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I papà italiani sono i più vecchi d’Europa, il primo figlio a 36 anni

AGI - Diventare papà per la prima volta è un'esperienza che gli uomini italiani continuano a spostare sempre più avanti nel tempo, più di quanto si faccia negli altri Paesi europei. I più recenti dati Istat indicano che in Italia si diventa papà mediamente a 35,8 anni, mentre in Francia a 33,9 anni, in Germania a 33,2, in Inghilterra e Galles a 33,7 anni.

 

Un fenomeno sempre più frequente rispetto al passato che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani: ciò significa che 1 uomo su 3 è ancora senza figli oltre i 36 anni d'età. Una tendenza a ritardare la paternità che non è priva di conseguenze: numerose evidenze scientifiche dimostrano che le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, cioè motilità, morfologia e anche i danni al Dna, peggiorano con l'aumentare dell'età. Per questo, in vista della Festa del Papà, gli esperti della Società Italiana di Andrologia (Sia) puntano i riflettori sull'importanza di anticipare la paternità e, dove non possibile, di preservare la fertilità fin da giovani, principalmente attraverso un sano stile di vita, ma anche con il contributo di sostanze di estrazione naturali in grado di offrire protezione contro i danni del tempo e degli inquinanti ambientali esterni.

 

"In Italia l'età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni '90 ai circa 36 attuali, che pongono il nostro Paese in cima alla classifica dell'età media del concepimento in Europa", dichiara Alessandro Palmieri, presidente della Sia e docente di Urologia all'università Federico II di Napoli. "Un fenomeno che riguarda quasi il 70% dei nuovi papà italiani. Ne consegue che un uomo su 3, superata questa soglia, è ancora senza figli. Questo significa che nel giro di pochi decenni si è passati da una situazione nella quale solo una ridotta minoranza arrivava senza figli all'età di 35 anni, a una nella quale la maggioranza della popolazione maschile rinvia oltre questa soglia anagrafica la prima esperienza di paternità.

 

Un accentuato ritardo maschile che può essere imputato a vari motivi di ordine culturale, economico e biologico, ma anche dall'allungamento della vita che nella donna non influenza, invece, la possibilità riproduttiva rimasta ferma intorno ai 50 anni. Tutto questo concorre nel rendere gli uomini più propensi a un rinvio della paternità, toccando anche estremi che arrivano a superare addirittura i 45-50 anni, per cui saranno padri-nonni prima che il figlio diventi maggiorenne".

 

"La nostra società sta assegnando alla riproduzione un ruolo tardivo, dimenticando che la fertilità, sia maschile che femminile, ha il suo picco massimo tra i 20 e i 30 anni e che la potenzialità fecondante del maschio è in netto declino", precisa Palmieri. "Oggi con le difficoltà economiche, tutti si trovano costretti a ritardare e aspettare di sistemarsi prima di fare figli. Con l'avanzare dell'età pero' la fertilità diminuisce perché anche gli spermatozoi 'invecchiano' e bisogna insegnare alle giovani generazioni l'importanza di una fertilità sana al momento giusto che va preservata fin da giovani".

 

A questo scopo la Sia, in collaborazione con l'Istituto di farmacologia clinica dell'università degli studi di Catanzaro, ha sviluppato un nuovo integratore, il primo pensato su misura per l'uomo, realizzato da una società scientifica italiana con effetti positivi sulla salute maschile in generale, compresa la fertilità. Questo composto nasce anche dalla necessità di offrire ai pazienti un'integrazione alimentare là dove il cambio degli stili di vita non sempre risulti fattibile ed efficace, grazie a effetti benefici documentati in una recente revisione degli studi sulle sette sostanze pubblicata sulla rivista Uro.

 

"Lo scopo della medicina moderna non è solo quello di curare ma soprattutto di prevenire e da questo concetto", spiega Tommaso Cai direttore dell'U.O. di Urologia dell'ospedale di Trento e segretario della Società Italiana di Andrologia. Nasce il composto chiamato Drolessano, un mix di 7 sostanze naturali, due delle quali hanno specifici effetti sulla fertilità maschile. Si tratta dell'escina estratta dai semi e dal guscio dell'ippocastano, un potente antiossidante utile nel preservare la fertilità, ma anche per prevenire i sintomi della prostatite cronica, patologia questa che anch'essa implicata nella riduzione della fertilità maschile. L'altra sostanza 'alleata' della fertilità maschile è il licopene, un nutriente presente nei pomodori, che secondo uno studio dell'università di Sheffield, pubblicato sull'European Journal of Nutrition, potrebbe aumentare la qualità dello sperma e contrastare l'infertilità maschile, proteggendo dagli effetti dannosi dei radicali liberi".

 

Gli uomini che ritardano la paternità, soprattutto dopo i 45 anni, non solo devono affrontare problemi di fertilità ma possono mettere a rischio anche la salute del neonato. "Mentre si sa che per le donne dopo i 35 anni possono esserci cambiamenti fisiologici che influiscono sul concepimento, gravidanza e salute del bambino, la maggior parte degli uomini invece", sottolinea Cai, "non è consapevole dell'impatto dell'età dovuto non solo al calo naturale del testosterone, ma anche alla perdita di 'forma fisica' degli spermatozoi che può' portare anche a cambiamenti nello sperma che vengono trasmessi da genitori a figli nel loro Dna. è ben documentato che concepire in età avanzata comporta il rischio che il bambino nasca o sviluppi nel tempo problemi di salute".

 

Secondo uno studio pubblicato su 'Nature', ogni anno in più del padre comporterebbe un incremento di 1,51 nuove mutazioni genetiche nei figli, il 25% in più rispetto a quelle che dipendono dalla madre. Un altro studio, pubblicato sempre su 'Nature', suggerisce che i figli di padri anziani hanno rischio più alto di autismo e schizofrenia nei figli. "In definitiva, cosi' come la fertilità femminile, anche quella maschile, è tempo-dipendente", conclude Palmieri. "è dunque fondamentale sfatare il mito dell'uomo fertile a tutte le età e promuovere invece strategie di informazione, prevenzione e preservazione della fertilità maschile, cominciando dalla giovane età, poiché una volta instaurati i danni non sono reversibili". 

L’Italia presenta una proposta di riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu

AGI - L'Italia, nel ruolo di Paese coordinatore del gruppo Ufc, Uniting for Consensus, ha presentato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite la proposta di riforma del Consiglio di sicurezza, per il suo allargamento, così come è stata eleborata dal gruppo, di cui fanno parte una serie di Paesi, tra cui Turchia, Spagna, Canada, Messico e Colombia. L'ambasciatore d'Italia Maurizio Massari ha sottolineato come l'obiettivo sia quello di mettere in atto un ampio processo di riforma del Consiglio di sicurezza che, in linea con la decisione 62/557 dell'Assemblea generale, renda il CdS "più rappresentativo, democratico, responsabile, trasparente ed efficace".

 

Massari ha sottolineato come il modello sia una versione aggiornata della proposta di riforma condivisa in precedenza. La riforma ruota attorno a cinque temi: categorie di membership; questioni relative al veto; rappresentanza regionale; dimensione del Consiglio allargato e suo funzionamento; rapporti tra Consiglio di sicurezza e Assemblea generale. Il documento, ha ricordato l'ambasciatore, "concede ampio margine di flessibilità e apertura sui dettagli esecutivi" perché l'obiettivo è "assicurare che i negoziati intergovernativi, l'unica legittima piattaforma negoziale per la riforma del Consiglio secondo UfC, conseguano un progresso concreto".

