Cortina non vuol fare da rifugio ai furbetti del virus

La Regina delle Dolomiti, ancora scottata dai blitz anti-evasori dell'epoca Monti, si rifiuta di passare come "buen retiro" per gli sfollati della noia in quarantena. Strade sbarrate ai turisti e via i non residenti. I carabinieri: «Controlli capillari, anche nelle malghe».

Eternamente in bilico fra ricchezza e cialtroneria, fra intellighentsja e cafonaggine, immensamente vanziniana “due giri di Rolex”, Cortina questa volta si rifiuta di valicare il confine, di finire additata al generale ludibrio come ai tempi del blitz anti-evasori di Mario Monti, che ne danneggiò il business per un lustro buono e la reputazione a tempo indefinito. Un’amica ampezzana che sta facendo sloggiare gli affittuari stagionali perché no, non vuole guai, ci gira su whatsapp l’ordinanza emanata dal sindaco di Cortina Giampietro Ghedina.

STRADE SBARRATE AI TURISTI

È lunga trenta righe, ve la riassumiamo in una: verranno sbarrate le strade agli sfollati della noia in quarantena. Seconde case di proprietà o meno, in questo momento Cortina è aperta solo per gli ampezzani, cioè per i residenti, insieme con le sue strutture ospedaliere che, certo, non potrebbero accogliere folle di gitanti eventualmente infettati dal coronavirus: «Nonostante la vocazione turistica della nostra città, il soggiorno e le escursioni per turismo e svago non sono contemplate», scrive il primo cittadino, «ci si vede costretti ad evidenziare a quanti non residenti avessero intenzione di raggiungerci, che ciò si porrebbe in contrasto con le disposizioni normative, potendo configurare un illecito penale».

I CARABINIERI PRONTI AD ANDARE CASA PER CASA

Segue la nota del Comando provinciale dei carabinieri di Belluno, che chiarisce la questione: andrà a prendere i furbetti casa per casa, fino nelle malghe. E nessuno creda di farla franca: «A partire dal 13 marzo e per tutto il week end, il Comando realizzerà un capillare servizio di controllo del territorio provinciale battendo a tappeto la viabilità primaria e secondaria, sfruttando anche l’ausilio degli elicotteri (…) Non verrà tralasciato nulla: disposte pattuglie di Carabinieri Rocciatori per il controllo di rifugi e malghe e luoghi più impervi, ove i più sfacciati potrebbero pensare di trascorrere il fine settimana, lontani dalle proprie abituali residenze (…) e in spregio al bene comune».

NON DIAMO CORDA ALLE ACCUSE DI FURBIZIA

Nelle grandi città desertificate dai provvedimenti per arginare l’epidemia di coronavirus, tanti hanno infatti pensato bene di rifare le valigie appena riposte dopo la settimana bianca e, interpretando a proprio comodo le disposizioni del governo, hanno riaperto in fretta persiane e scuri sotto le Tofane, ma a Cortina la rabbia contro chi tenta di aggirare le norme è palpabile. Non vorremmo finire per dar ragione al New York Times che, tre giorni fa, ha tacciato il Paese di «furbizia» (scritto in italiano) e di intolleranza alle regole: eppure la «sfacciataggine» che i carabinieri del Comando di Belluno evocano le assomiglia molto.

LA RICONVERSIONE DELLA MIROGLIO

Proprio per questo, speriamo che, fra le tante nequizie nazionali fatte filtrare ai media e all’opinione pubblica straniera, venga dato sufficiente risalto al bellissimo gesto della Miroglio che invece, come ai tempi della Seconda Guerra Mondiale quando le fabbriche di tessuti e abbigliamento confezionato vennero riconvertite nella fabbricazione di paracaduti, lenzuola e coperte, ha raggiunto un accordo con la Regione Piemonte per produrre mascherine a uso sanitario, azzerando la problematica sollevata dalla 3M e dai suoi «limiti alle esportazioni» imposta dalla Germania (nota a margine: l’Europa uscirà a pezzi e piena di rancori da questa emergenza), la Miroglio Group di Alba ha dichiarato di essere in grado di fornire le prime 15 mila mascherine già dal 14 marzo. A regime, dovrebbe produrre 25 mila mascherine al giorno, in esclusiva per il Piemonte, dopo aver messo al lavoro tutti i suoi façonisti su un modello con alta percentuale di elastan e una struttura speciale, molto aderente. Al momento, sono in corso le verifiche per la certificazione da parte dell’Istituto superiore di Sanità.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Powered by WordPress and MasterTemplate