Archivio
- Maggio 2025 (183)
- Aprile 2025 (187)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (65)
- Gennaio 2018 (10)
Schlein attacca La Russa: «Disgustoso colpevolizzare una donna che denuncia una violenza»
Il presidente del Senato Ignazio La Russia ha difeso pubblicamente il figlio Leonardo Apache dopo la denuncia per stupro presentata da una ragazza di 22 anni. L’esponente di Fratelli d’Italia ha contestato tra le altre cose i tempi della denuncia da parte della giovane: «Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo 40 giorni dall’avvocato estensore che occupa questo tempo per rimettere insieme i fatti». Una osservazione che ha scatenato le polemiche e la dura replica della segretaria del Pd Elly Schlein: «Trovo disgustoso che il Presidente del Senato colpevolizzi una donna che denuncia una violenza», ha detto la leader dem. Sulla stessa linea anche il deputato Pd Alessandro Zan e il segretario di +Europa Riccardo Magi.

Schlein: «Ancora una volta si mina la credibilità delle donne»
Schlein ha criticato le parole del presidente del Senato: «Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso. Il presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute. Inaccettabile da chi ha incarichi istituzionali la legittimazione del pregiudizio sessista».
Zan: «La Russa è sconcertante»
Come lei, anche Alessandro Zan, che su Twitter scrive: «La Russa è sconcertante: la seconda carica dello Stato libera il figlio da ogni responsabilità, indagato in una vicenda delicata, di fatto pressando forze dell’ordine e magistratura e alimenta la narrazione tossica e perversa di colpevolezza delle vittime di violenza sessuale». E come lui anche la senatrice del Pd Cecilia D’Elisa: «Il Presidente del Senato non dovrebbe intervenire su procedimenti penali in corso, la seconda carica dello Stato non può non sapere che le sue esternazioni di fatto potrebbero risultare pressioni indebite sul lavoro della magistratura. Le preoccupazioni di padre non possono giustificare le dichiarazioni di La Russa, che assolve il figlio e mette in discussione la parola della presunta vittima. Non spetta a lui, e non dovrebbe prestarsi a ricostruzioni che alimentano la colpevolizzazione della vittima, come ancora troppo spesso accade nei casi di violenza. È grave, molto grave, che lo faccia la seconda carica dello Stato».
La Russa è sconcertante: la seconda carica dello Stato libera il figlio da ogni responsabilità, indagato in una vicenda delicata, di fatto pressando forze dell’ordine e magistratura e alimenta la narrazione tossica e perversa di colpevolezza delle vittime di violenza sessuale.
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) July 7, 2023
Magi: «Preoccupante che La Russia abbia chiuso il caso»
In una nota, parla anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi: «Ognuno è innocente fino al terzo grado di giudizio e capisco anche il dolore di un padre nel leggere certe accuse. Ma Ignazio La Russa non è solo un padre, è anche il presidente del Senato. Soprattutto non è un magistrato, né un organo inquirente. Per questo nella nota che ha diffuso è alquanto preoccupante che abbia già chiuso il caso: ha interrogato il figlio, ne ha decretato l’innocenza, mentre la testimonianza della ragazza non è attendibile perché “drogata”. Per il ruolo che svolge, sarebbe stato meglio un dignitoso silenzio. Questa è invece un’ingerenza intollerabile da parte della seconda carica dello Stato verso chi sta svolgendo le indagini».
