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Matteo Messina Denaro si è aggravato: le condizioni di salute peggiorano
Le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro si sono aggrevate nelle scorse ore. Il boss di Castelvetrano è detenuto al 41 bis nel supercarcere de L’Aquila e combatte da tempo con un tumore. L’ex latitante ha anche subito diverse settimane fa un intervento chirurgico per alcuni problemi urologici, ma era stato fatto rientrare nella struttura dopo qualche ora. In carcere, già dal suo arrivo, è stata allestita una stanza per permettergli di sottoporsi alla chemioterapia. I legali del boss hanno presentato un’istanza di ricovero urgente all’ospedale del capoluogo abruzzese.
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I legali: «Messina Denaro incompatibile con il regime carcerario»
Il quotidiano La Sicilia ha raccolto le dichiarazioni di Alessandro Cerella, legale di Matteo Messina Denaro insieme all’avvocata (e nipote dell’ex latitante) Lorenza Guttadauro. Ha spiegato che il boss «ormai è completamente incompatibile con il regime carcerario soprattutto in quello più duro del 41bis, deve essere immediatamente ricoverato». L’avvocato è stato ascoltato anche Adnkronos: «Non mangia, beve soltanto, non sta bene, necessita di un immediato ricovero in ospedale. Con un tumore al quarto stadio, con la difficoltà anche a reggersi in piedi, non può stare dentro una cella al 41 bis. Deve essere assistito da un infermiere dentro una struttura ospedaliera il prima possibile. Io non sono un medico ma le sue condizioni sono critiche». La richiesta al tribunale della Libertà dell’Aquila di far ricoverare il boss in ospedale San Salvatore era stata ipotizzata già dopo l’intervento del 27 giugno scorso.
A settembre il rito abbreviato per estorsione
Intanto a settembre Messina Denaro sarà giudicato con rito abbreviato nel processo per estorsione a Palermo. La richiesta è stata accolta il 14 luglio scorso. Il boss respinge le accuse che gli sono state mosse a causa di una lettera, che riporta la sua firma, in cui rivendica la proprietà di un terreno a Campobello di Mazara, nel Trapanese. A settembre saranno ascoltati anche gli altri protagonisti della vicenda, Giuseppina Passanante e il marito. Il padre della donna, ormai deceduto, è considerato un prestanome dell’ex latitante.