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Caiata di Fdi vuole imporre la cravatta che lui stesso non metteva
Sorriso a 32 denti, chioma fluente, giacca scura su camicia bianca. Senza cravatta. Spulciando nell’album fotografico dei deputati della scorsa legislatura si trova un Salvatore Caiata poco formale, al limite dello sbarazzino. Soprattutto per chi, qualche anno dopo, ha deciso di intestarsi la battaglia per rivedere il dress code per l’accesso a Montecitorio, mettendo paletti a sneaker e – guarda un po’ – prevedendo l’obbligo di cravatta (come è al Senato). La proposta del deputato è stata approvata ma in una versione light, tanto che sarà l’Ufficio di presidenza a rivedere le regole sull’abbigliamento.

Gli inizi col M5s, l’indagine per riciclaggio, ora Fratelli d’Italia
Ai tempi, Caiata era entrato alla Camera da “apolide”. Candidato con il Movimento 5 stelle, era stato espulso prima del voto per un’indagine per riciclaggio a suo carico aperta dalla procura di Siena (poi archiviata). Per questo si era iscritto subito al Misto. Un anno dopo le elezioni, aveva aderito a Fratelli d’Italia. «Torno a casa perché il mio percorso politico si è sviluppato nel centrodestra all’università», aveva spiegato Caiata durante una conferenza stampa.

Ora persino col doppio petto: è tra i più eleganti alla Camera
Chissà se sarà stato per questo passaggio, ma oggi Caiata è tra i più eleganti in giro alla Camera, non disdegnando spesso – tra i pochissimi – il doppio petto. E infatti nella nuova foto della legislatura in corso c’è anche la cravatta. Azzurrina con quadrettini bianchi. Magari un’ispirazione per chi si presenta ancora senza. Come il primo Caiata.