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Israele, auto contro la folla a Tel Aviv in risposta ai raid notturni a Jenin
La tensione in Medio Oriente è sempre più alta. Dalla notte tra domenica 2 e lunedì 3 luglio, Israele sta conducendo un’operazione militare massiccia sul centro palestinese di Jenin, che ha causato in oltre 24 ore più di cento feriti e dieci vittime accertate. Dal campo profughi della cittadina della Cisgiordania, a nord di Gerusalemme, sono fuggite oltre tremila persone. Il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato lunedì 3 luglio: «Negli ultimi mesi, Jenin è diventata una città rifugio per il terrorismo. Noi ci stiamo occupando di porre fine a questa situazione». Dall’altra parte, l’Anp, l’Autorità nazionale palestinese guidata dal presidente Abu Mazen, ha definito l’operazione «un crimine» e all’indomani delle parole di Netanyahu un’auto lanciata contro la folla a nord di Tel Aviv ha provocato diversi feriti.
Tel Aviv, auto sulla folla: almeno dieci feriti
Il primo bilancio dell’attentato a Tel Aviv parla di almeno dieci feriti, tra cui una donna in gravi condizioni. Alla guida dell’auto, secondo le autorità, c’era il 23enne Hassim Halaila, giovane palestinese di Hebron, ucciso da un passante. Il capo della polizia ha raccontato: «L’attentatore è arrivato a bordo di un’auto e ha centrato una fermata di autobus e subito dopo ha cominciato ad accoltellare i passanti. È stato fermato dal coraggioso intervento di un civile». Gli elicotteri continuano a sorvolare la città in cerca di altri eventuali complici. Hamas da Gaza, tramite il proprio portavoce Hazem Qassem, ha applaudito l’attentatore parlando di «un’eroica vendetta», in risposta all’operazione militare israeliana: «L’occupazione pagherà il prezzo per i suoi crimini contro Jenin. Lodiamo gli eroi del nostro popolo e i combattenti a Jenin».
Hagari: «A Jenin poca resistenza»
Intanto l’operazione dell’esercito israeliano prosegue. Il portavoce Daniel Hagari ha parlato dei raid con i giornalisti, spiegando che «la resistenza degli uomini armati è stata bassa. Sono scappati dagli obiettivi che abbiamo colpito». Da Jenin negli ultimi anni sono partiti almeno 50 attacchi con armi da fuoco contro obiettivi israeliani. Le operazioni in Cisgiordania continuano e hanno portato, nell’ultimo anno e mezzo, alla morte di centinaia di palestinesi. Dall’inizio del 2023 a oggi, invece, gli israeliani che hanno perso la vita in attacchi terroristici sono 24.