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Nord Corea, delegazioni di Russia e Cina a Pyongyang
Una delegazione russa guidata dal ministro della Difesa Sergei Shoigu è arrivata a Pyongyang, raggiunta a stretto giro da quella capitanata da Li Hongzhong, membro del comitato politico centrale del Partito comunista cinese. Le due delegazioni prenderanno parte alle cerimonie che segnano il 70esimo anniversario dell’accordo di armistizio che pose fine alla guerra di Corea, che prevedono imponenti parate militari.
La solitaria Corea del Nord, “regno eremita” già in condizioni di normalità, si era ulteriormente isolata dall’estero allo scoppio della pandemia di Covid, tagliando ogni contatto diplomatico anche con Russia e Cina, i suoi principali partner economici e politici. Pur di evitare il Coronavirus, Kim Jong-un aveva interrotto le importazioni di beni essenziali come cibo e medicine: sforzi vani, visto che alla fine il contagio si è diffuso anche a Pyongyang e dintorni.
Le visite di Shoigu e Li sono le prime nel loro genere dal 2020
Le visite di Shoigu e Li sono le prime nel loro genere e di un livello così alto dal 2020. Secondo gli analisti, l’inclusione di inviati cinesi e russi nella parata del Giorno della vittoria (così viene chiamato l’armistizio del 1953 nel Nord) suggerisce un possibile allentamento delle restrizioni Covid, che sono ancora in vigore. Atterrato a in Corea del Nord, Shoigu è stato accolto da una fila di soldati e da uno striscione rosso decorato con le parole: “Benvenuto, compagno ministro della Difesa della Federazione Russa”, sia in coreano che appunto in russo.
Pechino e Mosca da decenni hanno forti legami con Pyongyang
Pechino e Mosca sono entrambe alleate di lunga data di Pyongyang. La Repubblica Popolare Cinese nell’autunno del 1950 inviò truppe a sostegno dell’esercito nordcoreano nella guerra contro il Sud. E anche l’Unione Sovietica fornì supporto. Dal crollo dell’Urss nel 1991, la Russia è rimasta un alleato naturale per la Corea del Nord: i due Paesi sono accomunati dalla reciproca antipatia per gli Stati Uniti. La doppia visita arriva sullo sfondo delle crescenti tensioni geopolitiche tra Washington e Mosca a causa della guerra in Ucraina, mentre sono sempre più logori anche i rapporti tra Usa e Cina a causa di Taiwan.