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Morgan sull’esclusione da X Factor: «Editto satellitare, non la passeranno liscia»

La controversia tra Morgan e X Factor potrebbe non concludersi con l’esclusione dell’artista dal programma. Questo perché Marco Castoldi è già sul piede di battaglia contro la decisione di Sky Italia e Fremantle di interrompere la sua presenza come giudice nel talent, a causa delle polemiche che lo hanno coinvolto durante l’ultimo live. In una lunga intervista rilasciata a Repubblica, l’artista ha fatto sapere di stare «studiando la disciplina del licenziamento illegittimo» perché «è lampante l’illecito che hanno compiuto, non si può licenziare un lavoratore senza una ragione». Nel comunicato con cui X Factor ha annunciato il termine della collaborazione con il cantautore, si legge di «ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati», una formulazione che secondo Castoldi «è una calunnia». E così ha promesso: «Non la passeranno liscia. Prendete i popcorn, gente».

 

Morgan: «È come l’editto bulgaro di Berlusconi»

Secondo Sky e Freemantle, Morgan avrebbe avuto dei comportamenti inappropriati anche con la produzione, oltre che durante le esibizioni dei concorrenti. Un’accusa alla quale il cantante ha replicato: «È un totale delirio, qui si sta compiendo l’editto satellitare, esattamente come l’editto bulgaro, quando Berlusconi licenziò Biagi dalla Rai. E questo accade perché sono andato a scompigliare gli interessi di una lobby allucinante, perché bisogna sapere che dentro X Factor c’è una squadra che si è impossessata del meccanismo, una combriccola i cui protagonisti si firmano le canzoni uno con l’altro». Castoldi sostiene di essere stato cacciato per essere «uno che rompe i progetti», perché «anche X Factor è una recita, un pretesto, per altri interessi che definirei aziendali». Eppure, l’artista ha raccontato al quotidiano di essere stato «assillato fino allo sfinimento» per partecipare al programma: «Non lo volevo fare ma mi hanno ammaliato dicendomi di chiedere ciò che volevo. Io non volevo soldi, ma rispetto dal punto di vista professionale, scelte libere nel programma. Hanno accettato che andassi a fare Morgan, se faccio Morgan compio un abuso?».

La lite dietro le quinte con Fedez 

Tra le motivazioni dell’allontanamento del cantautore dal programma ci sarebbero anche delle liti avvenute dietro le quinte, ma l’artista sostiene che queste in realtà fossero rivolte contro di lui «con la presenza di altre persone e delle telecamere». In particolare, Morgan sostiene che ci sia stata un’accesa discussione dopo l’ultimo live con un altro giudice, Fedez. «Mi ha detto cose orrende e diffamanti, mi ha aggredito mentre ero in camerino con mia figlia di tre anni, che ho dovuto abbracciare per tranquillizzarla, con lui che batteva i pugni sulle pareti dicendo che i depressi si sarebbero tutti scagliati contro di me, e ha chiesto il mio licenziamento urlandomi pezzente davanti a tutti. Gridava come un pazzo, faceva accapponare la pelle», ha detto Morgan nell’intervista al quotidiano. Fedez è da tempo alle prese con la depressione, e durante la puntata di giovedì scorso, Castoldi aveva detto al rapper: «Mi fai da psicologo o sei troppo depresso?». Una frase che con ogni probabilità ha compromesso definitivamente la già fragile posizione di Morgan all’interno del programma, e sulla quale la produzione di X Factor alla fine non è passata sopra.

Morgan fuori da X-Factor dopo le polemiche del quarto live

Detto, fatto. Morgan non è più giudice di X Factor, a comunicarlo tramite una nota congiunta Sky Italia e Fremantle Italia. A nulla sono servite le scuse del cantautore dopo le polemiche del quarto live in cui si è lasciato andare a una serie di comportamenti e commenti discutibili. Da giorni si rincorrevano voci su un suo possibile allontanamento e, la mattina del 21 novembre 2023, è arrivata la comunicazione ufficiale.

Il comunicato di Sky Italia e Fremantle Italia

«Sky Italia e Fremantle Italia hanno deciso, di comune accordo, di interrompere il rapporto di collaborazione con Morgan e la sua presenza a X Factor come giudice. Una valutazione fatta a seguito di ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati, tenuti anche nei confronti della produzione e durante le esibizioni dei concorrenti, e delle numerose dichiarazioni susseguitesi anche in questi giorni. È imprescindibile che i concorrenti e il loro percorso restino al centro del programma. La musica e il talento sono sempre stati e devono continuare a essere il motore fondamentale di X Factor, ed è prioritario che tutto si svolga in un ambiente di lavoro professionale e che il confronto, per quanto acceso, si esprima sempre nel rispetto reciproco. La decisione è presa in considerazione dei valori di cui Sky, Fremantle e X Factor sono portatori, nel rispetto tutte le persone coinvolte e del pubblico, e avrà effetto immediato», si legge nel comunicato.

Gina Lollobrigida, Skofic: «Non posso badare ai cani di mia madre»

Il figlio di Gina Lollobrigida, Milko Skofic, ha lanciato l’appello per i cani della madre. Durante il programma Colpo di coda, in onda su Radio2, ha dichiarato: «Vivo all’estero, non posso seguire i cinque pastori tedeschi che erano di mia madre come meriterebbero. Servono adozioni consapevoli». L’uomo è stato intervistato da  Alessandra Zavoli e Pino Strabioli, insieme all’attrice Rosanna Banfi. L’intervista a Skofic è arrivata pochi giorni dopo la chiusura del processo all’ex factotum dell’attrice, Andrea Piazzolla. L’ex assistente di Gina Lollobrigida è stato condannato a tre anni per circonvenzione d’incapace.

