Come i cinema sono stati messi in crisi dal coronavirus

Già 70 i titoli fermi, che potrebbero diventare un centinaio con l'estensione del blocco. Tutta la filiera costretta alla paralisi. Ma l'Anica progetta il rilancio. Confidando che arrivi già in estate.

Non c’è un settore non contagiato dall’emergenza coronavirus, ma il cinema è tra quelli che potranno venir fuori alla grande, quando tutto sarà finito, proprio per la sua funzione sociale, di arricchimento culturale, di aggregazione, indispensabile per tutti come già si vede in questi giorni di fame di contenuti tra social e tivù, pur a sale vuote. Per questo, «quando verremo fuori dalle catacombe ci sarà una bella riscossa e anzi con tutta la filiera a bordo» – ossia con le piattaforme dentro l’Anica ndr – «non solo ci stiamo preparando al dopo, ma avremo alla fine un sistema più moderno».

SONO GIÀ 70 I TITOLI FERMI

È realista ma anche determinato a immaginare un futuro positivo il presidente dell’Anica Francesco Rutelli. Questa mattina in una conference call con i presidenti di distributori (Mario Lonigro), produttori (Francesca Cima), esercenti (Mario Lorini) ha fatto un quadro, evidentemente parziale, della situazione che è drammatica come ovunque. «Impossibile quantificare il danno economico», ha detto. «Ci sono 70 titoli fermi – da Si vive una volta sola di Carlo Verdone ai Miserabili premiato a Cannes – «solo dalla settimana antecedente lo stop e fino ai primi di aprile secondo il Dpcm, potrebbero diventare 100 se si proseguirà con il blocco: il loro destino sarà complicato, alcuni andranno direttamente sulle piattaforme».

SI SPERA NELL’ESTATE PER UN’OCCASIONE DI RILANCIO

«Ogni azienda» – ha detto Lonigro – «sta cercando di rivedere il proprio «listino in una situazione in fieri e complicatissima che si va aggrovigliando anche a livello globale vista la pandemia che ad esempio, per citare l’ultimo caso, ha fermato Mulan della Disney. Non sappiamo quando finirà, ma è chiaro che ci sarà un sovraffollamento di proposte da coordinare e l’estate, se ci sarà la riapertura, potrebbe essere storica per il rilancio». «Una stagione di supermoviement« – ha sottolineato Rutelli – «un momento fondamentale per riappropriarci del cinema. E anche i David, ora costretti allo stop, saranno un’occasione pubblica di grande rilancio del settore». Quanto a Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti con Elio Germano Orso d’argento a Berlino e ultimo a uscire in sala, «uscirà di nuovo, guiderà la ripartenza e considereremo quattro giorni di anteprima l’uscita scorsa», ha aggiunto Lonigro.

TUTTA LA FILIERA MESSA ALLE STRETTE

Se il destino dei cosiddetti ‘pending’, ossia in gergo i titoli senza data di uscita, è complicato non sta meglio il resto della filiera: i set sono fermi, una quarantina, ha detto Cima, riservandosi di comunicare successivamente dati precisi delle produzioni costrette allo stop, tra film internazionali (come Mission Impossible 7 con Tom Cruise bloccato a Venezia proprio all’inizio dell’emergenza a febbraio), italiani ma anche pubblicità e tivù. E anche la post produzione va necessariamente a rilento visto che, per ovvie ragioni di distanza, le sale doppiaggio ad esempio sono chiuse mentre procedono da remoto le attività in solitario.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Powered by WordPress and MasterTemplate