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Strage di Erba, avviata azione disciplinare nei confronti del magistrato Cuno Tarfusser
A seguito della denuncia della dirigente della procura generale di Milano, un suo magistrato, Cuno Jacob Tarfusser, è stato raggiunto da un’azione disciplinare. Nel procedimento a suo carico gli viene contestato, come riportato da Il Corriere della Sera, di aver «violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio». Il 31 marzo infatti Tarfusser depositò in cancelleria la richiesta di revisione della condanna definitiva dei due ergastolani, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi; il tutto, si legge nel quotidiano «in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’avvocato generale e al procuratore generale la facoltà di richiedere la revisione di sentenze» nel caso vi siano nuove prove d’innocenza.
![Il magistrato Cuno Tarfusser è stato raggiunto da un'azione disciplinare dopo la denuncia della dirigente della procura generale di Milano.](https://i0.wp.com/www.lettera43.it/wp-content/uploads/2023/07/strage-di-erba-avviata-azione-disciplinare-nei-confronti-del-magistrato-cuno-tarfusser.jpg?resize=955%2C576#038;ssl=1)
Le accuse disciplinari nei confronti di Tarfusser
La richiesta di revisione degli ergastoli per il quadruplice omicidio nel 2006 del bimbo di 2 anni Youssef Marzouk, di sua madre Raffaella Castagna, di sua nonna Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, nonché per il tentato omicidio di Mario Frigerio, sarebbe stata il risultato sia di contatti, tenuti per mesi, con i difensori Fabio Schembri e Paolo Sevesi, sia di consulenze scientifiche sulle «asserite nuove prove a favore dei coniugi Romano-Bazzi» senza tuttavia «alcuna delega dal campo».
Tarfusser ha rivendicato «la propria imparzialità»
L’ex procuratore di Bolzano, interrogato a Roma nel disciplinare dal sostituto pg di Cassazione Simone Perelli, ha rivendicato «la propria imparzialità» ponendo in evidenza «l’assurdità a suo avviso di far dipendere dall’interpretazione di un regolamento interno la sorte di due ergastolani da egli ritenuti innocenti». A sua difesa Tarfusser ha fatto riferimento al tentativo via mail, datato 14 marzo, di incontrare la pg Nanni per parlarle di «una cosa delicata e urgente», senza ricevere risposta. Per contro, la pg Nanni ha affermato che «la mail inviatale da Tarfusser non conteneva alcun riferimento specifico alla strage di Erba». La decisione spetterà ora al pg di Cassazione.