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Skofic: «Servono adozioni consapevoli»

Il figlio di Gina Lollobrigida ha raccontato: «L’amore di mamma e papà per i cani è stato qualcosa di speciale. Sono cresciuto circondato da pastori tedeschi che sorvegliavano la mia carrozzina. Era come avere tanti baby sitter a quattro zampe: bellissimo». Poi l’appello: «Sono due femmine e tre maschi. Io vivo all’estero e non potrò seguirli come meritano. Vorrei una mano dai rescue specializzati nella razza perché insieme possiamo valutare adozioni consapevoli».

Gina Lollobrigida, Skofic «Non posso badare ai cani di mia madre»
Milko Skofic (Imagoeconomica).

Banfi: «Adottare fa bene al cuore»

Nel tentativo di aiutare, Rosanna Banfi ha parlato del proprio amore per gli animali e dell’importanza dell’adozione: «La nostra casa è sempre stata aperta a cani e gatti sfortunati. Mamma era pazza d’amore per loro e anche papà Lino. La sua preoccupazione era: hanno mangiato i cani? Le ultime arrivate sono una coppia di cucciole abbandonate in una discarica. Lo ripeterò sempre: adottare fa bene al cuore».

Addio a Marisa Jossa, Miss Italia 1959: era la madre di Roberta Capua

All’età di 85 anni, è morta Marisa Jossa, Miss Italia 1959 e madre di Roberta Capua, a sua volta vincitrice del concorso di bellezza 27 anni dopo, nel 1986. Ad annunciare la scomparsa della donna è stata proprio la conduttrice tv, che ha pubblicato una foto con una semplice scritta: «Ciao mamma».

Chi era Marisa Jossa

Jossa è stata la prima miss della gestione di Enzo Mirigliani, che ha debuttato come patron dell’evento proprio nel 1959. In quell’anno, la donna aveva appena 21 anni e ha vinto davanti alle altre 33 ragazze partecipanti, durante la finale che si è svolta a Ischia. 27 anni dopo, sarà lei ad accompagnare la figlia Roberta Capua, diventata anch’essa Miss Italia. Si tratta di un caso unico e mai più ripetutosi nella storia della manifestazione. Nove anni fa Marisa Jossa è stata investita da uno scooter all’uscita di un mercatino nel quartiere napoletano del Vomero, a Napoli, città in cui ha vissuto ed è morta nelle scorse ore.

Mirigliani: «Vinse la più alta»

Gli organizzatori di Miss Italia hanno ricordato in un comunicato la finalissima, con le parole dello stesso Mirigliani. Il patron Mirigliani, ricordando la vittoria di Marisa Jossa, ha raccontato: «Vinse la più alta, che si era imposta nelle selezioni di Selva di Val Gardena, dove da dieci anni andava in vacanza con la famiglia. Marisa era accompagnata dalla mamma, Anna Vasdeki, di origine greca». Sui giornali dell’epoca, come ricorda Adnkronos, la vittoria della 21enne è stata descritta così: «Ha vinto una di quelle bellezze che non fanno voltare la gente per strada non si trucca gli occhi, né si tinge le sopracciglia e le unghie».

Shakira patteggia una multa milionaria per evitare il carcere

Lunedì 20 novembre 2023 Shakira ha accettato di patteggiare una multa milionaria, ammettendo di aver evaso il fisco, per evitare la galera ed eventuali danni all’immagine. La cantante colombiana ha raggiunto, quindi, un accordo con il pubblico ministero spagnolo nell’ambito del processo che si è aperto a Barcellona per frode fiscale.

Shakira evita otto anni di prigione

I procuratori spagnoli avevano richiesto una pena detentiva di oltre otto anni e una multa di 24 milioni di dollari per l’artista. I giudici hanno accusato la 46enne di aver evaso il fisco spagnolo per un ammontare di 14,5 milioni di euro (15,7 milioni di dollari), riferito ai redditi percepiti tra il 2012 e il 2014. Tali accuse sono state negate dalla cantante, la quale sostiene di essersi trasferita in Spagna a tempo pieno solo nel 2015. Alla fine, la pop star ha deciso di accettare il patteggiamento di 7 milioni e 432 mila euro.

Le udienze proseguiranno fino a dicembre 2023

Secondo il piano stabilito, le udienze continueranno fino al 14 dicembre 2023. La celebre cantante colombiana, che ha risieduto in Spagna per diversi anni durante la sua relazione con l’ex calciatore del Barcellona Gerard Piqué, ha costantemente dichiarato la propria innocenza rispetto alle accuse di reati fiscali. Nel frattempo, un giudice ha mantenuto aperta un’ulteriore indagine su possibili illeciti fiscali da parte di Shakira relative al pagamento dell’imposta sul reddito e dell’IVA nel 2018.

Morgan fuori da X Factor? Le indiscrezioni dopo le polemiche del quarto live

Morgan potrebbe essere cacciato da X-Factor dopo che nell’ultimo live, che ha visto tra l’altro l’eliminazione di due concorrenti della sua squadra, si è lasciato andare a una serie di comportamenti e commenti discutibili, molto criticati anche dal pubblico a casa. Nella litigiosissima puntata di giovedì 16 novembre, Morgan ha sparato a zero su quasi tutti i suoi colleghi, prendendosela con Dargen D’Amico, con Fedez e non mancando di lanciare una frecciatina alla conduttrice Francesca Michielin. Una scheggia impazzita tanto che, secondo quanto riferito da Il Fatto Quotidiano, la società di produzione di X-Factor (Fremantle) starebbe preparando le carte per licenziare il cantante dal ruolo di giudice. Se così fosse il programma si ritroverebbe improvvisamente senza uno dei suoi personaggi di maggiore importanza.

Il tavolo infuocato di X-Factor

La gara di X-Factor è venuta meno nel corso dell’ultimo live, con i giudici che hanno passato più tempo a litigare tra di loro che a guardare e giudicare le performance dei talenti in gara. Il primo grande scontro c’è stato tra Morgan e Dargen D’Amico, con il primo che ha accusato il secondo di far parte «del sistema musica» che a detta dell’ex leader dei Blue Vertigo sarebbe una cosa di cui non andare fieri. L’altro scontro, quello forse più ridondante anche nei giorni a seguire, è stato quello che ha visto Morgan rivolgersi a Fedez in questi termini: «Mi vuoi fare da psicologo? Sei troppo depresso». Poi un attacco diretto alla conduttrice del programma, Francesca Michielin, rea nel precedente live di aver commesso una gaffe su Ivan Graziani, e per questo stuzzicata da Morgan: «Dai Francesca, vai dietro le quinte che ti aspetta Ivan Graziani».

