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Alberto Re morto suicida, la famiglia: «Travolto da un ingrato giudizio»
L’imprenditore Alberto Re è morto suicida all’età di 78 anni. L’estremo gesto, così come riferito dalla famiglia, sarebbe arrivato dopo che l’uomo era stato bersaglio di sfottò sui social per il mancato successo di un festival da lui organizzato nel teatro di Agrigento. Questo l’appello della famiglia di Re: «Travolto da inaudita violenza, non deve succedere più».
Alberto Re non avrebbe sopportato gli attacchi subiti
Alberto Re aveva organizzato la manifestazione Paladino d’Oro- Sport Film Festival che, però, si era rivelata un insuccesso. La serata inaugurale al teatro Pirandello di Agrigento, infatti, era stata disertata, con la sala che era rimasta vuota. Questo aspetto, unito alle critiche, avrebbe fortemente colpito l’imprenditore, che ha così deciso di togliersi la vita. Ha lasciato una lettera, sequestrata dalla polizia, nella quale affermerebbe di essere rimasto molto scosso da alcuni commenti estremamente negativi della stampa che lo riguardavano. A questi si aggiungerebbe anche la gogna mediatica subita sui social, che avrebbe ulteriormente turbato l’imprenditore. Sul caso del suo suicidio indagano la Squadra Mobile e la procura che potrebbero decidere di aprire un fascicolo.
La lettera della famiglia di Alberto Re
A commento dell’intera vicenda, la famiglia dell’imprenditore ha deciso di rendere pubblica una lettera nella quale racconta la propria versione dei fatti. «Alberto Re», scrivono, «mai si è sottratto alla onestà intellettuale e sempre ha sorriso alle storture che possono capitare. Fino a qualche giorno fa. Poi l’onta che sale e che scalfisce, che non arretra e che violenta verbalmente una persona, ha consumato il vero danno». E ancora: «Voleva contribuire ad elevare il dibattito culturale della sua amata Agrigento, non gli è stato concesso, sui social viaggiano sentenze di condanna senza nemmeno il capo di imputazione. Si apra una riflessione su quello che è accaduto, lo si deve ad Alberto, perché mai più ci si possa trovare di fronte alla tempesta senza vestiti. Perché mai più ci si scaraventi contro un uomo con tale veemenza».