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Facci nella bufera per un articolo sul caso del figlio di La Russa: a rischio la striscia su Rai 2?
La bufera sollevata dal caso del presunto stupro compiuto da Leonardo Apache La Russa si allarga. In Puglia la ministra della Famiglia Eugenia Roccella è stata contestata per aver preso le parti del presidente del Senato Ignazio, aspramente criticato per aver difeso il terzogenito, colpevolizzando la 22enne che ha sporto denuncia. Un articolo di Filippo Facci, pubblicato su Libero, rischia adesso di far perdere al giornalista la striscia quotidiana I facci vostri, che gli è stata appena affidata su Rai 2.
«Ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca»
«Le sofisticate scienze forensi non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca», ha scritto Facci su Libero. «Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?», chiede Sandro Ruotolo, giornalista e responsabile informazione del Partito democratico. «Che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista». Secondo Carlo Calenda, che ha espresso su Twitter il suo pensiero, Facci è «un troglodita che in ogni altro Paese europeo dopo aver scritto questa roba qui, non scriverebbe più neppure sul giornale condominiale». Anche il capogruppo M5S in Commissione Vigilanza Rai Dario Carotenuto e il segretario di Più Europa Riccardo Magi hanno stigmatizzato le frasi di Facci.
La condanna da parte di Usigrai, Fnsi, Ordine dei giornalisti e associazione GiULia
Condanna da parte di Ordine dei giornalisti, Usigrai, Federazione nazionale della stampa e associazione GiULia: «Le leggi, le norme deontologiche, il Manifesto di Venezia. Ma prima di tutto il principio di umanità e di rispetto primario verso le persone, rendono intollerabile quanto scritto da Filippo Facci sulla violenza denunciata a Milano da una ragazza di 22 anni, di cui il giornalista scrive su Libero dell’8 luglio: “Fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache la Russa”. Non c’è alcun diritto di critica in un linguaggio di tale violenza, che calpesta ogni regola di umana solidarietà e di buon senso, e non è schermo il fatto che la denuncia della giovane si sia trasformata in un caso politico, come se questo consentisse l’oltraggio verso la querelante. Non sono i toni dissacranti e ironici a turbare, ma la totale insensibilità su un problema che sconvolge le donne, tutte le donne, con un approccio disposto a violare ogni codice di civile rispetto».