Dargen D'Amico, Francesca Michielin e Fedez
Dargen D’Amico, Francesca Michielin e Fedez (Getty Images).

Morgan: «C’è molta ignoranza»

Al live di giovedì erano seguite una serie di critiche a Morgan, specie per aver preso in giro la depressione e chi ne soffre. Lo stesso cantante si era poi spiegato meglio sui social, dicendo di conoscere molto bene e da tanto tempo quel problema, precisando ancora di non aver avuto nessun intento offensivo con le sue parole. Molte anche le dichiarazioni rilasciate dal cantante alla stampa sul tema. A Mow ha detto: «C’è molta ignoranza, è un problema serio tutto italiano, in giro c’è il ritorno degli analfabeti. Chi ha ascoltato la mia musica mi dice di mollare la televisione, però gioisce quando mi vede portare informazioni culturali al popolo». E ancora, a Fanpage: «Io sono andato a X-Factor per risollevare le sorti di un programma che era agonizzante e la mia funzione è stata quella di analizzare come mai lo era. È stato molto chiaro che il motivo per cui non interessava più alla gente è che si era spento l’interesse sulla musica e sulla qualità dei commenti, dei discorsi sulla musica. La musica può essere pretesto per affrontare argomenti di attualità, di cultura, di società, di utilità».

The Crown 6 stroncata dalla critica internazionale

È disponibile dal 16 novembre la prima parte di The Crown 6, ultima stagione della serie Netflix che segue gli eventi attorno alla famiglia reale britannica. Online le prime quattro puntate, mentre le restanti sei che condurranno all’atteso finale usciranno il 14 dicembre. In attesa di scoprire i dati degli ascolti in streaming, l’epilogo della storia scritta da Peter Morgan deve fare i conti con la spietata critica internazionale, che ne ha bocciato quasi in toto gli episodi inaugurali. Dura soprattutto la stampa britannica, che ha recensito The Crown 6 con votazioni pienamente insufficienti, parlando di «cattiva scrittura» e di «fallimenti formali». C’è però anche chi ha riservato parole al miele, ricordando «scene commoventi e indimenticabili».

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The Crown 6, la critica britannica ha stroncato la serie Netflix

Particolarmente duri il Telegraph e il Guardian, che hanno attribuito rispettivamente due e una stella su cinque a The Crown 6, «una serie ossessionata dal fantasma di Lady Diana». Le prime puntate della sesta stagione, infatti, raccontano gli eventi attorno alla morte della principessa del popolo, pur non mostrando mai l’incidente a Parigi. Tuttavia, l’ex moglie di Carlo appare continuamente sotto forma di spettro o visione alla Royal Family, confortando i figli e l’erede al trono nonché dando consigli persino alla regina Elisabetta II. «Il bizzarro fantasma di Diana rappresenta la disperazione dello sceneggiatore», ha scritto la stampa britannica. «La serie ha iniziato a vacillare già durante la terza stagione, per poi perdere l’equilibrio nelle due successive», ha ricordato il Telegraph. «Ora sta invece precipitando nell’abisso».

Troppe inesattezze storiche e una scrittura scadente. La stampa britannica ha stroncato la serie The Crown 6, dal 16 novembre su Netflix.
Il poster ufficiale della serie The Crown 6 (Netflix, Facebook).

Contrariamente alla narrazione, i media inglesi hanno però elogiato le performance degli attori. Sugli scudi per il Times, curiosamente, proprio la performance di Elizabeth Debicki, che veste i panni di Diana. «La sua empatia nel ritrarre le ultime otto settimane della principessa è straordinaria», si legge nella recensione. Le star della serie rappresentano il punto di forza anche per Empire che, assegnando quattro stelle su cinque a The Crown 6, ha descritto le quattro puntate iniziali come «un mix di lacrime, filmati realistici e fantasmi per piangere ancora una volta la principessa». Sulla produzione Netflix si è espresso anche il Financial Times che per un giorno ha abbandonato l’economia per raccontare lo show del momento, descritto però come «privo di ispirazione».

Non solo il fantasma di Lady D, sotto accusa anche inesattezze storiche

Non sono mancate anche alcune precisazioni circa importanti incongruenze con la realtà. «Come storica, a volte mi è venuto da piangere», ha raccontato Kelly Swaby, esperta della Royal Family, alla Bbc. «La gente si aspetta un elevato grado di precisione, data la qualità eccelsa della produzione. Qualche licenza artistica di troppo però c’è, scaturita dal fatto che nessuno sa come sono andati gli eventi a corte». Per esempio, non è noto come l’allora principe Carlo abbia comunicato ai figli la notizia del decesso di Lady D. Sotto accusa poi anche l’immagine di Mohamed Al-Fayed, padre di Dodi che intraprese una relazione con Diana. «The Crown sostiene che abbia organizzato lui la storia d’amore, ma è una totale assurdità», ha detto a Deadline Michael Cole, ex portavoce dell’imprenditore egiziano. «Era felice di quel rapporto, ma non ha imposto la loro unione».

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Pucci e l’Ambrogino d’oro, l’assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala

Sono uscite le liste dei personaggi che il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, verranno insigniti dal sindaco di Milano Beppe Sala del prestigioso encomio meneghino, l’Ambrogino d’oro. A leggere la lista ci è scappata una risata, e cosa ancor più strana, ci è scappata una risata leggendo il nome di un personaggio che, fino a oggi, di risate non ce ne aveva strappata mai una, neanche per sbaglio: quello di Andrea Pucci. Il comico – così recita Wikipedia – milanese, lanciato a suo tempo da Simona Ventura e da tempo immemore onnipresente dentro le nostre televisioni (almeno quelle televisioni che non subiscono una qualche forma di selezione da parte dei loro possessori), viene quindi considerato, inspiegabilmente, un milanese che abbia fatto qualcosa di abbastanza meritevole per venir insignito di quella che è la massima benemerenza da parte dell’amministrazione pubblica locale.

