Il nuovo Pnrr del governo, tagli da 15,9 miliardi: saltano progetti su ambiente e territorio

È una maxi revisione del Pnrr quella che il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto ha proposto alla cabina di regia che si è svolta a Palazzo Chigi giovedì 27 luglio 2023. Oltre all’inclusione del nuovo capitolo sul Repower EU, il nuovo testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, contenuto in un documento di 152 pagine, taglia interventi per 15,89 miliardi, dalle ferrovie ai Comuni, dal dissesto idrogeologico al welfare.

Tagliati fondi per il dissesto idrogeologico

Tra i tagli proposti dal titolare degli Affari europei spiccano quelli ai fondi disponibili per il contrasto al dissesto idrogeologico. Il Piano originale prevedeva 2,49 miliardi su questa misura (missione 2, componente 4, investimento 2.1), mentre il nuovo ne cancella 1,287 miliardi toccando, in particolare, la misura M2C4I2.1A. Questa riguarda la gestione del rischio di alluvione e la riduzione del rischio idrogeologico tramite sia interventi strutturali sia non strutturali, è in capo al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e ha l’obiettivo di mettere in sicurezza 1,5 milioni di italiani che vivono in zone a rischio. Il governo ha cancellato i finanziamenti a questi progetti «in ragione della loro natura di progetti in essere», sostenendo che siano da rivedere perché precedenti all’entrata in vigore della riforma delle procedure per gli interventi sul dissesto idrogeologico approvata a inizio 2022. Nel nuovo Pnrr non trovano poi posto i 110 milioni della misura per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (la M2C4I3.1). L’obiettivo era quello di piantare 6,6 milioni di alberi e realizzare 6.600 ettari di nuove foreste sul territorio delle 14 città metropolitane. Il motivo del definanziamento è legato a «impossibilità oggettive a raggiungere pienamente l’obiettivo».

6 miliardi in meno per la valorizzazione del territorio

Altre misure che avrebbero avuto un impatto su ambiente e clima e che sono state tagliate dall’esecutivo sono quelle relative agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (misura M2C4I2.2, che vede un taglio di 6 miliardi di cui molti riguardanti la messa in sicurezza di strade), per la rigenerazione urbana (misura M5C21I2.2, che avrà 3,3 miliardi in meno), e ai piani urbani integrati (misura M5C21I2.2C, – 2,5 miliardi). Tutte erano in capo al ministero dell’Interno, mentre quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica perde 675 milioni previsti per la promozione di impianti innovativi, inclusi quelli offshore (misura M2C2I1.3) e 1 miliardo previsto per l’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate (misura M2c2I3.2). Via anche 725 milioni dedicati al potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità (misura M5C3I1.1.1) e 300 milioni destinati alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (misura M3C3I1.2). Va sottolineato che i progetti sono eliminati dal Pnrr e non in generale: verranno rifinanziati con altri fondi ma non è chiaro in che tempistiche.

 

Powered by WordPress and MasterTemplate