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L’Egitto pronto ad aprire il valico di Rafah se Israele accetta la tregua, Hamas si oppone
«Gaza non sarà più quella di prima». Lo ha detto il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi, nel primo intervento pubblico dall’inizio della guerra, ammettendo poi che l’Idf «nelle comunità di confine non ha adempiuto ai suoi doveri di responsabilità nei confronti dello stato di Israele e dei suoi cittadini». Sotto assedio da giorni e ormai senza elettricità, i suoi abitanti oltre che con i missili dell’Idf si trovano a fare i conti con Hamas: l’organizzazione terroristica che controlla la Striscia, infatti, ha respinto la proposta dell’Egitto di aprire un corridoio umanitario (in caso di tregua) perché «costringerebbe il popolo palestinese ad abbandonare la propria patria». Il valico di Rafah, fa sapere il Cairo, tecnicamente non è stato mai chiuso dall’inizio della crisi attuale, ma è inagibile perché «le strutture sul lato palestinese sono state distrutte a causa dei ripetuti bombardamenti israeliani». Sale intanto il bilancio delle vittime, che sono almeno 2.500 sui due fronti.
Il segretario di Stato americano Blinken a Tel Aviv, incontrerà anche Abu Mazen
«Hamas non ha interesse del popolo palestinese, non rappresenta il suo futuro, il suo unico obiettivo è distruggere Israele e uccidere gli ebrei. Israele ha diritto di difendersi e garantire che tutto ciò non avvenga». Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, giunto in Israele per incontrare il premier Benjamin Netanyahu, membri del governo e il presidente Isaac Herzog. Blinken, che di religione ebraica, vedrà anche i familiari degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas e portati a Gaza. Per venerdì 13 ottobre è inoltre in programma l’incontro con il presidente palestinese Abu Mazen.
I met with @IsraeliPM Netanyahu in Israel today to reiterate ironclad U.S. support for Israel’s right to defend itself from Hamas’ terrorist attacks. pic.twitter.com/hhuqRS3UrA
— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) October 12, 2023
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La Croce Rossa: «Gli ospedali di Gaza rischiano di trasformarsi in obitori»
Gli ospedali di Gaza «rischiano di trasformarsi in obitori» a causa della perdita di energia elettrica durante i bombardamenti israeliani sull’enclave. Lo ha detto il Comitato internazionale della Croce Rossa. La crisi umanitaria si sta rapidamente aggravando a Gaza, dove centinaia di migliaia di persone sono state sfollate a causa della carenza di cibo, acqua ed elettricità, mettendo a dura prova le strutture mediche. «Quando Gaza perde l’elettricità, gli ospedali perdono la corrente, mettendo a rischio i neonati nelle incubatrici e i pazienti anziani sotto ossigeno», ha evidenziato in un comunicato il direttore regionale del Cicr per il Vicino e Medio Oriente, Fabrizio Carboni.
Raid israeliani sugli aeroporti della Siria, mentre i terroristi somali si congratulano con Hamas
Il conflitto intanto si allarga. A seguito di raid israeliani, hanno riportato danni le piste di atterraggio degli aeroporti di Damasco e Aleppo. Secondo media panarabi, che citano fonti della sicurezza siriana, Israele ha preso di mira depositi di armi iraniane custoditi dagli Hezbollah libanesi filo-iraniani presenti nel Paese. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi durante una telefonata con l’omologo siriano Bashar al-Assad, ha detto che «tutti i Paesi islamici e arabi, come anche le popolazioni che vogliono la libertà nel mondo, devono trovare un accordo e raggiungere una cooperazione in un percorso per fermare i crimini del regime sionista contro la nazione palestinese oppressa». Intanto Al-Shabaab, l’organizzazione terroristica islamica somala, si è congratulata con Hamas per gli attacchi contro Israele, rendendo omaggio ai «coraggiosi eroi, i valorosi commando e tutti coloro che sono di stanza in Terra Santa». E poi: «Che Allah vi ricompensi a nome della Ummah (la comunità musulmana mondiale, ndr), per le vostre nobili azioni».
La compagnia di bandiera israeliana volerà di sabato per riportare in patria i riservisti
Per la prima volta dal 1982 El Al, la compagnia di bandiera israeliana, volerà di sabato violando così il riposo sabbatico ebraico. Lo ho annunciato la stessa compagnia motivando la scelta con la necessità di riportare in patria gli israeliani richiamati dall’esercito nella lotta ad Hamas, così come le forze di sicurezza e di salvataggio bloccati all’estero.