Sala è passato dai calzini arcobaleno a premiare Pucci

Ora, è chiaro che negli ultimi tempi Sala stia sbandando, viste le tante, troppe scelte fatte in ambito di urbanistica, una svolta green in forte odor di svendita del capoluogo a fondi di investimento e immobiliaristi, un presenzialismo ormai solo di facciata – si pensi alla promo fatta in video per il ritorno dei Club Dogo, passati dall’essere antieroi lì a rappare di bamba, fighe e pistole all’essere omaggiati dal primo cittadino milanese -, ma che ora il tutto converga nella premiazione simbolo di un chiaro caso di comico politicamente scorretto sembra davvero troppo. Specie da chi si è fregiato a lungo di essere inclusivo e open mind: lo testimoniano l’incontro coi rapper di Seven 7oo a Piazza Selinunte, tutti di seconda generazione, e i famosi calzini arcobaleno esibiti a favore di camera per dare sostegno alla comunità Lgbtq+ su tutto.

Battute contro le minoranze e non sul potere, sia mai che Pucci faccia satira

Infatti, neanche il tempo di metabolizzare la notizia – non che l’Ambrogino d’oro sia poi così centrale nella nostra vita, di italiani e anche di milanesi – che sui social è montata la polemica. Ovunque sono apparse tante battute e meme che Pucci ha diffuso negli ultimi mesi, tutte scorrette e anche poco divertenti, tutte per altro rivolte contro quelle minoranze che già di loro vengono discriminate, mai contro il potere, sia mai che Pucci intenda fare satira. Ecco quelle in cui il nostro eroe si chiede se Tommaso Zorzi sia uso fare il tampone non dal naso ma dal retto, per altro al termine di un “pezzo” che intendeva criminalizzare l’atto del fare tamponi: più volte durante il periodo Covid Pucci si è dimostrato intollerante alle restrizioni, con tesi non troppo distanti dai no vax.

Pucci e l'Ambrogino d'oro, l'assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala
La battuta di Pucci su Tommaso Zorzi.

Repertorio di omofobia, sessismo e body shaming

Ecco quelle in cui si paragona Elly Schlein di volta in volta a Pippo Franco o Alvaro Vitali, suggerendole interventi di chirurgia estetica per correggere dentatura e orecchie a sventola. Insomma, un giusto mix di omofobia, sessismo e body shaming, ma tutto per comicità, ci mancherebbe pur altro. Un pensiero che sembra essere il medesimo di quello contenuto nel libro del generale Vannacci, Il mondo al contrario: mai prendersela con chi è parte della maggioranza, solo con chi è già di suo tenuto a bordo campo. Le voci su un suo passato da picchiatore allo stadio e anche quelli su certi suoi precedenti penali, voci appunto, hanno ripreso a circolare vorticosamente, come già era accaduto in passato, quando il nome di Pucci era cominciato a essere una costante dei programmi del servizio pubblico.

Pucci e l'Ambrogino d'oro, l'assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala
Le stories di Pucci su Elly Schelin.

Il fatto è che Beppe Sala sembra oggi come oggi incarnare alla perfezione un certo pensiero ricorrente, da bravo politico sempre sul pezzo. Cioè da una parte sembra essere in costante necessità di praticare di volta in volta green washing come rainbow washing, con tutta una serie di iniziative di facciata che poco riscontro trovano poi nella vita di tutti i giorni; dall’altra sembra costantemente interessato a dare alla maggioranza quel che la maggioranza vuole, cioè pane e circo, appunto. Così un premio a un comico dal repertorio assai discutibile appare perfettamente coerente con una modalità d’azione che negli ultimi tempi sembra aver davvero poca aderenza col comune sentire dei suoi cittadini.

Becere sparate da bar e da caserma elevate a comicità

Però, questo dicono sui social coloro che stanno alzando barricate in difesa di Pucci e del suo prossimo Ambrogino d’oro, la maggior parte della gente ride di quelle battute bieche e triviali, si riconosce in chi attacca gay e pratica il body shaming, in chi ostenta un modo di vivere da Milanese Imbruttito, senza però avere in quel caso ambizioni comiche, e in chi, più che altro, cerca il plauso della pancia della gente, elevando a comicità, o presunta tale, le battute da bar, da caserma, insomma, quelle che solitamente nessuno avrebbe provato a portare in televisione perché troppo becere, oltre che poco divertenti.

Dalla stessa parte Pio e Amedeo, Maurizio Battista, Pino Insegno…

E se da una parte Pio e Amedeo, che potrebbero essere additati come i capostipiti di questa genia di non-comici, sembrano avere una marcia in più, visto che in loro il rovesciamento delle istanze del politicamente corretto ha un filo conduttore preciso, come per Checco Zalone, sbattendoci in faccia i nostri peggiori vizi e i nostri più evidenti tic, dall’altra ci sono poi figure come appunto Pucci, Maurizio Battista, gente che ride alle proprie battute, come per necessità di imboccare il pubblico, ma anche lo stesso Pino Insegno, ormai capace di farci ridere solo quando non è in onda, a metà mattina, nel momento in cui escono impietosi i dati Auditel che dimostrano come neanche il pubblico immobile di mamma Rai lo apprezzi più.

Ambrogino d’oro negato a chi lo meritava davvero, cioè Marracash

Un florilegio di comici triviali, pronti a mettersi dalla parte del vincitore, che il 7 dicembre vedranno un loro rappresentante celebrato dal sindaco Sala a Palazzo Marino, con un Ambrogino d’oro che, per la cronaca, è stato negato a quel Marracash che giusto qualche settimana fa ha portato per la prima volta in zona Ippodromo oltre 80 mila persone a un concerto interamente dedicato al rap, Marragheddon, dimostrandosi King di una scena che comunque domina il mercato musicale ormai da parecchi anni. Ma sia mai che a Palazzo Marino ci finisca qualcuno di davvero meritevole.

