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Addio alla Nazionale, Mancini punta il dito contro Gravina
Roberto Mancini, fresco di addio all’Italia e prossimo ad accettare la corte dell’Arabia Saudita, che gli avrebbe proposto un contratto da 40 milioni annui per sedersi sulla panchina della Nazionale, ha parlato con Repubblica delle sue dimissioni, puntando il dito contro il presidente della Figc Gabriele Gravina: «Se avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto».
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«Mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso»
«Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso», ha spiegato il Mancio, mettendo in chiaro il motivo per cui se n’è andato – solo apparentemente all’improvviso: «Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff […] Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo».

«Ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre»
Al di là delle ragioni, l’ormai ex allenatore ha lasciato in un momento delicato, a meno di un mese dai prossimi impegni dell’Italia. «Dovevo farlo prima? Può darsi. Ma io ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni», ha detto Mancini, precisando che l’addio all’Italia non c’entra niente con il probabile approdo in Arabia Saudita: «Quello che sto dicendo è indipendente da quello che potrà succedere in futuro e da dove andrò. Ora non voglio pensare a niente».