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Grande Fratello Vip, la stretta di Pier Silvio: più qualità e meno trash anche sui social
Il Grande Fratello Vip cambia pelle per scelta dell’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. Già a metà luglio aveva posto il veto alla partecipazione al reality di influencer e personaggi di OnlyFans. Ora è stato il blogger Gianluca Paganotti su MondoTv24 a spiegare come il GF Vip cambierà volto grazie a un rigoroso codice etico. Si punta a rendere il programma meno trash, come testimonia anche l’ingresso di Cesara Buonamici tra gli opinionisti. Niente liti, parolacce o atteggiamenti sopra le righe. Il rischio squalifica, nel nuovo regolamento, è più alto rispetto al passato.
Tra le nuove regole la squalifica per chi innesca liti
Una delle regole principali introdotte riguarda le fandom. Se sui social i fan di un personaggio dovessero dar vita a scontri verbali che sfociano nel trash, il partecipante in questione rischia di essere cacciato. La squalifica arriverà anche con comportamenti tali da generare litigi all’interno della casa. L’addio comporterebbe anche l’allontanamento dallo studio di Alfonso Signorini e il divieto di partecipare a programmi radiofonici e televisivi del gruppo Mediaset. Altre regole inserite in vista della prossima edizione riguardano le attività della casa, «che deve essere sempre curata e pulita». Devono aiutare tutti, per mantenere «ordine, pulizia e rigore». Infine anche gli atteggiamenti considerati ambigui potrebbero essere puniti.
Berlusconi: «Certi limiti non vanno superati»
Alla presentazione dei palinsesti di Mediaset è stato lo stesso amministratore delegato ad annunciare un cambio di rotta. Pier Silvio Berlusconi ha dichiarato: «Penso che i reality siano inevitabilmente un pezzo della tv commerciale. Ci sono limiti che non vanno superati. Tatuaggi, parolacce, scollature. Non era quello. Ci sono limiti che hanno a che fare con sensibilità e rispetto dei singoli. Ho visto una puntata e così non va bene: non è il singolo episodio, dipende da come viene rappresentata una cosa e il contesto. Vorrei che gli autori si sforzassero di lavorare per raccontare storie senza eccessi. La colpa è sempre di chi fa il prodotto. Ci siamo distratti, la colpa è stata nostra».