Pucci fa ridere quelli che rigettavano i tamponi e le mascherine

L’idea che il politicamente corretto sia un capestro imposto da non si sa bene chi – immagino intellettualoni e radical chic -, qualcosa che in fondo è lontano dal mondo reale, in concreto abitato da una pletora di analfabeti funzionali incapaci di distinguere una battuta da una offesa gratuita, l’assenza di sensibilità rivendicata neanche fosse un vanto si sta diffondendo come un virus. Normale che i primi a prenderselo siano quelli come Pucci, che rigettavano i tamponi e le mascherine e ne facevano oggetto di battute, incuranti delle emergenze.

Proposta di candidatura arrivata da Silvia Sardone della Lega

Resta l’imbarazzo di sapere che, stando a quanto ha deliberato Sala, che ha diritto di veto sulle indicazioni ricevute dalla giunta comunale, non abbia fatto nulla per impedire questo scempio, indicando come Milano si senta rappresentata da chi ha costruito la sua carriera di comico su battute su gay e donne, così come dal rap in stile gangsta dei Club Dogo. Sappiamo che a caldeggiare il nome di Pucci è stata Silvia Sardone della Lega, forse in assenza di degni rappresentanti da che per ovvie ragioni non ci sono più i Fichi d’India. Ci manca solo di vedere un post si Sala con l’hashtag #FreeShiva, il medesimo che molti trapper e rapper stanno usando, discutibilmente, per chiedere la scarcerazione, appunto, di Shiva, agli arresti per aver sparato a due suoi presunti aggressori, e sarà compiuto il salto da uomo eletto dal centrosinistra a prossimo rappresentante di quel neoliberismo accelerazionista che già nel decennio scorso faceva tremare intellettuali e filosofi, Mark Fisher in testa.

La strada del salto della quaglia, con un ritorno a destra, nel suo caso decisamente più repentino, è stato già indicato da Letizia Moratti. Mica è un caso che proprio Sala fosse al suo fianco ai tempi di Expo. In questa Milano che nel video di lancio dei Club Dogo viene descritta come novella Gotham City – percezione piuttosto diffusa tra i milanesi – non ci sarebbe da stupirsi se il primo cittadino decidesse di seguire le orme di colei che un tempo è stata la mamma di Batman.

Pucci e l'Ambrogino d'oro, l'assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala
Silvia Sardone e Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Il pianista russo Andrei Gavrilov torna a esibirsi a Roma

Andrei Gavrilov, grande pianista di scuola russa, torna ad esibirsi a Roma dopo oltre 20 anni di assenza. Il musicista sarà sul palco il 18 novembre alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza per la stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti. Il programma prevede quattro Notturni di Chopin, la Sonata in “si” minore di Liszt e Quadri di un’esposizione di Musorgskij.

È stato il primo artista sovietico a poter rimanere in Occidente senza chiedere asilo politico

Andrei Gavrilov è nato a Mosca nel 1955 in una famiglia di artisti. Nel 1974, all’età di 18 anni, ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale Tchaikovsky e nello stesso anno ha debuttato al Festival di Salisburgo sostituendo Sviatoslav Richter. Da allora ha avuto una carriera internazionale straordinaria con esibizioni con le più grandi orchestre del mondo e nelle sale da concerto più prestigiose. Nel 1984 ha presentato con successo una petizione per la libertà a Mikhail Gorbaciov diventando il primo artista sovietico a cui è stato concesso il permesso di rimanere in occidente senza dover chiedere asilo politico. Tra il 1994 e il 2001 si è preso una pausa di sette anni, durante i quali non ha tenuto quasi nessun concerto, dedicandosi agli studi di filosofia e religione e alla ricerca di nuove idee e nuovi approcci alla musica. Nel 2001 è tornato sulle scene con una tournée in Russia. Nel 2019 ha fondato la propria etichetta discografica UCM dove ha realizzato la rivoluzionaria serie di registrazioni “consapevoli”: Musica come coscienza vivente.

Me contro Te, il 24 novembre esce il loro primo album di Natale

Dopo il successo dell’album Il Fantadisco dei Me contro te che ha esordito al n.1 nella classifica ufficiale FIMI/Gfk e ha ottenuto il disco di Platino, i Me contro te tornano con un nuovo album di canzoni di Natale. Natale con Luì & Sofì esce il 24 novembre e conterrà 10 brani di cui tre inediti e sette cover di classici natalizi.

Il disco di Natale dei Me contro te disponibile anche in edizione speciale

L’album uscirà con due formati, una standard con le sagome natalizie di Luì e Sofì, una pallina di Natale bidimensionale da appendere sull’albero e una letterina per fare gli auguri o un disegno di Natale per Luì e Sofì, e un’edizione speciale con una scatola contente il cd, una sciarpa di Natale dei Me Conto Te e una pallina per l’albero personalizzata. L’album si aggiunge alle numerose attività dei Me Contro Te e si inserisce in un momento d’oro della loro carriera. Luì e Sofì hanno, infatti, pubblicato 10 libri e sono usciti con cinque film campioni d’incassi, una serie tv che ha raggiunto ascolti altissimi (a breve uscirà la seconda stagione) e hanno riempito palazzetti con il loro live tour che ha emozionato grandi e piccini di tutta Italia. Inoltre il disco esce dopo un altro grande successo del singolo La canzone del cowboy che ha raggiunto 12 milioni di visualizzazioni in pochissimo tempo.

La tracklist dell’album

Queste le canzoni contenute in Natale con Luì & Sofì: Super Babbo Natale, Come il Grinch, Sotto l’Albero, 12 giorni a Natale, Il Natale arriva in città, Din Don Dan ( Jingle Bells), Lascia che nevichi (let it snow), Auguri di Buon Natale, Feliz Navidad, A Natale puoi.

