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La Romania alla Russia: «Inaccettabili gli attacchi vicino al nostro confine»
«I continui attacchi della Russia contro le infrastrutture civili dell’Ucraina sul Danubio, in prossimità della Romania, sono inaccettabili. Sono crimini di guerra e compromettono ulteriormente la capacità d Kyiv di trasferire i suoi prodotti alimentari a chi ne ha bisogno nel mondo». Lo ha scritto su Twitter il presidente romeno, Klaus Iohannis, dopo l’attacco con droni kamikaze a Izmail, porto fluviale cruciale per il trasporto dei cereali ucraini.
Russia's continued attacks against the Ukrainian
civilian infrastructure on #Danube, in the proximity of Romania
, are unacceptable. These are war crimes and they further affect UA's capacity to transfer their food products towards those in need in the world.
— Klaus Iohannis (@KlausIohannis) August 2, 2023
Dopo l’attacco dei droni russi, il terminal fluviale e l’edificio amministrativo della Danube Shipping Company di Izmail sono stati distrutti e tutte le operazioni sono state sospese. Lo ha riferito l’Ukrainska Pravda citando fonti militari e della struttura industriale sul Danubio, nella oblast’ di Odessa. Il ministro ucraino delle Infrastrutture, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato che quasi 40 mila tonnellate di cereali destinati a Cina, Israele e Paesi africani sono state danneggiate, nel crollo di un silo.

Il porto di Izmail si trova dalla parte opposta del Danubio rispetto alla Romania, Paese membro della Nato, ed è stato usato come principale via alternativa dall’Ucraina per le esportazioni di grano da quando Mosca si è sganciata dall’accordo. A seguito della mancata proroga del patto, l’esercito di Mosca ha intensificato gli attacchi ai porti ucraini. E quello di Izmail era stato già colpito. Così aveva twittato infatti Iohannis il 24 luglio: «Condanno fermamente i recenti attacchi russi contro le infrastrutture civili ucraine sul Danubio, molto vicino alla Romania. Questa escalation pone seri rischi per la sicurezza nel Mar Nero. Colpisce anche l’ulteriore transito del grano ucraino e quindi la sicurezza alimentare globale». Secondo quanto dichiarato il ministero degli Esteri di Kyiv, ammontano a 180 mila tonnellate le scorte di cereali perse negli ultimi 10 giorni di luglio.
