Daily Archives: 14 Novembre 2024

Fratelli d’Italia propone un voucher da 1500 euro per le scuole paritarie

AGI - A partire dall'esercizio finanziario 2025, alle famiglie con reddito Isee non superiore a euro 40.000,00 è riconosciuto un voucher, spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria, per un importo annuale massimo pari a euro 1.500 per ogni studente frequentante una scuola paritaria primaria, secondaria di I grado o il primo biennio di una scuola paritaria di II grado. Lo prevede un emendamento alla legge di bilancio presentato da FdI, a prima firma di Lorenzo Malagola.

 

L'effettivo ammontare del voucher per ogni studente è calcolato sulla base di scaglioni inversamente proporzionali al reddito ISEE e nei limiti di un finanziamento complessivo pari a euro 65 milioni annui. Nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione e del merito è istituito un fondo dedicato agli interventi del presente comma, pari a 16,25 milioni per l'anno 2025, 65 milioni per l'anno 2026, 65 milioni per l'anno 2027. 

 

Immediata la risposta dei sindacati. “Mentre con la legge di bilancio si taglia la scuola pubblica, quella che lo Stato dovrebbe garantire a tutti e tutte, la maggioranza di Governo propone un bonus di 1500 euro per frequentare le scuole private. Quindi non ci sono soldi per il rinnovo contrattuale degli insegnanti, si tagliano 8mila posti tra personale docente e Ata, non si assumono i precari su tutti posti disponibili, ma si trovano le risorse per il sistema privato. È un Governo che ha gettato la maschera e opera scientemente contro la scuola pubblica, calpestando la Costituzione. Motivo ulteriore per aderire alle iniziative di mobilitazione e allo sciopero generale del 29 novembre”. Lo dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.

Mps vola in Borsa dopo il collocamento del 15% del capitale

AGI - Continua la volata di Mps che a circa un'ora e mezza dall'avvio delle contrattazioni guadagna oltre il 13% (+13,20% a 6,240 euro per azione). Mps in apertura non ha fatto prezzo per poi decollare in Borsa, all'indomani della decisione del Mef di collocare sul mercato il 15% del capitale detenuto nell'istituto senese, per un controvalore complessivo di circa 1,1 miliardi. La quota ceduta dal Mef è stata acquisita da Banco Bpm (per il 5%), che adesso è in rialzo a Piazza Affari del 4,79%, da Anima (per il 3%), dal gruppo Caltagirone (per il 3,5%), e da Delfin della holding degli eredi Del Vecchio (per il restante 3,5%).

 

L'offerta del Mef è stata aumentata dall'iniziale 7% al 15% delle azioni a causa dell'elevata domanda ricevuta e "della presenza di un premio del 5% rispetto all'attuale prezzo di chiusura del mercato". A seguito di questa transazione, la partecipazione dello Stato in MPS si è ridotta dal 26,7% all'11,7% del capitale sociale della banca. 

 

MPS, fondata nel 1472 e considerata la banca più antica del mondo, è controllata dallo Stato italiano dal 2017, quando ha approvato la sua ricapitalizzazione precauzionale, autorizzata da Bruxelles, per salvarla dal fallimento. Negli ultimi tempi ha messo in vendita parte della banca e dal novembre 2023 ha effettuato tre operazioni di collocamento di azioni sul mercato che hanno portato profitti per circa 2,7 miliardi di euro. La progressiva riduzione della partecipazione statale nella banca risponde all'impegno preso con Bruxelles di dismettere gran parte della partecipazione statale entro la fine del 2024.

Per 3 italiani su 4 i benefit sono decisivi nella scelta del lavoro. Ecco i più desiderati in Europa

AGI - Quanto sono importanti i benefit quando si considera una nuova opportunità di lavoro? È questa la domanda posta ai 2.400 dipendenti e ai 726 datori di lavoro che hanno partecipato al "Great Employee Benefit Study 2024", condotto dal team di esperti dell'Università di Aalto, sotto la guida della ricercatrice Elina Koivisto. Lo studio ha coinvolto i lavoratori di Italia, Regno Unito, Svezia e Finlandia, si è posto come obiettivo di analizzare il benessere dei dipendenti, gli investimenti aziendali e l'impatto della tecnologia nel campo del welfare. Dall'analisi sono emerse evidenze che sottolineano quanto sia fondamentale offrire alla propria forza lavoro un adeguato pacchetto di benefit aziendali.

L'indagine ha rivelato infatti che l'83,2% dei dipendenti italiani considererebbe l'idea di cambiare posto di lavoro per un'azienda che offra un miglior pacchetto welfare. Se per i dipendenti svedesi i benefit risultano meno rilevanti, probabilmente a causa di una limitata offerta, in Italia e Regno Unito ben il 75% degli intervistati li considera essenziali quando si valuta una nuova opportunità di lavoro. Tuttavia, meno della metà dei dipendenti afferma che il proprio benessere sia effettivamente supportato dai datori di lavoro, evidenziando un gap tra le percezioni delle aziende e quelle dei lavoratori.

Le aziende europee stanno correndo ai ripari: secondo Inkwood Research, infatti, il mercato del welfare aziendale europeo sta registrando un incremento annuo del 6,5%, con una stima di oltre 43 miliardi di euro entro il 2032.