I Metallica in concerto a Milano: le date e come prendere i biglietti

I Metallica sono pronti a tornare con un concerto in Italia, a Milano per l’esattezza, che ospiterà una data del loro M72 Tour.  L’annuncio è arrivato direttamente dalla band composta da James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett e Robert Trujillo che, sui social, ha informato i fan che il 29 maggio 2024 sarà agli I-Days organizzati all’Ippodromo Snai La Maura. Si tratta di una delle pochissime date in Europa della band americana, uscita ad aprile scorso con il suo dodicesimo album, 72 Seasons.

Biglietti e date per il concerto dei Metallica a Milano

Il concerto a Milano dei Metallica è fissato, come detto, mercoledì 29 maggio 2024, mentre i biglietti saranno disponibili in prevendita su My Live Nation a partire dalle ore 12. 00 di venerdì 17 novembre 2023. Per la vendita generale, invece, sarà necessario aspettare le ore 12.00 di lunedì 20 novembre, con l’acquisto che potrà avvenire sui circuiti Ticketmaster, TicketOne e Vivaticket.

James Hetfield e Lars Ulrich dei Metallica in concerto
James Hetfield e Lars Ulrich dei Metallica in concerto (Getty Images).

Il calendario degli I-Days è sempre più ricco

Con l’annuncio della presenza dei Metallica, il calendario degli I-Days di Milano si arricchisce sempre di più. Solo nelle scorse settimane gli organizzatori avevano confermato la presenza dei Green Day, di Avril Lavigne, dei SUM 41, dei Simple Plan e di Tedua. Per i Metallica, inoltre, si tratta di una promessa mantenuta con i fan italiani. Il batterista del gruppo Lars Ulrich aveva infatti detto a microfoni di Radiofreccia che sarebbero presto tornati in Italia: «Torneremo di sicuro. Cominciamo con le date annunciate ma il tour non è finito e verremo a trovare tutti i nostri amici italiani».

Sfera Ebbasta annuncia il nuovo album X2VR

Sfera Ebbasta ha annunciato l’uscita del nuovo album, X2VR. Lo ha fatto durante il $€ Special Night all’Allianz Cloud Milano. Il disco è in uscita il 17 novembre per Island Records. In questo album, Sfera torna alle origini proponendo il secondo capitolo di una saga che ha mosso i primi passi nel 2015 con XDVR e che ha lasciato un segno nella storia della trap e tra i suoi fan. Gli stessi che Sfera Ebbasta, in un Allianz Cloud sold out, ha voluto con sé per dare un primo assaggio live del nuovo progetto discografico. Sono stati svelati, martedì 14 novembre, anche l’artwork di X2VR (uno scatto in bianco e nero realizzato da Lorenzo Villa che ritrae Sfera con in braccio il figlio Gabriel) e la tracklist.

Cinema francese in lutto, morto a 85 anni Michel Ciment

Il critico e storico del cinema francese Michel Ciment, per oltre mezzo secolo voce della popolare trasmissione di France Inter Le Masque et la Plume, è morto all’età di 85 anni. Lo ha annunciato ieri sera la stessa emittente.

Chi era Michel Ciment

Appassionato di cinema, aveva cominciato a scrivere sulla settima arte durante gli studi, poi aveva cominciato a collaborare con diverse riviste. Ciment era stato anche presidente del sindacato della critica. Ha contribuito a diverse opere collettive e scritto libri, raccolte di interviste e biografie, in particolare su Stanley Kubrick e il cinema americano. Nel 1994, a Cannes, aveva ricevuto il primo premio Maurice Bessy, per il suo talento «nel campo della scrittura cinematografica».

Il ricordo della Biennale di Venezia: «Indimenticabile»

La Biennale di Venezia lo ricorda come «indimenticabile maestro della critica cinematografica francese e internazionale», sottolineando che «dal 1964 fino a due anni fa Michel Ciment ha onorato con la sua ininterrotta presenza e la sua lezione intellettuale e umana la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, a cui lo legavano rispetto e passione».

The Crown, le star tornano sul tappeto blu dopo lo sciopero

Una volta terminato il lungo sciopero degli attori di Hollywood, durato ben sei mesi, le star del cinema USA sono finalmente tornate a calcare i red carpet, compresi gli attori del cast di The Crown, protagonisti domenica 12 novembre della première londinese della nuova stagione della serie Netflix incentrata sulla famiglia reale inglese.

The Crown, il cast della serie sfila sul tappeto blu dopo lo sciopero

Dopo la quadra raggiunta tra il sindacato del mondo dello spettacolo (il SAG-AFTRA, guidato da Fran Drescher) e le principali major americane, gli attori del serial hanno avuto il nulla osta per sfilare all’anteprima mondiale della stagione conclusiva di The Crown, in occasione di un evento che si è svolto presso il Regency Village Theatre di Los Angeles dove la strada vicina è stata trasformata in una sorta di Buckingham Palace in miniatura. Un tappeto blu, bandiere britanniche, guardie con giacca rossa e cappello di pelliccia hanno creato un’atmosfera regale, con una nutrita folla di fan e curiosi schierati lungo le transenne in attesa dei loro idoli. Gli attori protagonisti, tra cui Elizabeth Debicki nei panni dell’indimenticabile Lady Diana Spencer, Jonathan Pryce (il Principe Filippo) e Khalid Abdalla nel ruolo di Dodi Fayed, hanno sfilato di fronte a paparazzi e telecamere prima di entrare in sala. Tra i presenti all’evento anche Rufus Kampa, Fflyn Edwards, Ed McVey, Luther Ford e Meg Bellamy.