 

L'ambasciatore italiano ha messo in luce la convergenza dei membri su tre punti: l'aumento del numero dei seggi non permanenti, la priorità alle regioni con scarsa rappresentanza in seno al consiglio, e il riconoscimento della legittima aspirazione di alcuni Stati membri a servire un mandato superiore al massimo dei due anni attualmente concesso. Il cuore della riforma sta nel portare a 22 il numero dei membri non permanenti, "così da migliorarne la rappresentatività e legittimità".
Il gruppo è invece, contrario all'aumento del numero di membri permanenti, che sono cinque: Usa, Cina, Russia, Francia e Regno Unito. "L'ampliamento della membership permanente - ha spiegato Massari - intaccherebbe il principio di pari sovranità tra gli Stati membri e renderebbe il Consiglio di sicurezza meno democratico, poiche' non sussistono sufficienti strumenti a garantire che i membri permanenti siano chiamati a rispondere delle loro azioni davanti al resto della membership rappresentata nell'Assemblea generale".

 

Riconoscendo l'"urgente necessità di superare lo stallo decennale dei negoziati intergovernativi", il rappresentante italiano ha insistito sull'"apertura al compromesso" e sottolineato l'"impegno del gruppo a un approccio costruttivo in nome di un'efficace riforma del consiglio che ne garantisca un adeguato funzionamento". 

Le donne coinvolte in incidenti stradali sono più a rischio traumi

AGI - Le donne coinvolte negli incidenti stradali sono associate a un rischio maggiore di subire traumi rispetto alle controparti maschili. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Public Health, condotto dagli scienziati del Medical College of Wisconsin. Il team, guidato da Susan Cronn, ha esaminato i dati relativi alle lesioni da trauma delle vittime di incidenti automobilistici per valutare le distinzioni di genere. Gli equipaggiamenti di sicurezza delle automobili, spiegano gli esperti, sono stati progettati pensando a un corpo maschile, il che potrebbe spiegare perché le donne siano generalmente associate a rischi maggiori di lesioni, traumi e intrappolamenti in caso di incidenti.

 

“Abbiamo scoperto una notevole differenza di genere in termini di lesioni da trauma – sottolinea Cronn – i modelli evidenziano che le donne sono associate a conseguenze importanti più frequentemente rispetto alle controparti maschili, indipendentemente dalla gravità degli urti. Dobbiamo pertanto approfondire e capire come migliorare queste statistiche”. In totale, gli studiosi hanno utilizzato i dati di oltre 56 mila vittime di incidenti stradali. L'impiego di dati clinici, sottolineano gli esperti, è stato estremamente utile per ottenere un quadro reale della situazione piuttosto che semplici stime di rischio. Stando a quanto emerge dall'indagine, gli uomini erano associati a un tasso di infortuni generale superiore, ma il numero di lesioni al bacino e al fegato era significativamente più elevato per le donne, così come il rischio di traumi, perdite di sangue, emorragie e tasso di mortalità.

 

“Queste informazioni – aggiunge Cronn – potrebbero indicare che i corpi femminili sono più vulnerabili in alcune situazioni. Spesso si pensa che i segni vitali siano gli stessi per ogni paziente, ma è possibile che sia necessario ridefinire i parametri di normalità”. Un indice di trauma differenziato per genere potrebbe rivoluzionare il modo in cui medici, paramedici e soccorritori si comportano con le vittime di incidenti. “Speriamo che i nostri risultati possano contribuire a sviluppare migliori sistemi di sicurezza automobilistica – conclude Cronn – che tengano in considerazione le importanti differenze tra i corpi maschili e femminili. Al contempo, i prossimi studi dovranno valutare i dati relativi alla dimensione dei veicoli, la tipologia e la dinamica degli incidenti, che non erano inclusi nella nostra analisi”. 

Pubblicate nuove immagini di Kate sorridente con William [VIDEO]

AGI - Sono state diffuse nella serata di lunedì nuove immagini della Principessa Kate, che la mostrano sorridente accanto al marito, il Principe William, in un mercato agricolo a Windsor, nella zona ovest di Londra. Lo stato di salute della principessa ha alimentato per settimane voci e speculazioni selvagge. Un video pubblicato dal tabloid Sun e una foto più chiara mostrano Kate, 42 anni, che cammina con i capelli sciolti, indossa leggings neri e un maglione e sorride.

 

Secondo i media britannici, le immagini della principessa e del marito, l'erede al trono britannico, sono state scattate sabato all'esterno di un mercato agricolo locale a Windsor, non lontano dalla casa di famiglia in campagna.

 

On tomorrow's front page: Princess Kate seen on video for first time since surgery looking happy and relaxed on shopping trip with William https://t.co/zJALDJ05BV pic.twitter.com/I2VbeeVTjC

— The Sun (@TheSun) March 18, 2024

 

Kate ha subito un importante intervento chirurgico all'addome il 16 gennaio. Il Palazzo aveva avvertito che non sarebbe tornata alle funzioni pubbliche prima di Pasqua. Ma la lunga assenza della principessa, solitamente una delle donne più fotografate del pianeta, ha dato adito a ogni sorta di teoria. La pubblicazione, il 10 marzo, di una foto della Principessa del Galles, tutta sorridente e circondata dai suoi figli in occasione della Festa della Mamma, avrebbe dovuto fornire una risposta.

 

 

 

Ma la scoperta che la foto era stata ritoccata più volte, il ritiro della stessa da parte di cinque delle principali agenzie di stampa che l'avevano pubblicata e le scuse di Kate, che si è assunta la responsabilità di dire che "mi stavo cimentando nell'editing", hanno avuto l'effetto opposto.

 

EXCLUSIVE: Princess Kate seen on video for first time since surgery - wonderful to see her smiling like this! Watch it here: https://t.co/q0sUyPeCRT https://t.co/q0sUyPeCRT

— The Sun (@TheSun) March 18, 2024

 

Stasera, il Sun ha accompagnato le nuove immagini con un messaggio rivolto alla principessa: "Felice di vederti Kate", ha scritto. "Questa immagine metterà a tacere le teorie cospirative", ha commentato il Daily Mail. Inoltre "rassicurerà i fan sul fatto che la principessa si sta riprendendo bene" dall'operazione, ha aggiunto il giornale. Secondo il Sun, domenica Kate e William hanno anche partecipato a un evento sportivo a cui hanno preso parte i loro tre figli, George, Charlotte e Louis. I media britannici hanno riferito durante il fine settimana e lunedì che Kate non dovrebbe tornare alle sue funzioni pubbliche prima del 17 aprile.

 

 

Morto l’astronauta di Apollo 10

AGI - Il generale Thomas Stafford, astronauta della Nasa che fu uno di quelli che viaggiarono nell'orbita lunare in una missione Apollo, è morto all'età di 93 anni in un ospedale della Florida, secondo il museo che porta il suo nome. Stafford, comandante della missione Apollo 10 nel maggio 1969 e primo uomo a pilotare un modulo lunare nell'orbita della Luna, ha compiuto in totale quattro viaggi nello spazio, senza mai atterrare sulla superficie.

 

Nato a Weatherford, Oklahoma, Stafford è stato uno dei soli 24 astronauti ad aver volato sulla Luna. Tra i suoi voli c'è la missione Gemini 6 del dicembre 1965, che fu la prima volta in cui due capsule si incontrarono in orbita, una manovra fondamentale per l'agenzia spaziale al fine di raggiungere il satellite. Come ricorda lo Stafford Air and Space Museum in Oklahoma, con la missione Apollo 10, Thomas e il resto dell'equipaggio raggiunsero una velocità di 39.897 chilometri orari durante il rientro nell'atmosfera terrestre, un record tuttora imbattuto. Dopo questa missione, Stafford è stato scelto dalla Nasa come capo dell'Ufficio Astronauti e successivamente ha ricoperto il ruolo di vicedirettore delle Operazioni dell'Equipaggio di Volo presso il Johnson Space Center in Texas.

