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La Repubblica del Nagorno Karabakh cesserà di esistere
L’autoproclamata repubblica separatista del Nagorno Karabakh, tramite decreto emesso dal leader dell’enclave Samvel Chakhramanian, ha annunciato che scioglierà tutte le sue istituzioni a partire dal primo gennaio 2024 e che di conseguenza la Repubblica dell’Artsakh «cesserà di esistere».
Sono 65 mila le persone fuggite dal Nagorno Karabakh
Nel decreto viene sottolineato che una volta conosciute le condizioni per il ritorno della regione sotto il controllo azero, gli abitanti e i rifugiati armeni potranno «prendere individualmente la decisione di rimanere o tornare nel Nagorno Karabakh». Circa 65 mila persone (la metà dei circa 120 mila che vivevano nell’enclave) sono fuggite nel giro di pochi giorni per paura di essere presa di mira dalla repressione azera, nonostante le promesse di Baku di rispettarne i diritti. L’Armenia, che ha sostenuto il territorio per decenni, questa volta non è intervenuta militarmente, aprendo la strada alla reintegrazione della regione nell’Azerbaigian, avvenuta nel giro di 24 ore dopo l’offensiva lampo azera.
Per il premier armeno è in corso «un atto di pulizia etnica»
«L’analisi della situazione mostra che nei prossimi giorni non ci sarà più alcun armeno nel Nagorno Karabakh. Questo è un atto di pulizia etnica», ha affermato il premier armeno Nikol Pashinyan parlando dell’esodo di massa dei profughi dell’Artsakh. Baku ha aperto l’unica strada che collega l’enclave all’Armenia quattro giorni dopo la capitolazione dei separatisti. Intanto, un tribunale azero ha ordinato l’arresto dell’ex premier dei separatisti del Nagorno Karabakh, Ruben Vardanyan, accusandolo di finanziamento del terrorismo, creazione di gruppi o gruppi armati illegali e attraversamento illegale del confine. Vardanyan rischia fino a 14 anni di reclusione.