La sesta e ultima stagione di The Crown su Netflix dal 16 novembre

La sesta stagione di The Crown si aprirà con la tragica morte di Diana, per poi fare un salto temporale di otto settimane narrando la sua prima estate da donna divorziata trascorsa con i figli William e Harry. Mentre Diana si trova in vacanza a Saint Tropez con i bambini, Carlo è a Balmoral con Camilla. I due organizzano il 50esimo compleanno di lei, ma Carlo deve chiedere il permesso a sua madre per partecipare alla festa. La regina Elisabetta, interpretata da Imelda Staunton, liquida il figlio con uno sguardo freddo, tornando poi a occuparsi dei suoi corgi. Le prime quattro puntate arriveranno su Netflix il 16 novembre, mentre le altre quattro saranno caricate in piattaforma dal 14 dicembre.

Universal acquisisce i diritti francesi di C’è ancora domani

In un accordo mediato da Vision Distribution, Universal Pictures International ha acquisito i diritti francesi di C’è ancora domani, film di esordio alla regia di Paola Cortellesi, che sta ottenendo un enorme successo al botteghino in Italia. Lo annuncia in esclusiva Deadline. Con quasi due milioni di spettatori dal lancio nelle sale il 26 ottobre, la pellicola – girata in bianco e nero e ambientata nella Roma del secondo dopoguerra – ha incassato circa 13 milioni di euro. Non è solo il miglior risultato per un film italiano nel 2023, ma anche il maggiore dall’inizio della pandemia di Covid-19.

Suburræterna: cast, trama e anticipazioni della serie Netflix

A quasi quattro di distanza dalla fine di Suburra, gli amanti italiani delle serie tv sulla criminalità e gli intrighi di palazzo romani potranno tornare ad appassionarsi alle storia con il sequel Suburræterna, prodotta da Cattleya e Netflix e liberamente ispirata al romanzo Suburra di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, dal 14 novembre su Netflix. La serie, la cui trama è stata scritta da Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli, Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione, è composta da otto episodi girati da due registi – i primi quattro da Ciro D’Emilio e gli altri da Alessandro Tonda. Nel cast di Suburræterna alcune conferme di quello originale, come nel caso di Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino, e qualche novità tutta da scoprire.

La trama di Suburræterna

La trama di Suburræterna è ambientata a Roma nel 2011, dunque tre anni dopo la conclusione di Suburra. Sperando di non fare spoiler, ricordiamo che la precedente serie si era conclusa con la morte di Aureliano Adami, interpretato da Alessandro Borghi, tra le braccia dell’amico Spadino. Proprio quest’ultimo ha deciso di lasciare la Capitale e stabilirsi a Berlino, dove ha aperto un locale e trovato l’amore. Il potere romano di Samurari, invece, è passato tutto nelle mani dell’ex politico Amedeo Cinaglia, interpretato da Filippo Nigro, che nel mondo di mezzo ha imparato a muoversi tanto da fare affari con Ferdinando Badali, Adelaide Anacleti, Angelica Sale e Nadia Gravone. L’insorgere di nuovi filoni narrativi mette però la famiglia di Spadino in pericolo, tanto che l’esiliato in Germania decide di tornare a Roma e provare a contrastare la sete di potere dei suoi avversari.

Filippo Nigro e Giacomo Ferrara.
Filippo Nigro e Giacomo Ferrara (Getty Images).

Il nuovo cast della serie, tra conferme e novità

Nel cast di Suburræterna, come detto, trovano spazio le conferme di personaggi del vecchio filone come Spadino, Amedeo Cinaglia e Angelica Sale, ma anche delle new entry. ?C’è, ad esempio, Marlon Joubert nel ruolo di Damiano Luciani, il nuovo amore di Angelica e padre dei suoi figli, così come Yamina Brirmi e Morris Sarra rispettivamente nei ruoli della sorella e fratello di Luciani, Giulia e Cesare. E ancora Aliosha Massine nel ruolo di Ercole Bonatesta, giovane politico romano al soldo della malavita, e Federico Ceci nella parte di Armando Tronto, un cardinale tornata da una missione in Colombia. Chiudono il nuovo cast Giorgia Spinelli nel ruolo di Miriana Murtas, il capo di gabinetto del sindaco e braccio destro di Cinaglia in Campidoglio e Gabriele Di Stadio nel ruolo di Victor Anacleti, il figlio adolescente di Manfredi Anacleti.

Benji Mascolo si è sposato con Greta Cuoghi? Il video su TikTok dopo la (presunta) cerimonia

Benji Mascolo potrebbe essersi sposato in Comune, come emerge da un video virale postato su TikTok da una ragazza che ha per caso assistito alla scena. Nel video, il cantante si mostra mano nella mano con la sua compagna ventenne Greta Cuoghi, che indossa un elegante tailleur bianco e stringe un bouquet in mano. Nella clip si sente chiaramente qualcuno dire «Benji auguri!».

Un matrimonio “lampo” dopo la fine della relazione con Bella Thorne

La notizia, che il diretto interessato non ha ancora confermato, arriva a breve distanza temporale dalla fine della turbolenta storia d’amore con Bella Thorne (con la quale avrebbe tra l’altro dovuto sposarsi) avvenuta appena un anno prima. In un’intervista a Vanity Fair, Benji aveva condiviso questo suo nuovo capitolo sentimentale al fianco dell’attuale compagna Greta raccontando: «Lei mi ha conosciuto in uno dei momenti più bassi della mia vita, mi ha amato quando stavo al mio peggio, con lei vicino sono una persona migliore. Sono stato fortunato a incontrarla, una fortuna sfacciata. È dolcissima, intelligente. Non appartiene al mondo dello spettacolo, fama e notorietà non le interessano per nulla e non sa quanto mi piace!».

«La vedo come madre dei miei figli»

Nella stessa occasione, Benji aveva parlato in maniera chiara e tonda delle sue serie intenzioni, dichiarando: «È più giovane, ma già la vedo come la madre dei miei figli, qualità che non ho mai ricercato in una donna prima. È anche vero che sono un’altra persona, pronta a scalare una montagna. Per me si è aperto il capitolo famiglia, il capitolo paternità, il capitolo fai solo ciò che ti rappresenta per davvero». Proprio alla luce del forte sentimento che lo lega a Cuoghi, Benji aveva dichiarato di essersi messo «alla ricerca di una casa per iniziare a costruire la mia famiglia. L’altra mia priorità è la salute fisica e mentale, che non ho più intenzione di sottovalutare. In passato sono andato in burn out e quando capitava mi venivano le placche in gola, la febbre».