 

Nel 1975, Stafford, all'epoca il primo astronauta a ricoprire il grado di generale di brigata, fu uno dei comandanti della storica missione in cui una navicella Apollo e una Soyuz si agganciarono in orbita, il primo collegamento spaziale tra gli Stati Uniti e l'ormai defunta Unione Sovietica. Per questa missione, i due equipaggi hanno trascorso settimane di addestramento insieme e hanno stretto una lunga amicizia. "Il generale Stafford fu nominato per il Premio Nobel per la pace e il successo di quella missione è ancora considerato da molti come l'inizio della fine della Guerra Fredda", ha dichiarato il museo in un comunicato sul suo sito web.

 

L'amministratore della Nasa Bill Nelson ha scritto suX che coloro che conoscevano l'astronauta sono "molto tristi, ma grati di aver conosciuto un gigante". "Oggi il generale Tom Stafford è andato nei cieli eterni che ha coraggiosamente esplorato come astronauta Gemini e Apollo, oltre che come pacificatore nella missione Apollo Soyuz", ha aggiunto Nelson. Gli sopravvivono la moglie Linda, due figli e due figlie e due nipoti. 

La procura chiede 8 anni a Fini per la casa di Montecarlo. La compagna: “Nascosi la verità”

AGI - La Procura di Roma, al termine della requisitoria di fronte al terzo collegio penale, ha chiesto le condanne a 8 anni di reclusione per Gianfranco Fini, a 9 anni per Elisabetta Tulliani, a 10 anni per Giancarlo Tulliani e a 5 anni per Sergio Tulliani.

 

La contestazione, a vario titolo, e riciclaggio. Al centro della vicenda giudiziaria c'è la vendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, che sarebbe stata acquistata, secondo l'accusa, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore. Un'operazione effettuata nel 2008, per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell'immobile nel 2015 frutto' un milione e 360mila dollari.

 

"Era scontato che la pubblica accusa chiedesse la condanna, continuo ad avere fiducia nella giustizia. Questo in ragione della mia completa estraneità rispetto a quanto addebitatomi", ha commentato Gianfranco Fini. 

 

La compagna: "Nascosi a Gianfranco la volontà di mio fratello"

 "Sento il dovere di confessare le mie responsabilità: ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la di casa Montecarlo. Non ho mai detto a Fini la provenienza del denaro che ero convinta fosse di mio fratello; il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita".

 

Lo ha affermato, di fronte ai giudici del tribunale di Roma, Elisabetta Tulliani. La donna è imputata assieme all'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, al padre Sergio Tulliani e al fratello Giancarlo Tulliani. "Spero - ha aggiunto - di aver dato un elemento per arrivare alla verità".
Al centro della vicenda giudiziaria c'è la vendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, che sarebbe stata acquistata, secondo l'accusa, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore. Un'operazione effettuata nel 2008, per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell'immobile nel 2015 frutto' un milione e 360mila dollari.

Yasmin nel kibbutz “così mio marito morì combattendo”

AGI - "Saar ha combattuto per dieci ore, è morto sulle scale della casa della famiglia del comandante della sicurezza del kibbutz che ha contribuito a salvare. Per il futuro non ho risposte. Non so se o quando tornerò qui, a casa mia. Ritengo che non siamo al sicuro da nessuna parte in Israele, ma questo Paese resta il posto più sicuro al mondo per un ebreo e non me ne andrò mai via da qui".

 

A parlare è Yasmin Margolis, sopravvissuta al massacro del 7 ottobre compiuto dai miliziani di Hamas nel kibbutz Kissufim, tra i più vicini alla Striscia di Gaza. Lei e le due figlie di 8 e 10 anni, Mia e Tavor, ce l'hanno fatta, sono state salvate dopo essere rimaste per ore e ore barricate dentro la stanza sicura nell'abitazione. Suo marito invece no: è uscito di casa per combattere i terroristi che quella mattina si sono infiltrati nella piccola comunità agricola e non è più tornato. Dei circa 250 abitanti, 15 sono stati uccisi e quattro sono stati portati nella Striscia. Di questi, solo uno è ancora nelle mani di Hamas, Shlomo Mansour, l'ostaggio più anziano, che ha compiuto 86 anni ieri. Yasmin, trentacinque anni, lunghi capelli neri, indossa una maglietta che ha creato lei, con disegnata l'immagine del volto di Saar e la tomba con i suoi guantoni da boxe, insieme alla scritta che lui si era fatto tatuare, 'Non ho un altro Paese'. Quando parla del marito, spesso tocca la sua fede nuziale che porta al collo: "Cosi' lo sento vicino", spiega, con un sorriso a mezza bocca.

 

 

La giovane donna accompagna un gruppo di giornalisti, tra cui l'AGI, nella sua personale 'via crucis', il percorso che ha fatto il marito dentro il kibbutz invaso dai miliziani di Hamas la mattina del 7 ottobre, da quando si sono salutati con un bacio sulla porta di casa a quando è stato ucciso. Mentre parla, in sottofondo si sente il rumore dei bombardamenti israeliani su Gaza, che dista poco più di un chilometro. Stanotte le forze armate israeliane hanno lanciato un'operazione contro l'ospedale al-Shifa, nel nord della Striscia, sostenendo che alti esponenti di Hamas si sono riuniti nel complesso medico e lo usano come base. I combattimenti proseguono e in zona si sente distintamente il cannoneggiare contro l'enclave palestinese. 

 

 

"Il giorno in cui mi sono trasferita a Kissufim, Hamas mi ha dato il 'benvenuto' sparando una scarica di razzi. All'epoca non avevamo ognuno il proprio rifugio, ma solo quelli comunitari. Avevamo pochi secondi per correre dentro, faceva paura ma ci si abitua, il beneficio di vivere qui era maggiore", ricorda Yasmin. "La mattina del 7 ottobre mi sono svegliata presto, verso le 5, ho fatto una lavatrice e improvvisamente è risuonato l'allarme. Le bombe erano continue, cadevano con un ritmo più intenso del solito. Siamo corsi nella stanza sicura della casa, con Saar che faceva battute e le bambine che ridevano. Ma dopo pochi abbiamo sentito il rumore delle moto".

 

 

"Noi vivevamo nella parte ovest del kibbutz verso Gaza. Mio marito è uscito e ha visto un gruppo di uomini in moto. È rientrato, si è armato, ha preso il telefono di sicurezza, mi ha dato una pistola e mi ha detto di chiuderci nella stanza sicura e non rispondere a nessuno. L'ho accompagnato alla porta, l'ho baciato e alle 7.30 se ne è andato. Ci siamo parlati per telefono più volte nelle ore successive, stava combattendo ma non mi diceva quello che succedeva fuori...i morti, gli ostaggi. La casa è stata attaccata, qualcuno ha cercato di entrare, abbiamo sentito una sparatoria intorno, alcune ore dopo è andata via l'elettricità e siamo rimaste chiuse dentro, in silenzio e al buio".

