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Azione-Italia viva, Calenda annuncia la rottura del gruppo parlamentare: «Ormai siamo due partiti separati»
La liaison politica tra Matteo Renzi e Carlo Calenda è ufficialmente finita. Nonostante le cose fossero ormai chiare da tempo, l’annuncio è arrivato nel corso della puntata di Agorà andato in onda giovedì 10 agosto. Calenda ha commentato così le foto in cui alcuni parlamentari di Italia viva erano stati immortalati a cena al Twiga con la ministra Daniela Santanchè: «A me non frega niente di dove vanno a cena i compagni di Renzi, mi interessa se vanno a cena con un ministro di cui si chiedono le dimissioni, così i cittadini non capiscono niente». Poi alla domanda se i gruppi parlamentari si scioglieranno, il leader di Azione ha risposto: «Credo di sì, lo ha detto Renzi. Ormai siamo due partiti separati, non ho più voglia di mettermi a discutere con Italia viva, faranno la loro strada alle Europee e noi faremo la nostra». Poi Calenda ha chiarito: «Dipende da loro, siccome quei gruppi sono stati eletti con un logo, con un simbolo con il mio nome, io non posso andarmene via, lo possono fare loro. Lo facessero quando gli pare».
Lo scontro a colpi di tweet e poi il gelo: genesi di un amore mai nato
È l’epilogo di un matrimonio che era parso fin da subito complesso. Prima l’alleanza tra Azione e il Partito democratico, interrottasi dopo soli pochi giorni rispetto all’annuncio. Poi l’avvicinamento di Calenda a Italia viva di Renzi, in quel momento soggetto politico che orbitava attorno alla soglia di sbarramento secondo i sondaggi di Youtrend. Numeri che non davano ai renziani la certezza di essere eletti. Dalle urne di settembre 2022 ne era uscito un soggetto politico abbastanza forte che aveva sfiorato l’8 per cento, insidiando Lega e Forza Italia. Sarebbe dovuto essere l’inizio del percorso che doveva portato al partito unico. O per lo meno, questa era la timeline presentata agli elettori. In inverno poi la frattura, avvenuta a colpi di tweet, veline e ricostruzioni. Spesso di parte. Da mesi il gelo e il lavoro separato all’interno dello stesso gruppo. A settembre 2023 potrebbe esserci l’ufficializzazione del divorzio politico, nonostante tra gli eletti ci siano posizioni differenti rispetto a quelle dei leader. Di certo ormai sembra troppo tardi per provare a ricucire, ancora una volta.