Ornella Vanoni, arriva il nuovo singolo Calma Rivoluzionaria

Inarrestabile Ornella Vanoni, che il 17 novembre 2023 farà uscire il nuovo singolo Calma Rivoluzionaria scritto da Samuele Bersani. Seguendo la scia delle sonorità brasiliane di Calma, brano originale di Marisa Monte, il brano è stato interamente riscritto dal cantautore e prodotto dallo stesso con Pietro Cantarelli, regalandone una versione completamente inedita e attuale. «Lo scorso inverno mi sono imbattuta nella musica di Marisa Monte, artista brasiliana autrice di un meraviglioso brano che s’intitola Calma e di cui mi sono innamorata. Così ho condiviso la musica con Samuele Bersani, un mio caro amico, una persona a cui voglio tanto bene e che stimo tantissimo. Sulla musica di Calma, Samuele ha riscritto un testo molto diverso e attuale, quasi perfetto per questo difficile momento storico», ha raccontato Ornella.

L’ossimoro del titolo racchiude il senso stesso del brano: il bisogno di calma in risposta al caos

Calma Rivoluzionaria descrive e racchiude già nell’ossimoro del titolo l’originalità e la vena artistica dei due artisti e di tutto il brano, dove due termini apparentemente inconciliabili sono stati volutamente accostati per produrre un inatteso cortocircuito che regala una sorprendente energia di senso al tutto. «Mai come in questo presente rabbioso è necessaria la prudenza rispetto all’istinto primordiale», ha affermato Bersani. I due artisti avevano già lavorato insieme in Isola, rivisitazione di Tango, brano scritto dal compositore giapponese Ryuichi Sakamoto a metà degli Anni 90, ripreso e rivestito di nuove sonorità e parole originali da Samuele e regalato alla voce perfetta di Ornella.

Il singolo anticipa il nuovo album in uscita il primo dicembre

Il brano anticipa Calma Rivoluzionaria Live 2023, il nuovo progetto discografico di Ornella Vanoni fuori dal primo dicembre. A distanza di due anni dall’ultimo album, Calma Rivoluzionaria Live 2023 è stato registrato durante il tour teatrale Le donne e la musica Tour, accompagnato da inframezzi tratti dallo scritto teatrale Le donne e la musica ed impreziosito dai due inediti Calma Rivoluzionaria con Samuele Bersani e Camminando di Pietro Cantarelli che ne è stato autore e compositore.

Belen Rodriguez, l’anello, il sì e la vacanza alle Maldive: in arrivo le nozze con Elio Lorenzoni?

Belen Rodriguez sembra avere ufficializzato ai suoi follower le sue (serie) intenzioni rispetto alla relazione con il fidanzato Elio Lorenzoni, pubblicando un indizio molto significativo a riguardo. Il 12 novembre la showgirl ha sfoggiato un anello all’anulare sinistro accompagnando lo scatto con la semplice didascalia «sì». È la conferma di un matrimonio in arrivo con l’imprenditore bresciano?

Una proposta arrivata alle Maldive

La pubblicazione dell’immagine segue a ruota una vacanza da sogno alle Maldive che Belen Rodriguez ha trascorso proprio insieme a Elio Lorenzoni, il che lascia presupporre che la presunta proposta di matrimonio sia arrivata proprio sulle spiagge della splendida destinazione tropicale. I due, in effetti, si sono mostrati nelle immagini social dei giorni scorsi sereni, felici, sorridenti e complici, forse a tal punto da aver deciso di fare il grande passo. Una scelta, quella della neo coppia, che ha però suscitato più di qualche malumore online.

Follower divisi tra auguri e critiche

La notizia della proposta, per il momento ancora da prendere con le pinze (potrebbe trattarsi di semplice fidanzamento), ha diviso la rete. Sotto allo scatto postato da Belen sono apparse centinaia di commenti dal sapore molto diverso. C’è infatti chi è entusiasta per questo nuovo traguardo sentimentale della soubrette e conduttrice argentina, che pochi mesi prima ha dovuto sopportare la dolorosa (seconda) separazione dall’ex Stefano De Martino. In parallelo sono in tanti ad averla ferocemente criticata, esprimendo preoccupazioni e perplessità sulla tempistica della decisione, che a tanti è apparsa affrettata. Belen ha confermato di conoscere Elio da almeno una decina di anni, anche se il sentimento all’interno della coppia sarebbe esploso soltanto di recente, indicativamente a giugno 2023.

Paola Iezzi, fuori il nuovo singolo The Queens

Paola Iezzi ha pubblicato il 13 novembre il suo nuovo singolo The Queens (per Sony Music Entertainment Italy | Columbia Records Italy e Universal Music Publishing | Metatron Publishing), la sua personalissima dedica al mondo drag.

Il brano è stato prodotto con il produttore svedese Johannes Willinder

Presente nella colonna sonora di Drag Race Italia 3 su Paramount+, dove Paola insieme a Paolo Camilli, Chiara Francini e a Priscilla – anche conduttrice del programma – compone la giuria della nuovissima stagione, The Queens è uno scintillante inno di empowerment, spassionato invito a brillare sempre, anche quando si è messi all’angolo, a uscire allo scoperto e con coraggio prendere in mano la propria vita, calzando in testa la migliore corona. «We are the queens forever, and you know what? Love is love». Un brano che arriva da lontano, scritto da Paola a Stoccolma e prodotto assieme al produttore musicale svedese Johannes Willinder. Un castello sonoro 100 per cento dance pop arricchito da sfumature elettropop, l’occasione perfetta per scendere in pista e lasciarsi andare nella più totale libertà. «Ho scritto The Queens per ricordare a tutti che si può essere regine anche quando si è esclusi», ha dichiarato l’artista riguardo a questa sua nuova fatica discografica.

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