'classe' anche gli ex giocatori Michael Cooper (cinque volte campione NBA, difensore dell'anno 1987), Walter Davis (sei volte All-Star, campione olimpico nel 1976) e Dick Barnett (due volte campione NBA), l'australiana Michelle Tims, gli allenatori universitari Bo Ryan e Harley Redin, l'allenatore nelle High School, Charles Smith, e la quattro volte campionessa WNBA Seimone Augustus. Doug Collins, ex giocatore dei Sixers, allenatore dei Bulls di Michael Jordan e consulente televisivo, e Herb Simon, proprietario degli Indiana Pacers dal 1983, completano l'elenco.

 

 

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