 

"Alle nove di sera è arrivata la sicurezza che ci ha detto di andare via - prosegue il racconto di Yasmin - C'erano molti soldati, ho capito che non era normale. Saar non si vedeva ma ho pensato che fosse a combattere. Si sentiva ancora il rumore dei colpi d'arma da fuoco, c'erano corpi per terra. Le bimbe sono uscite con indosso i pigiami, portando poche altre cose, fino a un bus poco distante che ci ha trasferito in un hotel sul Mar Morto dove siamo tuttora". La 'via crucis' di Yasmin nel kibbutz parte dalla zona dove si trovavano gli alloggi dei giovani della comunità, accanto alla base militare. È qui il primo luogo dove Saar e i soldati si sono scontrati con gli uomini di Hamas, cercando di respingerli. Ci sono buchi di proiettile tutto attorno e le casette sono marcate con una X a indicare che dopo l'attacco sono state dichiarate 'pulite' da corpi, miliziani e trappole esplosive.

 

La seconda 'stazione' è la casa della suocera, che quel giorno non c'era, era fuori per le festività. L'abitazione a due piani è completamente devastata: il pavimento del soggiorno-cucina è ricoperto dai vetri delle finestre crivellate di colpi, mobili ed elettrodomestici sono distrutti, il letto è ricoperto dalle piume dei cuscini sventrati, con i buchi dei proiettili sulle pareti e le porte divelte, mentre il secondo piano è talmente danneggiato che risulta inagibile per il rischio di crollo. "I terroristi l'hanno occupata perché essendo più alta delle altre forniva un buon punto dal quale sparare. Nell'appartamento accanto hanno ucciso il padre, mentre i tre figli si sono salvati", spiega Yasmin.

 

 

L'ultima tappa è la casa del capo della sicurezza locale, "l'ultimo posto dove Saar ha combattuto prima di essere ucciso. C'erano molti terroristi all'interno. È stato il primo a cercare di entrare, seguito da altri soldati. È caduto sul terzo gradino, un militare è stato colpito dietro di lui, gli altri sono sopravvissuti e sono riusciti a recuperare i corpi e portarli al sicuro". Il futuro di Yasmin e delle due figlie è nebuloso: come gli altri abitanti dei kibbutz nella cerchia intorno a Gaza, sfollati dopo l'attacco, il presente è costituito da una residenza provvisoria sul Mar Morto, cui seguirà una casa temporanea in un quartiere tirato su in fretta e furia per ospitarli per i prossimi due anni. Più in là con l'immaginazione, la giovane donna non può e non riesce ad andare.

 

"Al momento potrei anche vivere sulla Luna, l'importante è che le mie figlie stiano bene". "Penso che succederà di nuovo (un attacco; ndr), non è qualcosa che penso da adesso, ho sempre avuto questo pensiero, siamo così vicini a Gaza. E comunque ritengo che non siamo al sicuro da nessuna parte in Israele. Sono stata dai miei genitori ad Ashkelon nel fine settimana, a causa di un attentato c'erano molte auto della polizia per la strada e mia figlia più grande ha avuto un attacco di panico, voleva tornare al Mar Morto. Ma questo Paese resta il posto più sicuro al mondo per un ebreo e non me ne andrò mai via da qui". Quanto ai palestinesi, "voglio che vivano in pace, anch'io voglio vivere in pace. Ma insieme non è possibile, solo separati".

 

 

 

Acerbi lascia il ritiro dell’Italia e nega la frase razzista

AGI - "Non ho detto nessuna frase razzista, questo è poco ma sicuro, sono molto sereno": è la precisazione di Francesco Acerbi al termine di una giornata turbolenta per il difensore dell'Inter, costretto a lasciare il ritiro azzurro per il caso di una presunta espressione razzista nei confronti di Juan Jesus, in Inter-Napoli. "Posso sicuramente dire che frasi razziste dalla mia bocca non ne sono uscite", ha assicurato il 36enne, "da 20 anni che gioco a calcio e so quello che dico". Acerbi ha abbandonato Coverciano, dove la nazionale si è radunata in vista delle due amichevoli negli Stati Uniti, e al suo posto è stato chiamato il difensore della Roma Gianluca Mancini, che faceva già parte della lista dei pre convocati.

 

La Figc ha fatto sapere che la decisione è stata presa "per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e allo stesso calciatore" ma non si è sbilanciata su eventuali responsabilità spiegando che Acerbi ha chiarito al ct Luciano Spalletti e ai compagni "la propria versione sulla presunta espressione razzista segnalata" dal difensore brasiliano da cui è emerso che "non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista". In ogni caso, viene precisato, la Figc aprirà un'inchiesta sul caso e in caso di condanna le sanzioni per offese razziste prevedono minimo 10 giornate di squalifica. Era stato lo stesso Juan Jesus a riferire del presunto insulto, intervistato su Dazn da Diletta Leotta: "Acerbi è andato oltre con le parole ma poi ci siamo chiariti: tutto finito, sono cose di campo", aveva detto mentre qualcuno aveva interpretato il suo labiale mentre segnalava la cosa all'arbitro come la parola "neg..o".

 

L'Inter da parte sua ha preso atto del comunicato della Figc e si è riservata di avviare "quanto prima un confronto con il proprio tesserato al fine di far luce sulle esatte dinamiche di quanto accaduto" a San Siro. Lo stesso ct Spalletti in conferenza stampa ha rimandato al comunicato: "Per quello che mi ha detto Francesco non è un episodio di razzismo, vorrei difendere i calciatori per quelle che sono cose che gli vengono attribuite". "Dobbiamo fare attenzione a tutto quello che diciamo o facciamo, molto di più quando facciamo parte della Nazionale. "È un dispiacere enorme prendere decisioni su questi episodi qui", ha aggiunto, "ora abbiamo messo in difficoltà Acerbi, per noi è un calciatore importante, ci dispiace non averlo da un punto di vista umano. Per quello che ci ha dimostrato è un grande professionista".

 

Il presidente dell'Assocalciatori, Umberto Calcagno, ha invitato e evitare strumentalizzazioni sul caso: "La lotta al razzismo deve essere condotta senza se e senza ma", ha dichiarato a Radio Sport Anch'io, "sono episodi da condannare. Si tratta di uno dei ragazzi (ndr, Acerbi) più sereni, più buoni e che più si spende per gli altri nel nostro mondo. Non voglio banalizzare l'accaduto, ma dobbiamo stare attenti a non strumentalizzare. Abbiamo maggiori responsabilità, ma dobbiamo ricordarci che i calciatori sono vittime e non certo da compagni di squadra o avversari". 

Notte di terrore dopo la discoteca, 2 arresti per violenza sessuale

AGI - Una serata in discoteca è finita tragicamente per una donna a Catania, che ha accusato due uomini di violenza sessuale nei suoi confronti. La mattina dello scorso 9 marzo un passante ha segnalato alla polizia che in via Vincenzo Giuffrida si trovava una donna in lacrime che chiedeva aiuto perché aveva subito violenza sessuale da parte di due sconosciuti. Sul posto è immediatamente intervenuta una volante il cui equipaggio ha immediatamente individuato la vittima seduta sui gradini del portone di uno stabile. In lacrime ha raccontato ai poliziotti di aver subito una violenza fisica e sessuale da parte di due uomini, di cui forniva anche le descrizioni, che si trovavano ancora all'interno dell'appartamento dove si era verificato il crimine. Gli agenti intervenuti hanno, quindi, richiesto l'ausilio di un altro equipaggio per poter procedere con tutti gli accertamenti e gli approfondimenti del caso.

