Marcinelle, Tajani: «Serve l’impegno dell’Ue per garantire la dignità dei migranti»

Il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani è intervenuto questa mattina alla 67esima commemorazione in ricordo delle vittime che persero la vita a Marcinelle. Nel corso del suo intervento anche un passaggio sui flussi migratori, in ricordo dei tantissimi italiani che negli Anni 50 migrarono in Belgio. Il vicepremier ha parlato alla cerimonia direttamente da Bois du Cazier, miniera di carbone che si trova a pochi chilometri dal comune di Marcinelle. Durante il suo intervento ha analizzato i fenomeni migratori europei: «Ora abbiamo davanti a noi tante donne e uomini che sono i nuovi migranti. A volte rappresentano una preoccupazione ma dobbiamo ricordare sempre che sono persone. La dignità della persona deve essere centro. Bisogna lavorare per favorire una migrazione regolare, per dare diritti a chi viene nella nostra Europa e dobbiamo allo stesso tempo combattere chi organizza il traffico di essere umani. Serve l’impegno di tutta Europa per questo».

Migranti, ministro degli esteri Tajani: «Favorire migrazione regolare e combattere i trafficanti»
Immagini dei corpi estratti dalla miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle (Getty Images).

Tajani, il ricordo su Marcinelle: «Se oggi siamo nel G7 lo dobbiamo anche a loro»

Tajani non ha mancato di ricordare le vittime italiane della tragedia di Marcinelle, di cui ogni 8 agosto si celebra il ricordo. A causare la morte dei minatori fu un incendio provocato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. Il vicepremier nel corso di un’intervista su Rai Radio 1 ha ricordato: «Più di 100 italiani perirono nella miniera dove lavoravano in condizioni veramente molto difficili. Sono degli eroi del lavoro, sono i nostri migliori rappresentanti, sono coloro che hanno permesso al nostro Paese di diventare la seconda potenza economica dell’Unione europea, sono coloro che hanno permesso la crescita dell’Italia. Se oggi siamo nel G7 lo dobbiamo anche a loro».

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