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Michela Murgia si è sposata con Lorenzo: «Niente auguri, l’abbiamo fatto controvoglia»
Michela Murgia si è sposata con l’attore Lorenzo Terenzi. A renderlo noto è stata la stessa scrittrice tramite un post su Instagram, spiegando che le nozze sono state celebrate con rito civile ma non nelle modalità in cui avrebbe voluto. Attore, musicista, autore e regista, il neo sposo fa parte della sua «queer family», ovvero «un nucleo familiare atipico in cui le relazioni contano più dei ruoli».
«Lo abbiamo fatto in articulo mortis»
«Qualche giorno fa io e Lorenzo ci siamo sposati civilmente. Lo abbiamo fatto in articulo mortis perché ogni giorno c’è una complicazione fisica diversa, entro ed esco dall’ospedale e ormai non diamo più niente per scontato». Inizia così il racconto di Murgia, che da mesi sta lottando contro un tumore (un carcinoma renale al quarto stadio) non più curabile. Un gesto, quello di unirsi in matrimonio, che la coppia ha fatto controvoglia, almeno per le modalità imposte dalle norme: «Se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero due è il contrario di quello che siamo». La scrittrice non ha infatti mai nascosto di vivere in una grande famiglia con amiche, colleghi e persone che ama e sostiene con energia inesauribile. Un nucleo che non lascia spazio a legami convenzionali ma che si basa «sulla certezza che essersi casa l’un l’altro resta l’unico indirizzo sicuro».
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Il matrimonio come atto politico
Niente auguri, dunque, «perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste». «Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere», ha promesso la scrittrice che nei prossimi giorni darà vita alla sua idea di celebrazione della famiglia queer nel giardino della sua nuova abitazione, dove le promesse che scambierà con le persone a lei care non saranno quelle che è stata costretta a fare in Comune. «Vogliamo condividerlo a modo nostro e lo faremo da questo profilo, senza giornalisti o media vari. Il nostro vissuto personale, come quello di tutti, oggi è più politico che mai e, se potessi lasciare un’eredità simbolica, vorrei fosse questa: un altro modello di relazione, uno in più per chi nella vita ha dovuto combattere sentendosi sempre qualcosa in meno», ha concluso.