 

Seguendo le indicazioni fornite dalla vittima che però non ricordava esattamente né l'ubicazione né il piano dell'abitazione, probabilmente per lo choc subito, hanno iniziato la ricerca tra i vari appartamenti del complesso condominiale, piano per piano, attingendo informazioni dai vari condomini, fino a quando hanno localizzato l'unica abitazione col campanello e col citofono non funzionanti. Dopo aver insistentemente bussato senza ottenere alcuna risposta, dal corpo scala dello stabile, tramite una porta di emergenza che dà accesso ai balconi, i poliziotti sono riusciti ad accedere al balcone dell'abitazione al cui interno si intravedeva un uomo che è stato invitato ad aprire la porta d'ingresso, e la persona apparsa alla porta dell'appartamento corrispondeva alla descrizione di uno dei due soggetti indicati dalla vittima ed era nervosa.  

 

La donna, che nel frattempo si trovava nell'androne del palazzo dove i sanitari del 118, intervenuti su richiesta dei poliziotti, le stavano prestando le prime cure, ha immediatamente riconosciuto il luogo dove si era svolta la violenza, entrando in uno stato di agitazione. All'interno dell'appartamento, l'uomo, poi identificato quale un catanese di 45 anni, pluripregiudicato anche per reati di violenza sessuale, ha eluso le domande degli investigatori, non fornendo una spiegazione valida in merito alla sua presenza in quel luogo. Poi, incalzato dagli operatori di polizia, ha riferito di trovarsi lì insieme al suo datore di lavoro, che al momento stava riposando in un'altra stanza. Gli agenti hanno trovato un uomo - anche anch'egli corrispondente alla descrizione fornita dalla donna - sdraiato a dormire profondamente tanto da non accorgersi della presenza dei poliziotti.

 

A quel punto l'uomo si è dimostrato infastidito dalla presenza della polizia, prima chiedendo spiegazioni, poi andando addirittura in escandescenza, balzando giù dal divano ed attivando con il telefono cellulare, in modalità di videoregistrazione, una diretta social, riprendendo la scena e chiedendo aiuto perché vittima di aggressione, simulando finanche di aver ricevuto degli schiaffi e coprendosi il viso con una mano. Nonostante venisse invitato alla calma, l'uomo avrebbe continuato a urlare e a minacciare i poliziotti arrivando a lanciargli contro il telefono cellulare che aveva in mano, senza colpire nessuno dei presenti. Si tratta di un catanese 35enne, pregiudicato, in preda all'ira, scaturita verosimilmente anche dai fumi dell'alcool e delle sostanze psicotrope che probabilmente aveva assunto. Ha provato a scagliarsi contro gli agenti che, a quel punto, sono stati costretti ad ammanettarlo.

 

All'interno dell'appartamento, dove è stata anche fatta intervenire la Polizia Scientifica, sono state rinvenute numerose bottiglie di alcolici e tracce di cocaina e crack. I due uomini sono stati condotti presso gli uffici della Questura per ulteriori approfondimenti e per ricostruire l'accaduto. È emersa la triste fine di una serata cominciata in discoteca e finita nell'appartamento nella disponibilità del 35enne dove, probabilmente a causa dell'abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti, la situazione è poi degenerata. I tentativi di violenza sessuale e le aggressioni fisiche subite hanno costretto la donna a fuggire in strada. Uno dei due si era anche impossessato del denaro che la donna aveva nella borsa e le aveva distrutto il telefono, probabilmente per impedirle di chiedere aiuto.

 

La vittima, ultimati gli accertamenti clinici presso il Pronto Soccorso, è stata dimessa con una prognosi di 15 giorni, per le lesioni riportate. I due uomini sono stati arrestati per tentata violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e danneggiamento in concorso; il 35enne anche per resistenza a pubblico ufficiale. Su disposizione del Pm di turno i due sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza, in attesa della convalida innanzi al GIP che, dopo averne convalidato l'arresto, ha disposto nei loro confronti la misura della custodia cautelare in carcere.

Fiorentina: Barone resta ricoverato in condizioni critiche

AGI - Il DG Joe Barone rimane ricoverato presso la terapia intensiva cardio-chirurgica dell'ospedale San Raffaele di Milano in condizioni cliniche critiche in conseguenza di un arresto cardiaco extra ospedaliero. Le funzioni vitali sono sostenute da tecniche di supporto meccanico artificiale. Ogni previsione prognostica è attualmente fuori luogo. La famiglia Barone, la famiglia Commisso e tutta la Fiorentina ringraziano il San Raffaele e tutta l'equipe del Professor Zangrillo per l'operato che è stato messo in atto fin dal primo momento". Lo comunica la Fiorentina sul sito della società.

Inno di Mameli e Tricolore, nuovo look per le maglie dell’Italia

AGI - E' stata presentata dalla Federcalcio e dall'Adidas la collezione di prodotti dedicati alle Nazionali italiane di calcio (maschili, femminili, beach soccer, futsal e eSports), un nuovo capitolo della partnership tra il brand e la Federazione Italiana Giuoco Calcio. La campagna di comunicazione che accompagna il lancio della collezione Figc esalta il legame tra i calciatori e i tifosi, rappresentato dalla maglia, come elemento distintivo. Nell'amichevole della nazionale italiana con il Venezuela, il programma il 21 marzo a Fort Lauderdale gli azzurri per la prima volta nella storia indosseranno una maglia con il tricolore applicato sulle spalle. Una maglia realizzata da Adidas unendo la tradizione dell'azienda ai colori della bandiera italiana che si chiama Home Jersey. La texture della maglia è realizzata inserendo un codice-binario che replica la lettera i, iniziale della parola Italia, imprimendola nel tessuto della maglietta stessa: un'esecuzione che ritroviamo anche nella versione Away, su base bianca.

 

 

Nel retrocolletto, compare la scritta "L'Italia chiamo'", dettaglio che rimanda a 'Il Canto degli Italiani', scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro. Sul petto sinistro figura lo stemma Figc, mentre sul lato opposto in bianco c'è il logo Adidas. Sui fianchi il disegno è caratterizzato da due inserti bianchi a mezzaluna. Ritornano i pantaloncini bianchi, che insieme ai calzettoni azzurri completano il kit casalingo.

 

 

Anche la maglia che la nazionale indosserà per la partita amichevole con l'Ecuador in programma a New York il 24 marzo, l'Away Jersey, prende ispirazione dalla bandiera italiana. Gli inserti rossi - sul lato sinistro - e verdi - sul lato destro - abbinati al corpo bianco della maglia compongono infatti il Tricolore. Il colletto rimanda invece al Blu Savoia, così come il logo Adidas e la bordatura dello stemma Figc.

 

Nella parte posteriore, il dettaglio "L'Italia chiamò" rappresenta un ulteriore legame con l'identità nazionale e il suo Inno. Il kit completo prevede pantaloncini azzurri e calzettoni bianchi. "E' impossibile parlare delle maglie della Nazionale italiana senza sentire addosso l'eredità, estesa da decenni, di prodotti bellissimi e design eleganti - spiega Sam Handy, Senior Vice-President Product & Design di adidas - con le maglie di quest'anno per i Campionati Europei Uefa 2024, siamo lieti di aver proseguito questo percorso con una gamma di prodotti che si rifà a quell'eredità, pur proiettandosi verso il futuro. Siamo certi che i tifosi apprezzeranno la novitàa' di portare il tricolore sulle maniche della maglia home, al contempo la tecnologia Heat.rdy di nuova generazione sara' apprezzata dai giocatori in campo in termini di comfort e traspirabilità".

