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Bce, Lagarde: «Per chi ha mutui a tasso variabile è dura»
La presidente della Bce Christine Lagarde, nel rispondere agli eurodeputati della commissione Econ a Bruxelles, ha dichiarato: «Il 30 per cento delle famiglie negli Stati membri hanno mutui a tasso variabile. È dura, lo sappiamo». L’argomento è stato il rialzo dei tassi d’interesse e Lagarde ha lanciato un messaggio, sottolineando che «abbiamo bene in mente quanto dolore infliggono».

Lagarde: «Nostro dovere riportare l’inflazione all’obiettivo»
La presidente ha poi aggiunto: «Sappiamo anche che il prezzo della benzina alla pompa e i prezzi dell’energia in generale pesano fortemente sulle famiglie a basso reddito. Lo sappiamo, ma sappiamo anche che la nostra missione, il nostro dovere è riportare l’inflazione all’obiettivo in maniera tempestiva. Più rapidamente ci tornerà e più stabili torneranno i prezzi, meno dura sarà andare avanti, sia per coloro che hanno investito sia per coloro che si sono indebitati». E guardando al prossimo futuro ha continuato «stiamo conducendo una revisione completa del quadro operativo per la gestione dei tassi di interesse a breve termine, valutando i costi e i benefici dei regimi alternativi. Il nostro obiettivo è concludere questa revisione entro la primavera del 2024 e, ovviamente, riferiremo a questa commissione sui risultati».

Previsto il calo dell’inflazione al 2,1 per cento nel 2025
Lagarde ha parlato poi delle previsioni della Bce sull’inflazione. Dovrebbe «calare dal 5,6 per cento nel 2023 al 3,2 nel 2024 e al 2,1 nel 2025. Sulla base della nostra ultima valutazione, riteniamo che i nostri tassi ufficiali abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo». E ha concluso: «In ogni caso le nostre decisioni future garantiranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati, basando le nostre decisioni sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria».