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Ancelotti e gli altri, quando i ct italiani vanno di moda sulle panchine all’estero
Gli allenatori italiani alla conquista del mondo. Con l’annuncio di Carlo Ancelotti alla guida del Brasile dal 2024, anno di scadenza del contratto che lo lega al Real Madrid, aumenta il numero di commissari tecnici azzurri sulle panchine delle nazionali estere. Un binomio che, tuttavia, non ha sempre funzionato. Se infatti Marco Rossi ha risollevato il gioco dell’Ungheria, non può definirsi positiva l’esperienza di Fabio Capello alla guida dell’Inghilterra e della Russia. Male anche Marcello Lippi, vincitore del Mondiale 2006 con l’Italia, con la Cina, meglio Giovanni Trapattoni con l’Irlanda. Senza poi dimenticare le brevi parentesi all’estero di Fabio Cannavaro, Cesare Maldini, Claudio Ranieri e tanti altri. Da febbraio 2023 Domenico Tedesco ha accettato la sfida di allenare il Belgio, orfano di Roberto Martinez (passato al Portogallo) e reduce dall’eliminazione al primo turno in Qatar.
Da Marco Rossi a Fabio Capello, gli allenatori italiani con le nazionali estere
Fabio Capello, doppia panchina fra Inghilterra e Russia
Già star del calcio italiano con il Milan di Silvio Berlusconi e dei tre olandesi e reduce della Liga conquistata nel 2006-07 con il Real Madrid, Fabio Capello ricevette la chiamata della nazionale inglese. Al Mondiale in Sudafrica del 2010, dopo un ottimo girone, fu vittima di un’ingiustizia agli ottavi contro la Germania. Sul 2-1 per i tedeschi l’arbitro non vide il netto gol di Frank Lampard, con palla ampiamente dietro la linea dopo aver impattato sulla traversa. Confermato anche per l’Europeo 2012, si dimise prima della competizione per disaccordi con la federazione. Ottenne subito la panchina della Russia, che riportò a un Mondiale dopo oltre 10 anni di assenza. Eliminato ai gironi di Brasile 2014, fu sollevato dall’incarico.
Giovanni Trapattoni e quel gol irregolare subito dalla Francia nel 2009
Giramondo già con i club, avendo allenato in Italia, Germania, Austria e Portogallo, Giovanni Trapattoni non si è lasciato sfuggire l’occasione di una nazionale straniera. Nel 2008 infatti accettò la panchina dell’Irlanda con l’obiettivo di ottenere il pass al Mondiale in Sudafrica. Giunto allo spareggio contro la Francia, ancora lontana dalla corazzata delle edizioni più recenti, fu vittima di un’incredibile beffa per errore arbitrale. In vantaggio 1-0 al 90’, gli irlandesi furono raggiunti sul pari da un gol di William Gallas su evidente assist di mano di Thierry Henry. Dopo l’amara delusione, il Trap si rifece nel 2012 portando l’Irlanda all’Europeo di Polonia e Ucraina, la prima volta dopo 24 anni. Perse tutte le partite del girone, tra cui quella con l’Italia, e nel 2013 lasciò dopo altre due sconfitte.
Marco Rossi, l’eroe dell’Ungheria che ha sfiorato le Finals di Nations League
Fra gli esempi più vincenti della scuola italiana all’estero c’è indubbiamente l’esperienza di Marco Rossi alla guida dell’Ungheria. Dopo aver militato nella nostra Serie C, ha accettato di allenare l’Honved di Budapest, vincendo nel 2017 il campionato che mancava da quasi 25 anni. Un successo che gli attirò l’attenzione della federazione ungherese, che l’anno seguente lo ha chiamato per difendere i colori della nazionale magiara. Dopo aver giocato un eccellente Euro 2020, sfiorando il pass per gli ottavi pur affrontando Francia, Germania e Portogallo, ha disputato un’ottima Nations League 2022-23. A un passo dalle Finals, ha detto addio al sogno perdendo a Budapest contro l’Italia di Roberto Mancini. Proverà a rifarsi a Euro 2024.
Marcello Lippi e Fabio Cannavaro, poche fortune per i due allenatori della Cina
Dieci trofei alla guida della Juventus, altri quattro con il Guangzhou Evergrande, ma soprattutto il Mondiale 2006 con l’Italia. È il palmares con cui Marcello Lippi, fra gli allenatori italiani più vincenti, si presentò nel 2016 sulla panchina della nazionale cinese. Vi rimase per tre anni, fino al 2019, con in mezzo una parentesi di appena tre mesi di Fabio Cannavaro. Dopo aver mancato la qualificazione al Mondiale di Russia 2018 e aver perso agli ottavi della Coppa d’Asia 2019, decise di lasciare definitivamente l’incarico, chiudendo tra l’altro la sua carriera da allenatore.
Alberto Zaccheroni, il commissario tecnico che allenava a gesti
Campione d’Italia alla guida del Milan nella stagione 1998-99, Alberto Zaccheroni non ha brillato invece con Inter e Juventus, di cui fu allenatore rispettivamente nel 2003-04 e per alcuni mesi nel 2010. Proprio dopo la conclusione del rapporto con i bianconeri, Zac ricevette l’offerta dal Giappone per guidare la nazionale in Coppa d’Asia. Trofeo che sollevò al primo colpo, battendo l’Australia in finale dopo i tempi supplementari. Il successo, arrivato dopo sette anni di astinenza per il Sol Levante, gli concesse grandi onori a Tokyo, tanto da essere ricevuto dall’imperatore Akihito in persona. Lasciò dopo il Mondiale 2014, eliminato ai gironi. Il capitano dei samurai, Yasuhito Endo disse che, in assenza di interprete, Zaccheroni parlava spesso a gesti con la squadra. Per Zac anche un’esperienza con gli Emirati Arabi fra 2018 e 2019, senza trofei.
Mangia, Ranieri e Maldini, gli altri allenatori azzurri giramondo
Oltre alle esperienze sopracitate, sono tanti i commissari tecnici azzurri che hanno vissuto una parentesi alla guida delle nazionali estere. Basti pensare a Claudio Ranieri che, prima di diventare l’eroe in Premier League per il Leicester, nel 2014 si sedette sulla panchina della Grecia. Ci restò appena quattro partite, tre delle quali perse, prima di essere esonerato. Diversi gli allenatori italiani che hanno guidato l’Albania. Gianni De Biasi lo ha fatto per ben sei anni fra 2011 e 2017, portando la nazionale per la prima volta agli Europei. Lo sostituì Christian Panucci fra 2017 e 2019, prima di lasciare l’incarico a Edy Reja, rimasto fino al 2022.
Marco Tardelli ha allenato l’Egitto per otto partite nel 2004, Devis Mangia è stato a Malta tra 2019 e 2022. Impossibile non citare anche Cesare Maldini, padre di Paolo, che con Giuseppe Dossena come vice guidò il Paraguay al Mondiale 2002 in Corea e Giappone. Superò persino il girone, ma si fermò agli ottavi contro la futura finalista Germania. Infine, menzione speciale per Francesco Moriero, ex centrocampista dell’Inter e dal 2021 tecnico delle Maldive, che ha allenato anche alla Coppa d’Asia 2023.