 

 

 

 

 

Auto: Pichetto, problema delle elettriche è il costo 

AGI - "Il problema delle auto elettriche è che costano cinque annualità di salario medio italiano. Qualcuno dice che invece in Germania vanno, si' ma costano tre annualità di salario medio. Il problema, quindi, è di tipo economico, non è un problema tecnologico". Ad affermarlo, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, questa mattina a Torino per l'evento 'InsiemeEnergia. Le comunità energetiche rinnovabili per il territorio'. "Si dice che il problema siano anche le colonnine - ha aggiunto - ma al momento siamo a 50mila e la previsione al 2030 è di 120mila. Quindi siamo in perfetto trend". 

Kim Jong Un ha scelto la figlia di 10 anni per la sua successione

AGI - Sono già mesi che si succedono le voci che il leader nordcoreano, Kim Jong Un, avrebbe scelto la figlia di 10 anni Ju Ae per la sua successione. E oggi i media sudcoreani tornano sull'indiscrezione, dopo che nei giorni scorsi il nome della bimba, sui giornali di Pyongyang, veniva accompagnato dall'appellativo 'hyangdo', grande guida, titolo riservato ai più alti leader. Gli analisti hanno notato che era la prima volta che Pyongyang presentava la figlia di Kim Jong Un in questo modo. "Normalmente, il termine 'hyangdo' è usato per descrivere funzionari di alto rango", ha confermato Koo Byoung-sam, portavoce del ministero dell'Unificazione di Seoul. La bambina spesso appare con il padre in occasione di eventi importanti. "Non escludiamo la possibilità che Ju Ae sia stata scelta per la successione" di Kim Jong Un, ha aggiunto il portavoce. I media ufficiali nordcoreani hanno iniziato a diffondere le sue immagini nel 2022, quando la piccola accompagnò il padre durante un test di un missile balistico intercontinentale. Da allora, è stata chiamata "la stella del mattino della Corea" o "tesoro". Ju Ae è stata vista in vari eventi ufficiali presieduti da Kim Jong Un, comprese manovre militari, una visita a una fabbrica di armi o a un allevamento di pollame. Nelle immagini pubblicate sabato da Pyongyang, l'adolescente partecipa a esercitazioni con il paracadute, insieme a suo padre e ad alti ufficiali militari. Ma la storia di Ju Ae è comunque avvolta nel mistero. Sono pochissimi gli aspetti noti sul suo conto. Nata presumibilmente nel 2013, secondogenita di Kim Jong Un e Ri Sol Ju, dovrebbe avere un fratello del quale non si conosce neppure il nome. Il ragazzo sarebbe nato nel 2010 ma le autorità sudcoreane hanno affermato di "non essere in grado di confermarne" l'esistenza. Se Ju Ae arrivasse finalmente al potere, si tratterebbe di una nuova successione ereditaria dalla fondazione del Paese nel 1948. E' infatti a quella data che risale il dominio della famiglia Kim in Corea del Nord, quando Kim Il Sung salì al potere all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Quando morì nel 1994, suo figlio Kim Jong Il prese il controllo del Paese. Kim Jong Un e' invece salito al potere nel dicembre 2011 dopo la morte del padre Kim Jong Il. La piccola Kim Ju Ae potrebbe in teoria rappresentare la quarta dinastia dei Kim al potere.

Agguato a Lecce, gambizzato un uomo in un bar 

AGI -  Un uomo di 40 anni è stato gambizzato in pieno giorno a Lecce. Si tratta di Christian Salierno, già noto alle forze dell'ordine. L'uomo si trovava seduto ai tavolini di un bar in viale Grassi, poco distante dal comando provinciale dei vigili del fuoco, quando è stato avvicinato da una moto in corsa. Un centauro gli ha sparato quattro colpi d'arma da fuoco alle gambe. L'uomo è stato subito soccorso e condotto in ospedale, indaga la polizia. Si pensa a un regolamento di conti.

Congedo di paternità, in Italia il tasso di utilizzo è triplicato fra il 2013 e il 2022

AGI - Sempre più papà scelgono di restare a casa ad accudire i figli appena nati grazie alla legge sui congedi parentali. Secondo Save the Children che ha diffuso una ricerca su dati Inps in occasione del 19 marzo, festa del papà, in Italia il tasso di utilizzo del congedo di paternità è più che triplicato fra il 2013 e il 2022. Più elevato il numero di padri che ne usufruisce nelle province del Nord e più basso in quelle del Mezzogiorno e tra chi ha un reddito più alto. L'Organizzazione sottolinea l'importanza di promuovere la condivisione delle responsabilità genitoriali tra madri e padri, per una maternità che non sia più di ostacolo all'accesso delle donne nel mondo del lavoro. Ma, rileva Save the Children, sono necessarie politiche che favoriscano l'equa distribuzione dei carichi di cura in famiglia.

 

Ma vediamo l'identikit del nuovo papà che si sostituisce alla mamma o alla baby sitter: ha più di 30 anni, vive al Nord, lavora in imprese di media-grande dimensione con un contratto di lavoro stabile e ha un reddito medio-alto. Se oggi sono ancora le donne a dover rinunciare alla carriera o addirittura al posto di lavoro perchè il carico di cura risulta spesso un impedimento alla loro vita professionale, qualcosa nell'universo della paternità si muove e anche in maniera costante. Permane un forte squilibro di genere tra i due genitori nella cura dei figli, ma i dati mostrano che la percentuale di padri che usufruisce del congedo di paternità si è più che triplicata fra il 2013 e il 2022: Nel 2013, infatti, poco meno di 1 padre su 5 ne ha usufruito (pari al 19,25%), cioè 51.745 padri, mentre, mentre nel 2022, sono stati più di 3 su 5 (pari al 64,02%), cioè 172.797 padri, con poche differenze a seconda che si tratti di genitori del primo (65,88%), secondo o successivo figlio (62,08%). Alla sua introduzione, nel 2012 il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neopapà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto. Esistono tuttavia ancora forti differenze nell'utilizzo del congedo di paternità, che varia a seconda dell'età, della tipologia contrattuale, della dimensione aziendale, del reddito e dell'area di residenza.

 

 

Sebbene l'incremento nell'utilizzo di questo diritto all'astensione lavorativa si registri in tutta Italia, chi ne usufruisce di piu' vive nelle province del Nord, mentre il tasso si abbassa in quelle del Mezzogiorno. Valori di fruizione inferiori al 30%, si riscontrano nelle province di Crotone (24%), Trapani (27%), Agrigento e Vibo Valentia (29% in entrambe le province), mentre valori superiori all'80% (i piu' elevati), si registrano nelle province di Bergamo e Lecco (81% in entrambi i casi), Treviso (82%), Vicenza (83%) e Pordenone (85%). A utilizzare maggiormente il congedo, come era prevedibile, sono gli uomini nelle fasce d'età comprese fra i 30 e i 39 anni (65,4%) e fra i 40 e i 49 (65,6%). Inoltre, è più probabile che il padre usufruisca del congedo di paternità se lavora in aziende medio-grandi. Fra quelle con oltre 100 dipendenti, infatti, l'utilizzo è pari al 77%, mentre scende al 67,8% in quelle che hanno fra i 51 e i 100 dipendenti, al 60% fra quelle che hanno fra i 16 e i 50 dipendenti, fino ad arrivare al 45,2% nelle aziende con 15 dipendenti o meno. Eppure, è proprio in questa ultima tipologia di azienda che si è registrato l'aumento maggiore nell'utilizzo del congedo di paternità tra il 2021 e il 2022 (più 8,7%)."Il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sta cambiando, anche se lentamente, anche in Italia, a favore di una maggiore condivisione delle responsabilità. E' necessario sostenere questo cambiamento, andare nella direzione di un congedo di paternità per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, garantendo che i datori di lavoro adempiano all'obbligo di riconoscere tale diritto, e fino ad arrivare all'equiparazione con il congedo obbligatorio di maternita'. Una misura, questa, anche a sostegno delle neomamme, in un periodo della vita che troppo spesso si rileva difficile e caratterizzato da sentimenti di inadeguatezza e solitudine, come emerge anche da una indagine campionaria promossa nel 2023 da Save the Children" afferma Giorgia D'Errico, Direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children, l'Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.

 

"E' essenziale incoraggiare i nuovi padri nella piena condivisione della cura dei figli, eliminando, al contempo, i tanti ostacoli che ancora oggi bloccano l'ingresso e lo sviluppo professionale delle madri nel mondo del lavoro" conclude D'Errico. Nella fruizione dei congedi di paternità si rilevano forti disuguaglianze tra le diverse tipologie contrattuali, a favore di chi ha un contratto di lavoro piu' stabile. Se infatti, tra i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato la percentuale sfiora il 70% (69,49%), tra quelli con contratto a tempo determinato scende al 35,95%, mentre tra gli stagionali arriva solo al 19,72%. Per quanto riguarda le fasce di reddito, invece, l'utilizzo del congedo di paternita' e' piu' diffuso tra i padri con un reddito compreso fra i 15mila e i 28mila euro (73,3%) e fra quelli con reddito superiore a 28mila euro e inferiore a 50mila (85,68%). La correlazione positiva tra reddito e utilizzo del congedo di paternità, però, si interrompe a partire dai redditi di 50mila euro (tra chi ha un reddito superiore a questo importo ne usufruisce il 78,63%).

 

Festa di San Patrizio senza freni. A Malta raccolte 15 tonnellate di rifiuti

AGI - Gli addetti alla nettezza urbana hanno impiegato quattro ore per raccogliere 15 tonnellate di rifiuti lasciati dai festaioli che domenica hanno partecipato a un'imponente festa di strada a Paceville, quartiere simbolo della movida dell'isola.  Migliaia di persone si sono riversate nelle città balneari, unendosi al resto del mondo per celebrare il giorno di San Patrizio, patrono dell'Irlanda.

 

Il Segretario parlamentare per la pulizia pubblica Glenn Beddingfield ha dichiarato che 22 addetti alle pulizie hanno trascorso quattro ore a pulire, elogiandoli per il loro "grande lavoro di squadra".

Giornata nazionale delle vittime del Covid. Croce Rossa “non dimentichiamo”

AGI -  “Quattro anni fa la pandemia entrò nelle nostre vite stravolgendole. Ancora oggi portiamo addosso le ferite e le conseguenze sociali del Covid-19, non ultime le nuove povertà che ne sono scaturite. Sono vive nella mente di tutti le immagini delle ambulanze che soccorrevano le persone malate, degli operatori sanitari che prestavano loro le cure necessarie, delle terapie intensive, non ultime quelle delle vittime di questa terribile epidemia". Così in una nota Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.

"Le Volontarie e i Volontari della Croce Rossa Italiana non si sono certo risparmiati durante l'emergenza, anzi: si sono confermati una presenza costante per tutta la popolazione, sempre in prima linea nonostante l'avversario che avevano davanti non facesse sconti a nessuno, neppure a loro, neppure a noi. A quattro anni di distanza dalle immagini dei camion che attraversavano Bergamo carichi di bare, in questa Giornata ricordiamo le vittime dell'epidemia da Coronavirus, rivolgendo il più sincero abbraccio alle loro famiglie, ai Comitati della CRI che, proprio a causa del Covid-19, persero Volontarie e Volontari. - continua - Non dimentichiamoci di loro. Dell'impegno, della dedizione, di quelle vite messe al servizio di altre, di quanti, pur colpiti dal dolore per aver perso un familiare, un amico, non hanno rinunciato a donare se stessi a chi aveva bisogno. Superare questa emergenza non è stato facile ma la speranza, l'Umanità che ha unito tutte e tutti all'insegna della fratellanza, ci hanno permesso di vincere questa sfida”.

La Corte dei Conti denuncia il ritardo sulla banda larga nelle aree bianche

AGI - È "sensibile" il ritardo registrato nella realizzazione delle infrastrutture digitali legate al Piano Banda Ultralarga - Aree Bianche per la connettività di circa 8.400.000 abitazioni in Italia, con una dilatazione dei tempi medi delle fasi procedurali e uno spostamento in avanti della concreta attuazione rispetto alle scadenze originarie. È quanto rileva il Collegio del controllo concomitante della Corte dei conti nell'analisi, approvata con delibera 4/2024/CCC, sullo stato di avanzamento del Piano Banda Ultralarga relativo alle cosiddette Aree Bianche, definite "a fallimento di mercato" per l'assenza di investimenti privati.


Il Piano, posto sotto il controllo del Mimit e finanziato prevalentemente con i fondi strutturali europei Fesr e Feasr, nonché con il fondo nazionale Fsc, interessa 7.413 comuni italiani, con la copertura di circa 6.300.000 unità immobiliari a tecnologia Fiber To The Home (Ftth), 2.100.000 a tecnologia Fixed Wireless Access (FwA) e 29.895 tra sedi Pa e aree industriali.
A fine 2023, evidenzia la Corte, "risultavano coperte in Ftth circa 3,4 milioni di abitazioni (il 54% del target finale) e 18.616 sedi pa e aree industriali (il 62%), oltre a 437.000 unità immobiliari in fase di collaudo (7%) e più di 2,2 milioni in fase di lavorazione (36%). Meno positivi i dati emersi sugli investimenti di rete Fwa che, spiegano i giudici contabili, vanno interpretati con cautela in virtù della tipologia di architettura Fwa. I ritardi registrati finora sono stati governati con il ricorso all'istituto delle penali che, a fine 2023, risultano applicate per un importo complessivo di 54,6 milioni di euro". Una cifra per la quale, sottolinea la magistratura contabile, "emerge, su alcuni lotti, la riduzione dei margini per ricorrere a ulteriori iniziative, anche in virtù dell'attuale assetto contrattuale".


"In caso di disallineamento tra effettivo progresso dei lavori e scadenza finale del Piano (settembre 2024) - raccomanda la Corte al Mimit - andranno definiti i necessari interventi correttivi anche sul fronte della scarsità di manodopera specializzata e adottato un nuovo cronoprogramma che garantisca la chiusura dei lavori in tempi celeri, con un controllo serrato sul rispetto delle nuove scadenze da parte di tutti i soggetti coinvolti". 

Ancora piogge sparse ma temperature in aumento fino a venerdì

AGI - Veloce e blanda perturbazione sul Mediterraneo centrale che porterà nelle prossime ore condizioni meteo instabili in Italia. Secondo le previsioni del Centro Meteo Italiano, avremo molte nuvole in transito e qualche pioggia sparsa soprattutto al Nord-Est e sui settori adriatici. Nel corso dei prossimi giorni avremo un deciso miglioramento grazie a una maggiore espansione dell'alta pressione verso la nostra Penisola. Condizioni meteo più stabili almeno fino a venerdì e con temperature in aumento di qualche grado al di sopra delle medie. Con l'arrivo del weekend, gli ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano ci mostrano una ripresa degli scambi meridionali con la possibilità di un affondo perturbato anche sul Mediterraneo. Aumentano le probabilità per un ritorno del maltempo in terza decade del mese. 

 

Ecco in dettaglio le previsioni per oggi:

 

- Al Nord:

Molte nuvole al mattino sulle regioni settentrionali con possibilità di deboli precipitazioni sparse. Al pomeriggio ancora fenomeni soprattutto al Nord-Est e sull'Emilia Romagna con neve oltre i 1700-1800 metri sulle Alpi. Piu' asciutto in serata e nottata

 

- Al Centro:

Cieli nuvolosi al mattino sulle regioni del Centro ma con deboli piogge solo su Toscana e Umbria. Tra pomeriggio e sera instabilita' in aumento con possibilita' di deboli precipitazioni sparse soprattutto su zone interne e settori adriatici. Graduale miglioramento in nottata.

 

- Al Sud e Sulle Isole:

Tempo stabile nel corso della giornata sulle regioni del Sud con nubi sparse alternate a schiarite ma senza fenomeni di rilievo associati. In serata e nottata locali precipitazioni in arrivo su Molise, Campania e Puglia, variabilita' asciutta altrove. Temperature minime stabili o in locale aumento e massime in lieve diminuzione su tutta la Penisola.

 

Ecco le previsioni meteo per domani:

 

- Al Nord:

Al mattino nuvolosità irregolare su tutti i settori, più compatta lungo la Pianura Padana. Al pomeriggio cieli poco o irregolarmente nuvolosi, isolate schiarite sulla Romagna. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con ancora nuvolosita' medio-alta in transito.

 

- Al Centro:

Cieli poco o irregolarmente nuvolosi al mattino, isolati piovaschi sulle coste Abruzzesi. Al pomeriggio attese ampie schiarite specie sulle regioni Adriatiche. In serata tempo del tutto stabile con assenza prevalente di nuvolosità su tutti i settori.

 

- Al Sud e Sulle Isole:

Al mattino cieli coperti su Campania, Molise, Basilicata e Puglia con deboli piogge associate; sereno o poco nuvoloso altrove. Al pomeriggio ancora qualche piovasco tra Basilicata e Calabria, cieli poco o irregolarmente nuvolosi altrove. In serata tempo del tutto stabile con cieli sereni o poco nuvolosi, più coperti sulle Isole Maggiori. Temperature minime stabili o in diminuzione e massime in lieve rialzo.

Calcio turco sempre più folle, i giocatori del Fenerbahce aggrediti dai tifosi del Trabzonspor [VIDEO]

AGI - E' finita con scene assolutamente incredibili una partita del campionato turco: i tifosi del Trabzonspor hanno preso d'assalto il prato dello stadio omonimo, al fischio finale della partita persa dalla propria squadra (3 a 2); e hanno preso d'assalto i giocatori del Fenerbahce, il club di Istanbul, che avevano provato a festeggiare la vittoria. I tifosi, che hanno invaso il campo, hanno provato a inseguire i giocatori persino nel tunnel, che comunque hanno risposto per le rime. Il campionato turco non è nuovo a scene di violenze e tre mesi prima c'era stata l'aggressione a un arbitro da parte di un manager. Tra i giocatori del Fener non c'era l'ex juventino Bonucci, assente per infortunio.

 

 

Akreditasyon kart? ta??yan bir ?ah?s, hiçbir ?ey yapmayan Dusan Tadic'e vuruyor.

pic.twitter.com/5cAoDbKFoV

— Fenerbahçe Taraftar Videolar? (@Fenerbahcetvcom) March 18, 2024

 


Le caotiche immagini sono state registrate dalle televisioni e dai tifosi attoniti rimasti sugli spalti; e si è visto di tutto. Prima un tifoso della squadra locale che entra in campo da solo verso i giocatori dell'Istanbul, con il volto mascherato. Molti calciatori si sono diretti verso di lui per tentare di neutralizzarlo, mentre un agente di sicurezza è riuscito a controllarlo. In altre immagini, un tifoso minaccia un giocatore del Fenerbahce, la squadra che attualmente è seconda nella classifica della Super Lig turca, utilizzando un palo d'angolo. E intanto il portiere della squadra ospite, Dominik Livakovic, riceveva un pugno in faccia. Altri video dagli spalti hanno mostrato il nazionale belga Michy Batshuayi che prendeva a calci un tifoso che correva attraverso il campo, e il nazionale nigeriano Bright Osayi-Samuel che sferrava un potente pugno a un altro tifoso. Insomma scene violente e tutt'altro che sportive.

 

Il ministro dell'Interno turco Ali Yerlikaya ha subito annunciato l'apertura di un'indagine per cercare di identificare i tifosi entrati in campo. "Non è in alcun modo accettabile che la violenza avvenga sui campi di calcio", ha scritto sul social network X. Denunciando gli eventi "inaccettabili", la Federcalcio turca ha preannunciato "le necessarie sanzioni penali ai responsabili degli incidenti". Secondo la stampa turca, i giocatori del Fenerbahce hanno dovuto aspettare quasi tre ore all'interno dello stadio dopo la partita prima di poter uscire, il tempo necessario alla polizia per mettere in sicurezza ciascuno degli accessi alla superstrada che porta all'aeroporto dalla città. Non solo: per evitare scontri all'interno del piccolo aeroporto, l'autobus della squadra è stato autorizzato a dirigersi direttamente sulla pista. Il segretario generale del Fenerbahce, Burak Kizilhan, ha invitato alla calma i tifosi del club ma l'episodio si aggiunge alla lunga lista di violenze che hanno funestato il calcio turco.

 

 

SAHAYA BIÇAK ?LE G?R?LMES?NE GÖZ YUMAN STAD SORUMLULARI DA CEZA ALMALI! pic.twitter.com/r4t729IBt7

— 1907 ??edia (@1907Media) March 17, 2024

 

 

A dicembre il campionato nazionale è stato sospeso per una settimana dopo che il presidente del club dell'Ankaragucu aveva aggredito un arbitro al fischio finale di una partita di prima divisione. Coincidenza bizzarra, è stato lo stesso arbitro, Halil Umut Meler, ad arbitrare domenica sera a Trabzon. Comunque, negli ultimi dieci anni, diverse partite del Fenerbahce a Trabzon sono state segnate dalla violenza. Nell'aprile 2016, un incontro tra le due squadre della Super Lig fu interrotta all'88' dopo la brutale aggressione a un assistente arbitro da parte di un sostenitore del club del Mar Nero, che era in svantaggio per 4-0.

 

 

Fenerbahçeli de?ilim..
Bu ülkede do?up büyüyüp bu ya??ma geldim..
Köklerim kuzey, benden hemen öncesi büyüklerim ile güney do?u Karadenizliyim..
Yani Kafkasyal?y?m ve do?u Karadenizliyim.
Bu co?rafyaya âitim, ancak ben bunlardan de?ilim..#TürkiyeninHuzuru pic.twitter.com/uSGLKyCNDE

— Mehmet Akif HUTK?r?k Çoban "Mapuche" (@akifhut) March 17, 2024

 

 

Un anno prima, l'autobus dei giocatori di Istanbul finì nel mirino di un uomo che aprì il fuoco, mentre attraversava la regione di Trabzon: rimase ferito gravemente l'autista. Nella primavera del 2014, una partita tra i due club fu interrotta all'intervallo dopo che i tifosi del Trabzonspor lanciarono in campo oggetti pericolosi, inclusa la maniglia di una porta. Anche il club del Mar Nero, che ha vinto l'ultima volta il campionato turco nel 2022, si è ritrovato sotto i riflettori alla fine del 2015: l'allora presidente del Trabzonspor, furioso per un rigore non concesso durante una partita casalinga, fece chiudere gli arbitri e i suoi assistenti negli spogliatoi per tutta la notte. L'incidente si concluse all'alba ma dovette scendere in campo lo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan per telefonargli e indurlo a più miti consigli. 

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