 

Offrire un pacchetto di welfare di valore è quindi diventato un elemento strategico per le aziende che vogliono attrarre talenti e accrescere la fiducia dei propri dipendenti, ma non basta: questo dev'essere orientato verso una sempre maggiore personalizzazione dei servizi proposti per rispondere alle diverse esigenze dei lavoratori. Secondo il 7° rapporto Censis-Eudaimon, infatti, in Italia il 50% delle aziende riconosce che un approccio tailor-made è fondamentale per attrarre e trattenere talenti. Anche nel Regno Unito si sta affermando il trend della personalizzazione dei benefit, in risposta alla crescente tendenza dei lavoratori britannici a non utilizzare quelli offerti, poiché non corrispondenti alle loro esigenze. 

 

Quali sono i benefit più desiderati dai dipendenti europei e su quali le aziende investiranno maggiormente nel 2025?

In tutti i paesi esaminati, l'assistenza sanitaria completa sul lavoro è in assoluto il benefit più apprezzato. Per quanto riguarda invece gli investimenti previsti per il 2025, sembra proprio che i datori di lavoro di tutti e 4 i paesi prevedano un aumento dei budget, soprattutto per la formazione professionale dei dipendenti. In Svezia, Italia e Regno Unito sono previsti aumenti anche sulle assicurazioni di vario tipo. Infine, l'assistenza ai familiari a carico è in aumento sia in Svezia che in Italia. 

 

Nell'analisi è stato chiesto ai dipendenti italiani in quale area ritiene che la sua organizzazione debba investire per sostenere il loro benessere e questi sono i 5 desideri emersi come prioritari dai lavoratori:

  • Orari di lavoro flessibili (20,9%)
  • Lavorare da remoto (12,5%)
  • Promozione di un dialogo aperto (11,7%)
  • Eventi per svagarsi e momenti di relax (9,4%)
  • Spuntini salutari sul posto di lavoro (9,3%)

 

Allo stesso tempo, è stato chiesto ai datori di lavoro su cosa pensano le organizzazioni debbano investire per garantire benessere ai propri collaboratori e i feedback che hanno dato sono abbastanza allineati con quelli dei dipendenti. In generale, si nota una chiara attenzione alla promozione della qualità della vita nel suo complesso, accompagnata da una visione sempre più completa dei bisogni delle persone e delle loro specificità come elemento chiave anche nel contesto aziendale di oggi e di domani.

Ryanair rimborserà i costi extra per il check-in in aeroporto

AGI - Ryanair rimborserà i consumatori per i costi extra del check in: in particolare, l'indennizzo sarà per un importo pari a 55 euro, ovvero l'intero costo del check in effettuato in aeroporto e varrà per tutti i consumatori che, tra il 2021 e il 2023, hanno inviato un reclamo alla società non conoscendo le condizioni applicabili al check-in online. Lo annuncia l'Antitrust, spiegando di aver contestato le informazioni fornite dalla compagnia sulle condizioni applicabili al check-in online e sul possibile aggravio di costi in caso di mancato check-in online.

E così Ryanair si è impegnata a rimborsare oltre un milione e mezzo di euro ai consumatori che hanno sostenuto costi extra del check in. Ora quindi l'istruttoria avviata dall'Autorità per possibile pratica commerciale scorretta è stata chiusa.

Secondo quanto contestato in sede di avvio, le indicazioni fornite dalla compagnia aerea sulle condizioni applicabili al check-in online potevano risultare ingannevoli, perchè non informavano adeguatamente i consumatori sul periodo di disponibilità del servizio e sul possibile aggravio di costi in caso di mancato check-in online entro il termine di scadenza fissato da Ryanair.

Inoltre l'Autorità aveva rilevato che, in sede di prenotazione di un biglietto di andata e ritorno, se l'utente avesse selezionato l'opzione priorità e bagaglio a mano, questa veniva automaticamente estesa ad entrambe le tratte.

Infine, tutti i consumatori che nello stesso periodo hanno effettuato prenotazioni di un volo (che sono state in totale oltre 100.000) e il check-in in aeroporto, pagando il relativo supplemento, riceveranno un ristoro di 15 euro o, in alternativa, un voucher del valore di 20 euro utilizzabile per acquistare servizi di Ryanair DAC. Dunque, considerando le oltre 100.000 prenotazioni - che corrispondono almeno a oltre 100.000 consumatori - la cifra che la società si è impegnata a rimborsare si aggira intorno al milione e mezzo di euro.

La società si è poi impegnata a modificare le modalità di selezione dell'opzione priorità e bagaglio a mano, così da consentire agli utenti la selezione disgiunta dello stesso servizio nei viaggi di andata e ritorno e la visualizzazione del relativo differente prezzo unitario, nonchè a rimborsare i consumatori che avevano presentato un reclamo a riguardo. Infine, Ryanair si è impegnata a modificare il sito web, l'app e il testo della mail di conferma della prenotazione per integrare le informazioni sulla finestra temporale entro cui il passeggero puo' effettuare il check-in online gratuitamente e sugli eventuali costi relativi allo svolgimento del servizio di check-in in aeroporto. 

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